inflazione
PIMCO: l'inflazione è un'occasione di ingresso nell'obbligazionario
Gli esperti di PIMCO vedono volatilità in arrivo indotta da un ritorno temporaneo dell’inflazione che offrirà opportunità di ingresso sull’obbligazionario, destinato a tornare più interessante dell’azionario
15 Aprile 2021 18:00
Nel corso del 2021 arriveranno fiammate di inflazione che potrebbero spaventare i mercati causando volatilità, ma sarà un’opportunità di ingresso sul mercato obbligazionario globale, destinato a tornare una destinazione privilegiata per gli investimenti, mentre le prospettive sono più diversificate sull’azionario. A comandare la direzione di investitori e mercati nel medio e lungo termine sarà comunque il tema della sostenibilità, declinata nei fattori ESG e del digitale, con una declinazione più accentuata sulla componente hardware dopo un periodo dominato dal software e dal virtuale.
Sono le principali indicazioni emerse dalla Investment Conference di PIMCO tenutasi in occasione dei 50 anni dalla fondazione, svoltasi in modalità virtuale tra le due coste dell’America e l’Europa, che ha visto intervenire dall’headquarters di Newport Beach in California Joachim Fels e Scott Mather, da New York Esteban Burbano, da Londra Jerladine Sundstrom e da Milano il country head Italia Alessandro Gandolfi con Adriano Nelli. Fels, global economic advisor della casa californiana, ha fatto il "punto nave" su un primo scorcio del 2021, segnato dall’arrivo di Biden alla Casa Bianca, dall’accelerazione della BCE sul PEPP e dalle continue rassicurazioni della FED sui tassi, sottolineando soprattutto la centralità del fattore inflazione in questa fase, destinata a produrre qualche fiammata che innervosirà i mercati, ma non a durare.
L’esperto di PIMCO vede un "poderoso rimbalzo" della crescita globale, che negli Stati Uniti sarà il più vigoroso dal 1984, ma già molto prezzato soprattutto dagli attivi a rischio, come le azioni, mentre dopo il rialzo dei tassi dei Treasury americani l’obbligazionario sta diventando più appetibile, ma richiede anche selezione. Fels infatti non esclude che i rendimenti possano toccare il 2%, ma sarebbe un picco e l’attuale eccesso di risparmio globale potrebbe dirigersi proprio sull’obbligazionario, che potrebbe persino andare in rally in caso di correzione di un azionario che ha già incorporato molto della ripresa nei prezzi. Un tetto al rialzo dei tassi è assicurato da FED e BCE, che saranno molto pazienti.
Prima o poi gli acquisti delle due banche centrali si esauriranno, ma un aumento dei tassi resta molto lontano nel tempo, mentre molto supporto continuerà ad arrivare dai governi con le misure di sostegno all’economia reale. Secondo Fels inoltre non ci sono in vista rischi di surriscaldamento, mentre qualche rischio si annida nella geopolitica, visto che le tensioni USA-Cina resteranno anche con Biden e che le elezioni in arrivo in Germania sono circondate da incertezza, e anche nel quadro macro, perché la stretta creditizia avviata preventivamente dalla Cina potrebbe andare oltre le intenzioni.
Jeraldine Sundstrom da Londra si è concentrata sull’azionario per segnalare che il nuovo ciclo della ripresa sarà molto diverso da quello dei primi anni 2000, incentrato sull’affermazione della Cina e dall’esplosione del digitale nella declinazione del cloud e del virtuale. Ora invece bisogna guardare ai pacchetti di stimolo che favoriranno una crescita green e ancora digitale, ma con un focus maggiore sull’hardware che sul software, su cui bisogna posizionarsi. Sundstrom non crede molto alla rotazione azionaria, né a quella dal growth a value né a quella dagli Stati Uniti all’Europa, ma ritiene che ci si debba concentrare sugli "abilitatori della ripresa green e digitale", senza distinguere troppo se siano growth o value, europei o americani, anche se sottolinea che la green economy europea è molto forte.
In ogni caso, non si vede nessun indicatore che punti a una bolla sull’azionario o in generale gli attivi a rischio, mentre ci sono opportunità ancora molto interessanti su azioni con multipli molto bassi, nei finanziari e nell’immobiliare, e molto valore anche nelle valute. Ci sono ovviamente anche rischi, rispetto ai quali l’esperta di PIMCO consiglia di proteggersi con una quota di investimenti rifugio, come titoli di Stato importanti, e anche un po’ di oro. Esteban Burbano, fixed income strategist, da New York invece consiglia di aggiungere liquidità in vista delle opportunità offerte da qualche possibile reazione eccessiva dei mercati ai timori su tassi e inflazione.
PIMCO mantiene comunque un posizionamento cauto sia sulla duration che sul rischio di credito, ma vede valore nei titoli obbligazionari legati all’immobiliare USA e sui segmenti del debito corporate di maggior qualità e liquidità sul corporate, mentre consiglia grande cautela sugli emergenti, che possono essere un’area interessante della crescita globale ma con un cammino verso la ripresa accidentato. Per Burbano il rischio tassi resta comunque limitato, perché ci sono forze secolari che manterranno ancorata l’inflazione a livelli storicamente bassi per almeno i prossimi 5 anni. Dalla California, Scott Mather ha insistito sull’importanza degli investimenti sostenibili in ambito obbligazionario.
Secondo l’esperto di PIMCO infatti avranno un ruolo più importante rispetto ad altre classi di attivo, nel solco di un mega trend inarrestabile, in cui la sigla ESG non è solo un’etichetta, ma indica l’aumento delle dimensioni della "torta" economica globale. E gli investitori obbligazionari sono in posizione privilegiata, perché hanno a disposizione dimensioni più grandi ed emittenti che devono tornare continuamente sui mercati e quindi mantenere la propria credibilità ESG. Inoltre, misurare il "vero" impatto ESG è più facile in ambito obbligazionario.
Adriano Nelli dall’Italia ha tirato le fila della discussione individuando due fattori che caratterizzeranno i prossimi mesi, vale a dire il tema del rimbalzo ciclico delle economie nei prossimi 6-12 mesi, ma anche prevedibili fiammate di inflazione, non destinata a durare ma portatrice di possibile nervosismo e volatilità sui mercati, che richiederà di gestire gli elementi di ciclicità in modo diverso sui bond e sull’equity.
FOCUS SUL FATTORE INFLAZIONE
Sono le principali indicazioni emerse dalla Investment Conference di PIMCO tenutasi in occasione dei 50 anni dalla fondazione, svoltasi in modalità virtuale tra le due coste dell’America e l’Europa, che ha visto intervenire dall’headquarters di Newport Beach in California Joachim Fels e Scott Mather, da New York Esteban Burbano, da Londra Jerladine Sundstrom e da Milano il country head Italia Alessandro Gandolfi con Adriano Nelli. Fels, global economic advisor della casa californiana, ha fatto il "punto nave" su un primo scorcio del 2021, segnato dall’arrivo di Biden alla Casa Bianca, dall’accelerazione della BCE sul PEPP e dalle continue rassicurazioni della FED sui tassi, sottolineando soprattutto la centralità del fattore inflazione in questa fase, destinata a produrre qualche fiammata che innervosirà i mercati, ma non a durare.
OBBLIGAZIONARIO PIÙ APPETIBILE
L’esperto di PIMCO vede un "poderoso rimbalzo" della crescita globale, che negli Stati Uniti sarà il più vigoroso dal 1984, ma già molto prezzato soprattutto dagli attivi a rischio, come le azioni, mentre dopo il rialzo dei tassi dei Treasury americani l’obbligazionario sta diventando più appetibile, ma richiede anche selezione. Fels infatti non esclude che i rendimenti possano toccare il 2%, ma sarebbe un picco e l’attuale eccesso di risparmio globale potrebbe dirigersi proprio sull’obbligazionario, che potrebbe persino andare in rally in caso di correzione di un azionario che ha già incorporato molto della ripresa nei prezzi. Un tetto al rialzo dei tassi è assicurato da FED e BCE, che saranno molto pazienti.
NESSUN RISCHIO DI SURRISCALDAMENTO
Prima o poi gli acquisti delle due banche centrali si esauriranno, ma un aumento dei tassi resta molto lontano nel tempo, mentre molto supporto continuerà ad arrivare dai governi con le misure di sostegno all’economia reale. Secondo Fels inoltre non ci sono in vista rischi di surriscaldamento, mentre qualche rischio si annida nella geopolitica, visto che le tensioni USA-Cina resteranno anche con Biden e che le elezioni in arrivo in Germania sono circondate da incertezza, e anche nel quadro macro, perché la stretta creditizia avviata preventivamente dalla Cina potrebbe andare oltre le intenzioni.
LE IMPLICAZIONI SULL’AZIONARIO
Jeraldine Sundstrom da Londra si è concentrata sull’azionario per segnalare che il nuovo ciclo della ripresa sarà molto diverso da quello dei primi anni 2000, incentrato sull’affermazione della Cina e dall’esplosione del digitale nella declinazione del cloud e del virtuale. Ora invece bisogna guardare ai pacchetti di stimolo che favoriranno una crescita green e ancora digitale, ma con un focus maggiore sull’hardware che sul software, su cui bisogna posizionarsi. Sundstrom non crede molto alla rotazione azionaria, né a quella dal growth a value né a quella dagli Stati Uniti all’Europa, ma ritiene che ci si debba concentrare sugli "abilitatori della ripresa green e digitale", senza distinguere troppo se siano growth o value, europei o americani, anche se sottolinea che la green economy europea è molto forte.
NESSUNA BOLLA IN ARRIVO
In ogni caso, non si vede nessun indicatore che punti a una bolla sull’azionario o in generale gli attivi a rischio, mentre ci sono opportunità ancora molto interessanti su azioni con multipli molto bassi, nei finanziari e nell’immobiliare, e molto valore anche nelle valute. Ci sono ovviamente anche rischi, rispetto ai quali l’esperta di PIMCO consiglia di proteggersi con una quota di investimenti rifugio, come titoli di Stato importanti, e anche un po’ di oro. Esteban Burbano, fixed income strategist, da New York invece consiglia di aggiungere liquidità in vista delle opportunità offerte da qualche possibile reazione eccessiva dei mercati ai timori su tassi e inflazione.
CAUTELA SULLA DURATION
PIMCO mantiene comunque un posizionamento cauto sia sulla duration che sul rischio di credito, ma vede valore nei titoli obbligazionari legati all’immobiliare USA e sui segmenti del debito corporate di maggior qualità e liquidità sul corporate, mentre consiglia grande cautela sugli emergenti, che possono essere un’area interessante della crescita globale ma con un cammino verso la ripresa accidentato. Per Burbano il rischio tassi resta comunque limitato, perché ci sono forze secolari che manterranno ancorata l’inflazione a livelli storicamente bassi per almeno i prossimi 5 anni. Dalla California, Scott Mather ha insistito sull’importanza degli investimenti sostenibili in ambito obbligazionario.
ESG MEGA TREND INARRESTABILE
Secondo l’esperto di PIMCO infatti avranno un ruolo più importante rispetto ad altre classi di attivo, nel solco di un mega trend inarrestabile, in cui la sigla ESG non è solo un’etichetta, ma indica l’aumento delle dimensioni della "torta" economica globale. E gli investitori obbligazionari sono in posizione privilegiata, perché hanno a disposizione dimensioni più grandi ed emittenti che devono tornare continuamente sui mercati e quindi mantenere la propria credibilità ESG. Inoltre, misurare il "vero" impatto ESG è più facile in ambito obbligazionario.
POSSIBILE RITORNO DI VOLATILITÀ
Adriano Nelli dall’Italia ha tirato le fila della discussione individuando due fattori che caratterizzeranno i prossimi mesi, vale a dire il tema del rimbalzo ciclico delle economie nei prossimi 6-12 mesi, ma anche prevedibili fiammate di inflazione, non destinata a durare ma portatrice di possibile nervosismo e volatilità sui mercati, che richiederà di gestire gli elementi di ciclicità in modo diverso sui bond e sull’equity.
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