ammortizzatori sociali
Cig, 280 euro in meno per 6 milioni di lavoratori. Ecco cosa è successo
Un inghippo che può costare fino a 280 euro in busta paga per 6 milioni di lavoratori in cassa integrazione. Possibili danni economici compresi tra 200 e 500 milioni di euro. Unimpresa chiede al ministero del Lavoro di correre ai ripari
16 Aprile 2021 15:01
Un bel pasticcio. Come se non bastassero i lockdown che tengono chiuse molte attività produttive. Si tratta di un vuoto normativo che può costare fino a 280 euro, in meno, in busta paga per 6 milioni di lavoratori in cassa integrazione con causale Covid. Tra le mille norme che prima il governo Conte e poi l’attuale presieduto da Mario Draghi hanno attuato a sostegno dei lavoratori, questa rischia di penalizzare chi sta già scontando le difficoltà economiche della pandemia. Ecco perché.
Il problema si è verificato sul piano normativo. La legge di Bilancio 2021 ha esteso la Cig Covid per 12 settimane, a partire dal 1° gennaio 2021 e fino al 25 marzo. Il decreto Sostegni prevede a sua volta altre 13 settimane di Cig a favore di tutte le aziende e 28 settimane per quelle non coperte da Cig ordinaria. La logica vorrebbe che terminato il periodo previsto da una disposizione di legge, cominciasse quello successivo. Ma non è così. L’intoppo sta proprio qui: il decreto Sostegni, approvato dal nuovo esecutivo, fa decorrere la copertura Cig dal 1° aprile, lasciando quindi scoperti i giorni cha vanno dal 25 marzo all’inizio di aprile.
“Un danno enorme, causato da un vuoto legislativo, che colpisce sia i lavoratori sia le aziende”, è la denuncia di Unimpresa che già a marzo aveva avvertito il governo in relazione a un “buco” normativo provocato da sue norme non collegate tra loro. “Il grido di allarme lanciato da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021 e le denunce provenienti dal mondo sindacale hanno lasciato a oggi del tutto indifferente il governo presieduto da Mario Draghi che probabilmente trascura il danno immenso provocato in questi giorni ad imprese e lavoratori a causa di un buco normativo per la Cassa integrazione Covid-19”, commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi.
In queste ore infatti i lavoratori e le imprese che stanno ricevendo le buste paga della mensilità di marzo 2021 “troveranno brutte sorprese a causa di un vuoto tra due distinti provvedimenti adottati, uno dal precedente governo Conte con la legge di bilancio per il 2021 che prevedeva 12 settimane di cassa integrazione dal 1 gennaio 2021 al 31 marzo 2021, e l’altro dall’ultimo decreto Sostegni che prevede 13 settimane (o 28 settimane per le aziende non coperte da cassa integrazione ordinaria), ma che decorrono dal 1° aprile 2021”, spiega ancora Giovanni Assi.
Lo scenario prevede che la maggior parte dei lavoratori potrà contare sulla cassa integrazione fino al 20 o al 25 marzo 2021, restando però senza tutela fino al 31 marzo 2021. Ma i problemi non si esauriscono qui. Sempre Unimpresa precisa che “per le aziende industriali che accedono alla cassa integrazione ordinaria, il nuovo periodo di 13 settimane potrà partire solo da 5 aprile 2021, e non dall’inizio del mese, perché il sistema informatico Inps non concede la possibilità per queste aziende di fare richiesta in un giorno diverso dal lunedì e il primo disponibile ad aprile è lunedì 5”. Risultato finale: ogni lavoratore in cassa integrazione perderà per il solo mese di marzo dai 3 agli 8 giorni di ammortizzatore sociale. Il danno stimato per ciascun lavoratore va dai 110 fino ai 280 euro.
Considerando anche il danno dei primi giorni di aprile per i lavoratori delle aziende industriali che accederanno alla Cig ordinaria per il nuovo periodo di 13 settimane solo dal 5 aprile 2021, il danno sarebbe compreso tra i 200 e i 500 milioni di euro, se moltiplicato per la platea di milioni di lavoratori in cassa integrazione in questi mesi. Unimpresa chiede al ministro del Lavoro “di porre immediatamente rimedio con un provvedimento ad hoc che conceda retroattivamente la possibilità di recuperare queste risorse senza aggravare la situazione già drammatica delle aziende e dei loro lavoratori”.
Nel 2020 la cassa integrazione è stato il principale strumento messo in campo dal governo per limitare i danni economici provati dalla pandemia. L’Inps ha già autorizzato oltre 4 miliardi di ore per la riduzione o la sospensione delle attività dal primo aprile al 31 dicembre dello scorso anno. Con il decreto Cura Italia, la platea dei lavoratori si è ampliata, dal momento che le aziende hanno potuto far riferimento alla causale “Covid-19” per la Cig (Cassa integrazione guadagni). L’istituto prevede una prestazione economica erogata dall’Inps, a favore dei lavoratori sospesi o che lavorino a orario ridotto. Ce ne sono di due tipi, la CIGO o cassa integrazione ordinaria, con risorse messe a disposizione dall’Inps; la CIGS o cassa integrazione straordinaria, con risorse del ministero del Lavoro.
IL VUOTO NORMATIVO
Il problema si è verificato sul piano normativo. La legge di Bilancio 2021 ha esteso la Cig Covid per 12 settimane, a partire dal 1° gennaio 2021 e fino al 25 marzo. Il decreto Sostegni prevede a sua volta altre 13 settimane di Cig a favore di tutte le aziende e 28 settimane per quelle non coperte da Cig ordinaria. La logica vorrebbe che terminato il periodo previsto da una disposizione di legge, cominciasse quello successivo. Ma non è così. L’intoppo sta proprio qui: il decreto Sostegni, approvato dal nuovo esecutivo, fa decorrere la copertura Cig dal 1° aprile, lasciando quindi scoperti i giorni cha vanno dal 25 marzo all’inizio di aprile.
L’ALLARME DI UNIMPRESA
“Un danno enorme, causato da un vuoto legislativo, che colpisce sia i lavoratori sia le aziende”, è la denuncia di Unimpresa che già a marzo aveva avvertito il governo in relazione a un “buco” normativo provocato da sue norme non collegate tra loro. “Il grido di allarme lanciato da Unimpresa già lo scorso 22 marzo 2021 e le denunce provenienti dal mondo sindacale hanno lasciato a oggi del tutto indifferente il governo presieduto da Mario Draghi che probabilmente trascura il danno immenso provocato in questi giorni ad imprese e lavoratori a causa di un buco normativo per la Cassa integrazione Covid-19”, commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi.
BRUTTE SORPRESE IN ARRIVO
In queste ore infatti i lavoratori e le imprese che stanno ricevendo le buste paga della mensilità di marzo 2021 “troveranno brutte sorprese a causa di un vuoto tra due distinti provvedimenti adottati, uno dal precedente governo Conte con la legge di bilancio per il 2021 che prevedeva 12 settimane di cassa integrazione dal 1 gennaio 2021 al 31 marzo 2021, e l’altro dall’ultimo decreto Sostegni che prevede 13 settimane (o 28 settimane per le aziende non coperte da cassa integrazione ordinaria), ma che decorrono dal 1° aprile 2021”, spiega ancora Giovanni Assi.
PERSI DA 3 AGLI 8 GIORNI DI CASSA
Lo scenario prevede che la maggior parte dei lavoratori potrà contare sulla cassa integrazione fino al 20 o al 25 marzo 2021, restando però senza tutela fino al 31 marzo 2021. Ma i problemi non si esauriscono qui. Sempre Unimpresa precisa che “per le aziende industriali che accedono alla cassa integrazione ordinaria, il nuovo periodo di 13 settimane potrà partire solo da 5 aprile 2021, e non dall’inizio del mese, perché il sistema informatico Inps non concede la possibilità per queste aziende di fare richiesta in un giorno diverso dal lunedì e il primo disponibile ad aprile è lunedì 5”. Risultato finale: ogni lavoratore in cassa integrazione perderà per il solo mese di marzo dai 3 agli 8 giorni di ammortizzatore sociale. Il danno stimato per ciascun lavoratore va dai 110 fino ai 280 euro.
DANNO FINO A 500 MILIONI DI EURO
Considerando anche il danno dei primi giorni di aprile per i lavoratori delle aziende industriali che accederanno alla Cig ordinaria per il nuovo periodo di 13 settimane solo dal 5 aprile 2021, il danno sarebbe compreso tra i 200 e i 500 milioni di euro, se moltiplicato per la platea di milioni di lavoratori in cassa integrazione in questi mesi. Unimpresa chiede al ministro del Lavoro “di porre immediatamente rimedio con un provvedimento ad hoc che conceda retroattivamente la possibilità di recuperare queste risorse senza aggravare la situazione già drammatica delle aziende e dei loro lavoratori”.
COS’È LA CASSA INTEGRAZIONE
Nel 2020 la cassa integrazione è stato il principale strumento messo in campo dal governo per limitare i danni economici provati dalla pandemia. L’Inps ha già autorizzato oltre 4 miliardi di ore per la riduzione o la sospensione delle attività dal primo aprile al 31 dicembre dello scorso anno. Con il decreto Cura Italia, la platea dei lavoratori si è ampliata, dal momento che le aziende hanno potuto far riferimento alla causale “Covid-19” per la Cig (Cassa integrazione guadagni). L’istituto prevede una prestazione economica erogata dall’Inps, a favore dei lavoratori sospesi o che lavorino a orario ridotto. Ce ne sono di due tipi, la CIGO o cassa integrazione ordinaria, con risorse messe a disposizione dall’Inps; la CIGS o cassa integrazione straordinaria, con risorse del ministero del Lavoro.
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