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Come sta andando il mercato degli ETF?

Amundi analizza gli afflussi ETF a livello globale nel mese di marzo e rileva un andamento positivo sia per l'azionario che per l'obbligazionario.  Deflussi importanti anche per commodities e obbligazioni societarie. Rimane costante l'interesse per gli ETF ESG

19 Aprile 2021 20:00

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Il mese di marzo si è chiuso positivamente per i fondi ETF globali. Con un afflusso complessivo di 124,9 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 122,2 di febbraio, gli investitori hanno continuato a privilegiare le azioni, con allocazioni per 108,8 miliardi di euro rispetto ai 20,2 destinati al reddito fisso.



L'AZIONARIO NORDAMERICANO


Le azioni nordamericane hanno beneficiato della fase positiva, raccogliendo 55,8 miliardi di euro di afflussi rispetto ai 45,1 del mese precedente. La seconda categoria di prodotti più popolare comprende strategie settoriali, tematiche e smart beta, che hanno assorbito 26,2 miliardi di euro. I titoli di Stato hanno totalizzato 8,2 miliardi di euro, mentre i deflussi dalle obbligazioni societarie ammontano a 995 milioni di euro. Anche le commodities globali hanno registrato deflussi significativi, pari a 4,4 miliardi di euro. Un risultato dovuto, probabilmente, ai grandi deflussi degli ETF sull’oro che riflettono l’ottimismo degli investitori sulle prospettive economiche.



L'EUROZONA


In Europa i flussi di ETF azionari sono quasi raddoppiati da febbraio a marzo, passando da 10,9 miliardi di euro a 18,1. Gli indici mondiali sono rimasti i più popolari, catturando 7,1 miliardi di euro, mentre il Regno Unito ha continuato a guidare le allocazioni regionali, con 1 miliardo di euro di afflussi. Anche qui strategie tematiche, settoriali e smart beta hanno avuto la meglio, risultando la categoria di prodotto più richiesta (11,2 miliardi di euro). All’interno di essa, le strategie Value hanno raccolto flussi in entrata pari a 3,9 miliardi di euro, avendo privilegiato soprattutto le esposizioni nordamericane. Ciò riflette l’ottimismo degli investitori sulla capacità dell’economia statunitense di riprendersi in tempi rapidi dalla pandemia, nonché la minor sensibilità delle azioni Value agli aumenti dei tassi di interesse rispetto, ad esempio, alle azioni Growth. Andamento positivo anche per i settori finanziario ed energetico, che hanno attirato, rispettivamente, 1,8 e 1,6 miliardi di euro, con gli indici globali che sono risultati i più privilegiati.



L'AZIONARIO ESG


È rimasto costante l’interesse per gli ETF azionari ESG, che hanno registrato afflussi per 5,2 miliardi di euro. A contribuire al risultato è stata anche l’introduzione della SFDR a marzo, che ha aumentato la trasparenza sugli investimenti sostenibili, rendendoli più accattivanti. Sul fronte del reddito fisso, i deflussi più significativi del mese di marzo si sono registrati dalle obbligazioni societarie, pari a 2,2 miliardi di euro. Dagli USA i deflussi ammontano a 1,4 miliardi di euro, mentre sono in tutto 709 milioni di euro quelli dai prodotti dell’Eurozona. I deflussi dalle obbligazioni societarie in euro sono stati compensati da una pari quantità di sottoscrizioni nel comparto ESG delle obbligazioni societarie dell’Eurozona.



L'OBBLIGAZIONARIO TRA USA ED EUROZONA


I titoli di Stato hanno registrato deflussi minori, pari a 84 milioni di euro, con disinvestimenti dalle esposizioni ai mercati emergenti pari a 1,3 miliardi di euro, che hanno segnato un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi mesi.  E se gli investitori hanno puntato meno sui fondi statunitensi a medio termine, consistenti sono stati i loro investimenti in quelli a breve termine e nei titoli di Stato cinesi. Si è mantenuto l’interesse per le obbligazioni governative legate all’inflazione, con afflussi di 256 milioni di euro negli ETF dell’Eurozona e 191 milioni di euro in quelli degli Stati Uniti. Le tendenze dei flussi di reddito fisso riflettono le preoccupazioni degli investitori in merito al pacchetto di stimolo statunitense che potrebbe creare inflazione e che preannuncia un aumento dei tassi di interesse. Ciò ha spinto gli investitori fuori dalle obbligazioni societarie e governative, favorendo il loro riposizionamento su prodotti con duration breve e su quelli che offrono protezione dall’inflazione.


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