Bolle finanziarie
I consigli di GAM per proteggersi dalle bolle di mercato
La diversificazione resta la migliore barriera contro le bolle di mercato. Oggi sono presenti i tre elementi che contribuiscono alla formazione delle bolle ma non si vede l’innesco che potrebbe farle esplodere
20 Aprile 2021 07:50
Oltre un anno fa il mercato azionario globale cominciava la corsa verso nuovi record, a dispetto di un crollo dell’attività economica mai visto in tempi di pace. Dal 23 marzo 2020 lo S&P 500 è rimbalzato violentemente e alcuni titoli tecnologici hanno registrato performance a tre cifre. L’unica risposta possibile alla domanda se il mercato sia in una condizione di bolla, sembrerebbe un granitico “sì”, ma il quesito da porsi è più sottile, vale a dire quale sia il momento in cui la crescita dei prezzi si trasforma in bolla pronta a deflagrare. In questo caso la risposta esige un supplemento di attenzione, perché le “bolle” sono uno dei fenomeni più antichi e controversi nella storia dei mercati finanziari.
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea che riconoscere le bolle è difficile e costoso, soprattutto se comporta mettersi contro il mercato se si ravvedono forti incongruenze nei prezzi. Oggi lo scenario è completamente inedito, ogni ansa del fiume della Storia riserva novità e situazioni mai viste prima, dalla Cina, alle enormi potenzialità della tecnologia, alle politiche monetarie senza precedenti, tutto contribuisce ad aumentare la complessità e il numero dei possibili esiti, e qualsiasi tentativo di scrutare il passato per cercare indizi utili a decifrare il futuro è inutile.
Benetti afferma che si può parlare con certezza di una bolla solo dopo la sua deflagrazione e non aiutano neppure i principali indicatori di Wall Street perché si oppongono altrettanto buoni argomenti a confutazione. Non basta la sopravvalutazione dei prezzi per gridare alla bolla, anche perché possono riferirsi ad alcuni settori e titoli. Per trasformare una fiamma in un incendio occorre la combinazione di materiale infiammabile, calore e ossigeno, e se manca solo uno dei tre il fuoco si può sopprimere e scongiurare il pericolo.
Anche per alimentare una bolla, secondo Benetti, sono necessari tre elementi, tutti presenti al momento: facile accesso al trading, facile accesso al credito e ampia platea di operatori, come quelli che si ritrovano in gran numero su Reddit e Robinhood. Ma manca il fattore fondamentale dell’innesco, la scintilla che fa esplodere la bolla, il fattore ignoto che scatena il cambiamento radicale. Potrebbe essere un cambio nelle politiche fiscali dei governi, o in quelle delle banche centrali, ma anche nascondersi in una qualsiasi novità tecnologica come ad esempio l’elettrificazione degli anni Venti, un grosso trader in difficoltà, una nave messa di traverso in un canale come Suez o le dispute sul controllo di un canale ancora più importante, i 6 chilometri di mare che separano Taiwan dalla città cinese di Xiamen.
L’attuale mercato, secondo l’esperto di GAM SGR, non è economico ma neppure troppo tirato, con il fuoco circoscritto a qualche nome della tecnologia, titoli quotati di recente, società attive nelle energie alternative. Ma l’effetto domino può comunque travolgere tutto in un mercato in un “fase tarda” del ciclo. Ma non è così importante saper riconoscere il momento in cui un mercato da “bullish” si trasforma in “bubblish”, lo è accettare l’ineludibilità di queste fasi e comportarsi di conseguenza, perché non esistono portafogli invulnerabili, ma esistono portafogli che diventano anti-vulnerabili, preparati all’incendio grazie a opportune barriere tagliafuoco.
Benetti indica come prima e più importante barriera la diversificazione, che non vuol dire mettere in portafoglio un po’ di questo e un po’ di quello, ma allocare le classi di attivo secondo i criteri della decorrelazione, esercizio che richiede competenze e intelligenza. Un’altra barriera è un posizionamento “barbell”, con i pesi distribuiti alle estremità, come nei bilancieri da palestra: da una parte l’esposizione al beta di mercato e alla direzionalità, dall’altra il posizionamento su strategie a protezione, alternative, multi-asset a bassa volatilità, in una strategia che mette alla prova la valenza del selezionatore. La posta in gioco, conclude Benetti, è il valore aggiunto della diversificazione più efficace.
PREVENIRE LE BOLLE PUÒ ESSERE COSTOSO
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM SGR, sottolinea che riconoscere le bolle è difficile e costoso, soprattutto se comporta mettersi contro il mercato se si ravvedono forti incongruenze nei prezzi. Oggi lo scenario è completamente inedito, ogni ansa del fiume della Storia riserva novità e situazioni mai viste prima, dalla Cina, alle enormi potenzialità della tecnologia, alle politiche monetarie senza precedenti, tutto contribuisce ad aumentare la complessità e il numero dei possibili esiti, e qualsiasi tentativo di scrutare il passato per cercare indizi utili a decifrare il futuro è inutile.
PER UN INCENDIO SERVONO TRE ELEMENTI
Benetti afferma che si può parlare con certezza di una bolla solo dopo la sua deflagrazione e non aiutano neppure i principali indicatori di Wall Street perché si oppongono altrettanto buoni argomenti a confutazione. Non basta la sopravvalutazione dei prezzi per gridare alla bolla, anche perché possono riferirsi ad alcuni settori e titoli. Per trasformare una fiamma in un incendio occorre la combinazione di materiale infiammabile, calore e ossigeno, e se manca solo uno dei tre il fuoco si può sopprimere e scongiurare il pericolo.
OGGI MANCA L’INNESCO
Anche per alimentare una bolla, secondo Benetti, sono necessari tre elementi, tutti presenti al momento: facile accesso al trading, facile accesso al credito e ampia platea di operatori, come quelli che si ritrovano in gran numero su Reddit e Robinhood. Ma manca il fattore fondamentale dell’innesco, la scintilla che fa esplodere la bolla, il fattore ignoto che scatena il cambiamento radicale. Potrebbe essere un cambio nelle politiche fiscali dei governi, o in quelle delle banche centrali, ma anche nascondersi in una qualsiasi novità tecnologica come ad esempio l’elettrificazione degli anni Venti, un grosso trader in difficoltà, una nave messa di traverso in un canale come Suez o le dispute sul controllo di un canale ancora più importante, i 6 chilometri di mare che separano Taiwan dalla città cinese di Xiamen.
RENDERE I PORTAFOGLI MENO VULNERABILI
L’attuale mercato, secondo l’esperto di GAM SGR, non è economico ma neppure troppo tirato, con il fuoco circoscritto a qualche nome della tecnologia, titoli quotati di recente, società attive nelle energie alternative. Ma l’effetto domino può comunque travolgere tutto in un mercato in un “fase tarda” del ciclo. Ma non è così importante saper riconoscere il momento in cui un mercato da “bullish” si trasforma in “bubblish”, lo è accettare l’ineludibilità di queste fasi e comportarsi di conseguenza, perché non esistono portafogli invulnerabili, ma esistono portafogli che diventano anti-vulnerabili, preparati all’incendio grazie a opportune barriere tagliafuoco.
DIVERSIFICAZIONE E STRATEGIA "A BILANCIERE"
Benetti indica come prima e più importante barriera la diversificazione, che non vuol dire mettere in portafoglio un po’ di questo e un po’ di quello, ma allocare le classi di attivo secondo i criteri della decorrelazione, esercizio che richiede competenze e intelligenza. Un’altra barriera è un posizionamento “barbell”, con i pesi distribuiti alle estremità, come nei bilancieri da palestra: da una parte l’esposizione al beta di mercato e alla direzionalità, dall’altra il posizionamento su strategie a protezione, alternative, multi-asset a bassa volatilità, in una strategia che mette alla prova la valenza del selezionatore. La posta in gioco, conclude Benetti, è il valore aggiunto della diversificazione più efficace.