cambiamento climatico
Investire nella lotta al cambiamento climatico: la guida di Schroders
La convinzione sempre più diffusa che è urgente intervenire ha dato una forte spinta al settore nel 2020, ma ha anche aumentato la competizione con molti nuovi player, rendendo difficile la scelta d’investimento
di Stefano Caratelli 20 Aprile 2021 21:00
In un contesto di abbondanti finanziamenti e aumento della concorrenza, diventa ancora più importante per l’investitore che guarda alle opportunità legate al cambiamento climatico e alla transizione verde selezionare con attenzione gli investimenti azionari con le prospettive migliori. Ad avere successo saranno quelle aziende che godono di un vantaggio competitivo chiaro e sostenibile. I migliori settori su cui investire saranno quelli in cui resteranno un numero ragionevole di competitor, grazie alle elevate barriere all’ingresso e alla possibilità di differenziazione dei prodotti.
Sono le conclusioni cui giunge Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Change Equity, di Schroders, in un commento dal titolo “Il gioco si fa duro per chi investe nel cambiamento climatico”. Webber sottolinea che il 2020 è stato un anno eccezionale per la lotta al cambiamento climatico, la cui urgenza viene riconosciuta da opinione pubblica, governi, aziende e mercati finanziari. Aumenteranno gli investimenti, la ricerca & sviluppo e la collaborazione internazionale per facilitare una più rapida transizione verso un’economia a zero emissioni. E il nuovo slancio politico e aziendale è stato di supporto per chi investe in aziende impegnate a mitigare i cambiamenti climatici.
Ma investire non è così semplice, avverte Webber. Nel 2020 si è verificata un’ampia revisione al rialzo dei prezzi delle società con solide tecnologie in aree come energia rinnovabile, veicoli elettrici, idrogeno, economia circolare e cibo sostenibile. E’ aumentata anche la competizione, con l’ingresso nel mercato player nuovi e, da settori paralleli, aziende già esistenti che riorientano la loro strategia. Schroders passa in rassegna i diversi settori legati alla transizione green cominciando dal solare, citando diversi esempi di competizione che hanno portato a una riduzione dei rendimenti degli investimenti, mentre l’ampliamento delle capacità delle aziende cinesi ha frammentato l’industria e rendendola una “commodity”.
Ma, segnala Webber, è emerso anche qualche sopravvissuto eccezionale, come First Solar, che è riuscita a resistere come pioniera di una tecnologia proprietaria e un metodo di produzione che le ha permesso di proteggere i margini. Un altro esempio citato da Schroders è quello dei materiali catodici, componenti essenziali nelle batterie agli ioni di litio, dove i fornitori hanno aumentato drasticamente la produzione, mentre è entrata un’ondata di nuovi player, soprattutto in Cina. Il risultato è stato un eccesso di offerta, con margini e rendimenti sotto pressione.
Nei veicoli elettrici, alle aziende consolidate e specializzate come Tesla e NIO si sta aggiungendo un numero crescente di nuovi player, e non passa settimana senza che un’azienda automobilistica non dichiari che diventerà 100% elettrica entro il 2030 o 2035. Inoltre, ci sono state diverse indiscrezioni sull’ingresso di Apple nel mercato nell’arco di un paio di anni. Secondo Webber, la competizione sarà positiva per la crescita dei volumi, e alcuni fornitori ne beneficeranno, ma probabilmente sarà molto più difficile per i produttori di auto competere per guadagnarsi fette di mercato.
Anche negli asset legati alla generazione di energia rinnovabile il mercato si sta frammentando a causa dell’arrivo di molti nuovi competitor finanziati dai mercati dei capitali, di aziende di utility già esistenti che stanno passando all’energia pulita, e più di recente persino di aziende dell’Oil&Gas che si stanno riposizionando dai combustibili fossili alle rinnovabili. Schroders cita anche l’eolico, dove il settore delle turbine ha visto un grande ridimensionamento nell'ultimo decennio con quote di mercato consolidate attorno alle aziende più forti. Non ci sono stati nuovi ingressi di rilievo negli ultimi anni, e di conseguenza Schroders ritiene che il settore abbia buone chance di offrire rendimenti solidi.
IL GIOCO SI FA DURO
Sono le conclusioni cui giunge Simon Webber, gestore del fondo Schroder ISF Global Climate Change Equity, di Schroders, in un commento dal titolo “Il gioco si fa duro per chi investe nel cambiamento climatico”. Webber sottolinea che il 2020 è stato un anno eccezionale per la lotta al cambiamento climatico, la cui urgenza viene riconosciuta da opinione pubblica, governi, aziende e mercati finanziari. Aumenteranno gli investimenti, la ricerca & sviluppo e la collaborazione internazionale per facilitare una più rapida transizione verso un’economia a zero emissioni. E il nuovo slancio politico e aziendale è stato di supporto per chi investe in aziende impegnate a mitigare i cambiamenti climatici.
AUMENTATA LA COMPETIZIONE, SOLARE ORMAI UNA COMMODITY
Ma investire non è così semplice, avverte Webber. Nel 2020 si è verificata un’ampia revisione al rialzo dei prezzi delle società con solide tecnologie in aree come energia rinnovabile, veicoli elettrici, idrogeno, economia circolare e cibo sostenibile. E’ aumentata anche la competizione, con l’ingresso nel mercato player nuovi e, da settori paralleli, aziende già esistenti che riorientano la loro strategia. Schroders passa in rassegna i diversi settori legati alla transizione green cominciando dal solare, citando diversi esempi di competizione che hanno portato a una riduzione dei rendimenti degli investimenti, mentre l’ampliamento delle capacità delle aziende cinesi ha frammentato l’industria e rendendola una “commodity”.
AFFOLLATO ANCHE IL SETTORE DEI MATERIALI CATODICI
Ma, segnala Webber, è emerso anche qualche sopravvissuto eccezionale, come First Solar, che è riuscita a resistere come pioniera di una tecnologia proprietaria e un metodo di produzione che le ha permesso di proteggere i margini. Un altro esempio citato da Schroders è quello dei materiali catodici, componenti essenziali nelle batterie agli ioni di litio, dove i fornitori hanno aumentato drasticamente la produzione, mentre è entrata un’ondata di nuovi player, soprattutto in Cina. Il risultato è stato un eccesso di offerta, con margini e rendimenti sotto pressione.
COMPETIZIONE SERRATA NELL’AUTO ELETTRICA
Nei veicoli elettrici, alle aziende consolidate e specializzate come Tesla e NIO si sta aggiungendo un numero crescente di nuovi player, e non passa settimana senza che un’azienda automobilistica non dichiari che diventerà 100% elettrica entro il 2030 o 2035. Inoltre, ci sono state diverse indiscrezioni sull’ingresso di Apple nel mercato nell’arco di un paio di anni. Secondo Webber, la competizione sarà positiva per la crescita dei volumi, e alcuni fornitori ne beneficeranno, ma probabilmente sarà molto più difficile per i produttori di auto competere per guadagnarsi fette di mercato.
RENDIMENTI SOLIDI DALL’EOLICO
Anche negli asset legati alla generazione di energia rinnovabile il mercato si sta frammentando a causa dell’arrivo di molti nuovi competitor finanziati dai mercati dei capitali, di aziende di utility già esistenti che stanno passando all’energia pulita, e più di recente persino di aziende dell’Oil&Gas che si stanno riposizionando dai combustibili fossili alle rinnovabili. Schroders cita anche l’eolico, dove il settore delle turbine ha visto un grande ridimensionamento nell'ultimo decennio con quote di mercato consolidate attorno alle aziende più forti. Non ci sono stati nuovi ingressi di rilievo negli ultimi anni, e di conseguenza Schroders ritiene che il settore abbia buone chance di offrire rendimenti solidi.