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Prima e dopo il Covid: come cambia la classifica delle 10 più grandi economie
Un Paese esce dalla top 10, mentre uno nuovo entra. Scivola di una posizione l’India, mentre le quattro caselle di vertice restano invariate. Italia stabile all’ottavo posto
21 Aprile 2021 15:50
Il Covid-19 nell’ultimo anno ha cambiato la vita di tutti e ha avuto effetti devastanti non solo sulla salute ma soprattutto sulle economie mondiali. Se è vero che la ripresa è a velocità diverse, con alcune economie - Cina e Usa su tutte - più avanti nel recupero dei livelli pre virus rispetto all’Europa, come è cambiata la classifica delle più grandi economie del mondo nell’ultimo anno? I primi quattro posti sono rimasti gli stessi. L’Italia resta sempre stabile in ottava posizione.
Gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Germania sono ancora lì, ad occupare le prime quattro postazioni della graduatoria. C’è però un Paese che è uscito dalla top 10, proprio a causa della pandemia, secondo i dati del Fondo monetario internazionale (FMI), elaborati dall’analisi di CNBC che ha confrontato il Pil nominale in dollari Usa tra i Paesi che fanno parte del database del World Economic Outlook dell’FMI.
Iniziamo dal metodo. Cos’è il Pil nominale? Stima il valore di mercato di tutti i prodotti e servizi prodotti da un’economia, senza eliminare i cambiamenti di prezzo, considerando quindi l’inflazione, ed è così in grado di sopravvalutare o sottovalutare il valore dell’economia reale. Si tratta di un modo per confrontare le dimensioni economiche dei diversi Paesi e si può considerare come un indicatore utile per avere un parametro di come la pandemia è riuscita ad influenzare in modo diverso le economie mondiali. La differenza con il Pil reale sta nella diversa base di riferimento dei prezzi.
Nel 2019 l’India era un’economia in forte ascesa, tra le più brillanti dei Paesi Emergenti: si piazzava al quinto posto, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. Nel 2020, invece, scivola al sesto posto, dietro al Regno Unito. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, inoltre, l’India non riguadagnerebbe il quinto posto pre pandemia almeno fino al 2023. Tra i motivi del crollo delle attività economiche ci sono sicuramente le tante restrizioni per contrastare il Covid che nel Paese asiatico circola ancora in maniera preoccupante. Sempre secondo le proiezioni dell’FMI, la sua economia si sarebbe contratta dell’8% nell’ultimo anno.
Il Fondo monetario prevede che l’India possa crescere del 12,5% fino a marzo 2022, ma secondo alcuni analisti il rischio di una nuova ondata di contagi da Covid potrebbe causare una battuta d’arresto preoccupante per la crescita economica. La scorsa settimana l’India ha superato il Brasile per numero di casi di Covid, diventando il secondo paese a livello mondiale con casi accertati, dietro solo agli Stati Uniti. Se dovessero essere introdotte nuove misure restrittive, il Pil indiano potrebbe ridursi fino a 200 punti base.
Facendo il confronto tra le economie mondiali più grandi, tra il 2019 e il 2020, il Brasile è sceso dalla nona alla dodicesima posizione. Si tratta dell’unico Paese ad essere uscito dalla top 10. Il Brasile è tra i Paesi al mondo più colpiti dalla pandemia, e questi effetti si potrebbero far sentire a lungo. Almeno fino al 2026, secondo le proiezioni dell’FMI: difficilmente il Brasile riuscirà a tornare prima tra le dieci più grandi economie del pianeta. Il presidente Jair Bolsonaro non ha imposto restrizioni severe, ma il sistema sanitario è sull’orlo del collasso, con la pressione sugli ospedali ormai fuori controllo. L’economia brasiliana, secondo il FMI, si è contratta del 4,1% lo scorso anno e le previsioni vedono un progresso del 3,7% nel 2021.
Paese che esce, un altro che entra. Se il Brasile dice addio alla top 10 delle economie più grandi, la Corea del Sud fa invece il suo ingresso al decimo posto e dovrebbe restarci almeno fino al 2026, secondo le proiezioni dell’FMI. Non certo per caso, la Corea del Sud è stato uno dei primi Paesi a mettere in campo misure efficaci per contenere la diffusione del coronavirus, che ha così avuto un impatto non rilevante sull’economia che si è contratta soltanto dell’1% nel 2020. Il numero dei casi è però tornato a crescere, spingendo le autorità a vietare assembramenti almeno fino a maggio. A spingere la ripresa c’è l’export di semiconduttori che insieme al settore manifatturiero contribuirà a sostenere i consumi. Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita del 3,6% dell’economia sudcoreana entro il 2021.
LA CLASSIFICA
Gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Germania sono ancora lì, ad occupare le prime quattro postazioni della graduatoria. C’è però un Paese che è uscito dalla top 10, proprio a causa della pandemia, secondo i dati del Fondo monetario internazionale (FMI), elaborati dall’analisi di CNBC che ha confrontato il Pil nominale in dollari Usa tra i Paesi che fanno parte del database del World Economic Outlook dell’FMI.
IL PIL NOMINALE
Iniziamo dal metodo. Cos’è il Pil nominale? Stima il valore di mercato di tutti i prodotti e servizi prodotti da un’economia, senza eliminare i cambiamenti di prezzo, considerando quindi l’inflazione, ed è così in grado di sopravvalutare o sottovalutare il valore dell’economia reale. Si tratta di un modo per confrontare le dimensioni economiche dei diversi Paesi e si può considerare come un indicatore utile per avere un parametro di come la pandemia è riuscita ad influenzare in modo diverso le economie mondiali. La differenza con il Pil reale sta nella diversa base di riferimento dei prezzi.
L’INDIA RESTA INDIETRO
Nel 2019 l’India era un’economia in forte ascesa, tra le più brillanti dei Paesi Emergenti: si piazzava al quinto posto, dopo Stati Uniti, Cina, Giappone e Germania. Nel 2020, invece, scivola al sesto posto, dietro al Regno Unito. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, inoltre, l’India non riguadagnerebbe il quinto posto pre pandemia almeno fino al 2023. Tra i motivi del crollo delle attività economiche ci sono sicuramente le tante restrizioni per contrastare il Covid che nel Paese asiatico circola ancora in maniera preoccupante. Sempre secondo le proiezioni dell’FMI, la sua economia si sarebbe contratta dell’8% nell’ultimo anno.
PROSPETTIVE NEGATIVE
Il Fondo monetario prevede che l’India possa crescere del 12,5% fino a marzo 2022, ma secondo alcuni analisti il rischio di una nuova ondata di contagi da Covid potrebbe causare una battuta d’arresto preoccupante per la crescita economica. La scorsa settimana l’India ha superato il Brasile per numero di casi di Covid, diventando il secondo paese a livello mondiale con casi accertati, dietro solo agli Stati Uniti. Se dovessero essere introdotte nuove misure restrittive, il Pil indiano potrebbe ridursi fino a 200 punti base.
IL BRASILE ESCE DALLA TOP 10
Facendo il confronto tra le economie mondiali più grandi, tra il 2019 e il 2020, il Brasile è sceso dalla nona alla dodicesima posizione. Si tratta dell’unico Paese ad essere uscito dalla top 10. Il Brasile è tra i Paesi al mondo più colpiti dalla pandemia, e questi effetti si potrebbero far sentire a lungo. Almeno fino al 2026, secondo le proiezioni dell’FMI: difficilmente il Brasile riuscirà a tornare prima tra le dieci più grandi economie del pianeta. Il presidente Jair Bolsonaro non ha imposto restrizioni severe, ma il sistema sanitario è sull’orlo del collasso, con la pressione sugli ospedali ormai fuori controllo. L’economia brasiliana, secondo il FMI, si è contratta del 4,1% lo scorso anno e le previsioni vedono un progresso del 3,7% nel 2021.
NUOVO INGRESSO DELLA COREA DEL SUD
Paese che esce, un altro che entra. Se il Brasile dice addio alla top 10 delle economie più grandi, la Corea del Sud fa invece il suo ingresso al decimo posto e dovrebbe restarci almeno fino al 2026, secondo le proiezioni dell’FMI. Non certo per caso, la Corea del Sud è stato uno dei primi Paesi a mettere in campo misure efficaci per contenere la diffusione del coronavirus, che ha così avuto un impatto non rilevante sull’economia che si è contratta soltanto dell’1% nel 2020. Il numero dei casi è però tornato a crescere, spingendo le autorità a vietare assembramenti almeno fino a maggio. A spingere la ripresa c’è l’export di semiconduttori che insieme al settore manifatturiero contribuirà a sostenere i consumi. Il Fondo monetario internazionale prevede una crescita del 3,6% dell’economia sudcoreana entro il 2021.
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