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Il Covid torna a fare paura e spinge al ribasso Wall Street

Terza giornata di apertura negativa per i listini americani, nonostante negli Usa un adulto su tre sia già stato completamente vaccinato. Ancora male i titoli tecnologici

21 Aprile 2021 16:16

financialounge -  Apple Covid-19 netflix Super League Wall Street
Per la terza giornata consecutiva Wall Street apre le contrattazioni in calo. In avvio di scambi l’S&P 500 ha ceduto lo 0,1%, il Nasdaq ha registrato un ribasso vicino al punto percentuale, mentre il Dow Jones è rimasto ancorato alla parità, anche se in territorio leggermente negativo.

IL COVID TORNA A FARE PAURA


Gli investitori sono tornati a temere il Covid. La scoperta di un nuovo ceppo e l’aumento dei casi in India ha spaventato i listini americani, nonostante negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione di massa proceda a gonfie vele, con una media di oltre tre milioni di somministrazioni al giorno. Un adulto su tre ha già ricevuto entrambe le dosi.

I TITOLI TECNOLOGICI


L’andamento del Nasdaq riflette il difficile momento dei titoli tecnologici. Netflix cede il 7%, dopo una trimestrale deludente e un numero di nuovi abbonati al di sotto delle aspettative (4 milioni di iscritti nei primi tre mesi del 2021 contro i 6 milioni attesi). Più contenuto il ribasso di Apple, in calo dello 0,5%. Il colosso di Cupertino ha presentato ieri i suoi nuovi prodotti, tra cui l’AirTag, il “bottone” agganciabile a qualsiasi oggetto e che rivela istantaneamente la propria posizione utilizzando l’app “Dov’è”. La società ha inoltre annunciato di voler raggiungere la neutralità carbonica entro il 2030.

IL FALLIMENTO DELLA SUPER LEAGUE


Il fallimento del progetto Super League sembra non costare troppo al Manchester United. Il titolo della squadra inglese, tra le dodici promotrici della nuova lega europea di calcio, perde lo 0,9%. I team della Premier League sono stati i primi a tirarsi indietro, sotto la crescente pressione dei tifosi e dell’opinione pubblica.

IL CALO DEL PETROLIO


Il petrolio Wti al Nymex perde il 2,16% a 61,09 dollari al barile. Sul greggio pesano i timori sulla domanda, i passi avanti nelle negoziazioni sul nucleare iraniano e il via libera della commissione Giustizia degli Stati Uniti a una legge che potrebbe portare in tribunale l’Opec per i tagli alla produzione decisi per sostenere i prezzi.

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