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Private Banking, le donne investono più degli uomini, solo il 4% tiene soldi fermi
Dallo studio di AIPB, Candriam e Ipsos emerge come le donne “di alto profilo” abbiano una propensione all’investimento maggiore rispetto agli uomini
29 Aprile 2021 13:01
L’Associazione italiana Private Banking (AIPB) e Candriam hanno presentato giovedì lo studio “Il valore della donna investitrice: il contributo della consulenza finanziaria per superare gli stereotipi di genere”, realizzato insieme alla multinazionale Ipsos. Il rapporto riflette sul ruolo delle donne, che possono contribuire a innescare un circolo virtuoso di rilancio economico e riduzione del gap di genere. In questo contesto, il Private Banking può offrire una consulenza professionale adeguata e all’altezza delle aspettative delle proprie clienti, in modo che possano contare di più nel mondo degli investimenti.
Il rapporto di AIPB, Candriam e Ipsos è focalizzato sull’analisi di un campione rappresentativo di donne “di alto profilo”, ovvero con elevato standing professionale e un patrimonio finanziario personale di 250mila euro. In Italia sono 60mila, equivalenti allo 0,2% della popolazione femminile del Paese. Di queste, il 48% siede all’interno di un consiglio di amministrazione e il 25% ha una carica a livello associativo. Tra gli uomini, quelli “di alto profilo” rappresentano l’1% del totale, cinque volte tanto rispetto alle donne.
“Alle donne va ricondotto il 10% della ricchezza finanziaria provata del nostro Paese”, ha spiegato Paolo Langè, Presidente di AIPB. “Se si prende in considerazione il Private Banking, la percentuale sale al 35% dei circa 900 miliardi di euro gestiti dal settore, quota che risulta addirittura superiore a quella riconducibile al segmento ‘imprenditori’, pari al 20%. Una cifra considerevole e sorprendente, che spinge il Private Banking a riflettere sulla questione femminile e su come proporre nuovi modelli consulenziali che includano competenza su tematiche trasversali e la capacità di offrire percorsi di lungo periodo”.
Nel processo decisionale degli investimenti da intraprendere, le donne mettono la sicurezza prima del rendimento, con un peso del 50% contro il 18% attribuito dagli uomini. Ciò spiega come, secondo quanto riportato dallo studio, il 60% di loro scelga di allocare le proprie risorse in progetti di medio-lungo termine e come solo il 4% sia propenso a tenere la propria liquidità ferma sul conto corrente, contro l’8% del genere maschile.
[caption id="attachment_181599" align="alignnone" width="548"] Domanda: Se dovesse fare un investimento oggi, a quale dei seguenti aspetti baderebbe di più?[/caption]
Nonostante dal rapporto di AIPB, Candriam e Ipsos emerga come una donna “di alto profilo” su due voglia allocare le proprie risorse in investimenti con impatti ESG, sono poche quelle che li detengono nel portafoglio. Il timore è che siano poco liquidi, non sicuri e con scarsi rendimenti. In questo contesto emerge l’apporto della consulenza finanziaria, che potrebbe portare le donne a incidere maggiormente sulla ripresa economica e sul processo di transizione climatica che si sta avviando.
Una donna su due pensa che le investitrici abbiano esigenze diverse da quelle degli uomini. Per questo il 73% del campione intervistato vorrebbe essere affiancato da esperti con competenze anche non solo strettamente finanziarie, mentre il 20% ha affermato che il consulente di riferimento affronti aspetti più generali e di prospettive future, come la protezione del rischio o la trasmissione del patrimonio.
[caption id="attachment_181603" align="alignnone" width="530"] Domanda: quanto è d’accordo con ciascuna delle seguenti affermazioni?[/caption]
“La ricerca – ha commentato Matthieu David, Head of Italian Branch di Candriam – mette in luce quanto le donne investitrici di alto profilo abbiano una concezione degli investimenti finanziari davvero long term thinking. Tanto che sono convinto che, in un futuro molto prossimo, saranno tra i principali alfieri degli investimenti ESG”.
LE DONNE “DI ALTO PROFILO”
Il rapporto di AIPB, Candriam e Ipsos è focalizzato sull’analisi di un campione rappresentativo di donne “di alto profilo”, ovvero con elevato standing professionale e un patrimonio finanziario personale di 250mila euro. In Italia sono 60mila, equivalenti allo 0,2% della popolazione femminile del Paese. Di queste, il 48% siede all’interno di un consiglio di amministrazione e il 25% ha una carica a livello associativo. Tra gli uomini, quelli “di alto profilo” rappresentano l’1% del totale, cinque volte tanto rispetto alle donne.
IL RUOLO DELLE DONNE NEL PATRIMONIO FINANZIARIO DEL PAESE
“Alle donne va ricondotto il 10% della ricchezza finanziaria provata del nostro Paese”, ha spiegato Paolo Langè, Presidente di AIPB. “Se si prende in considerazione il Private Banking, la percentuale sale al 35% dei circa 900 miliardi di euro gestiti dal settore, quota che risulta addirittura superiore a quella riconducibile al segmento ‘imprenditori’, pari al 20%. Una cifra considerevole e sorprendente, che spinge il Private Banking a riflettere sulla questione femminile e su come proporre nuovi modelli consulenziali che includano competenza su tematiche trasversali e la capacità di offrire percorsi di lungo periodo”.
LA SICUREZZA PRIMA DEL RENDIMENTO
Nel processo decisionale degli investimenti da intraprendere, le donne mettono la sicurezza prima del rendimento, con un peso del 50% contro il 18% attribuito dagli uomini. Ciò spiega come, secondo quanto riportato dallo studio, il 60% di loro scelga di allocare le proprie risorse in progetti di medio-lungo termine e come solo il 4% sia propenso a tenere la propria liquidità ferma sul conto corrente, contro l’8% del genere maschile.
[caption id="attachment_181599" align="alignnone" width="548"] Domanda: Se dovesse fare un investimento oggi, a quale dei seguenti aspetti baderebbe di più?[/caption]
IL RAPPORTO CON L’ESG
Nonostante dal rapporto di AIPB, Candriam e Ipsos emerga come una donna “di alto profilo” su due voglia allocare le proprie risorse in investimenti con impatti ESG, sono poche quelle che li detengono nel portafoglio. Il timore è che siano poco liquidi, non sicuri e con scarsi rendimenti. In questo contesto emerge l’apporto della consulenza finanziaria, che potrebbe portare le donne a incidere maggiormente sulla ripresa economica e sul processo di transizione climatica che si sta avviando.
ESIGENZE DIVERSE
Una donna su due pensa che le investitrici abbiano esigenze diverse da quelle degli uomini. Per questo il 73% del campione intervistato vorrebbe essere affiancato da esperti con competenze anche non solo strettamente finanziarie, mentre il 20% ha affermato che il consulente di riferimento affronti aspetti più generali e di prospettive future, come la protezione del rischio o la trasmissione del patrimonio.
[caption id="attachment_181603" align="alignnone" width="530"] Domanda: quanto è d’accordo con ciascuna delle seguenti affermazioni?[/caption]
“CONCEZIONE DEGLI INVESTIMENTI A LUNGO TERMINE”
“La ricerca – ha commentato Matthieu David, Head of Italian Branch di Candriam – mette in luce quanto le donne investitrici di alto profilo abbiano una concezione degli investimenti finanziari davvero long term thinking. Tanto che sono convinto che, in un futuro molto prossimo, saranno tra i principali alfieri degli investimenti ESG”.
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