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Amazon vince in tribunale contro l'Ue: non deve pagare 250 milioni di tasse in Lussemburgo
La Corte di giustizia europea ha annullato la decisione presa nel 2017 dalla Commissione: "Nessun vantaggio competitivo"
12 Maggio 2021 12:05
"Nessun vantaggio selettivo" in favore della filiale lussemburghese del gruppo Amazon. Con questa motivazione la Corte di giustizia europea ha annullato l'ordine dell'Unione europea che nel 2017 aveva imposto ad Amazon di pagare 250 milioni di euro di tasse non pagate.
La somma era stata stabilita come risarcimento nei confronti del Lussemburgo per le imposte non versate. Tuttavia, secondo la Corte, Amazon non ha beneficiato di un vantaggio selettivo nel suo accordo fiscale con il Lussemburgo. "La Commissione europea non ha provato, in base agli standard legali richiesti, che ci sia stata un'indebita riduzione dell'onere fiscale di una filiale europea del gruppo Amazon", ha stabilito la Corte. La decisione della Commissione, dunque, è stata annullata.
Le autorità lussemburghesi avevano esentato Amazon dall’imposta locale sul reddito delle società a causa della sua forma societaria. In questo modo era stato dato il via libera al metodo di calcolo dell’importo della royalty annuale dovuta da LuxOpCo alla controllante Amazon Europe Holding Technologies SCS a titolo dell’accordo di licenza. Secondo la Commissione si trattava di un aiuto di Stato che aveva permesso ad Amazon di risparmiare circa 300 milioni di dollari, ma secondo la Corte Bruxelles non ha dimostrato in modo giuridicamente adeguato che vi sia stata un’indebita riduzione dell’onere fiscale della filiale europea del gruppo Amazon.
Nei giorni scorsi la stessa Amazon era stata oggetto di un articolo del Guardian secondo il quale nel 2020, a fronte di ricavi per 44 miliardi di euro in Europa, il colosso tech non aveva versato neanche un euro di tasse. Questo perché Amazon ha registrato una perdita di 1,2 miliardi di euro dovuta, secondo l'azienda, agli ingenti investimenti sostenuti durante l'anno.
RISARCIMENTO PER IL LUSSEMBURGO
La somma era stata stabilita come risarcimento nei confronti del Lussemburgo per le imposte non versate. Tuttavia, secondo la Corte, Amazon non ha beneficiato di un vantaggio selettivo nel suo accordo fiscale con il Lussemburgo. "La Commissione europea non ha provato, in base agli standard legali richiesti, che ci sia stata un'indebita riduzione dell'onere fiscale di una filiale europea del gruppo Amazon", ha stabilito la Corte. La decisione della Commissione, dunque, è stata annullata.
PRESUNTO AIUTO DI STATO
Le autorità lussemburghesi avevano esentato Amazon dall’imposta locale sul reddito delle società a causa della sua forma societaria. In questo modo era stato dato il via libera al metodo di calcolo dell’importo della royalty annuale dovuta da LuxOpCo alla controllante Amazon Europe Holding Technologies SCS a titolo dell’accordo di licenza. Secondo la Commissione si trattava di un aiuto di Stato che aveva permesso ad Amazon di risparmiare circa 300 milioni di dollari, ma secondo la Corte Bruxelles non ha dimostrato in modo giuridicamente adeguato che vi sia stata un’indebita riduzione dell’onere fiscale della filiale europea del gruppo Amazon.
POLEMICA SULLE TASSE
Nei giorni scorsi la stessa Amazon era stata oggetto di un articolo del Guardian secondo il quale nel 2020, a fronte di ricavi per 44 miliardi di euro in Europa, il colosso tech non aveva versato neanche un euro di tasse. Questo perché Amazon ha registrato una perdita di 1,2 miliardi di euro dovuta, secondo l'azienda, agli ingenti investimenti sostenuti durante l'anno.
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