Aberdeen Standard Investments
Perché l’incremento dell’inflazione penalizza i titoli tecnologici
Secondo James Athey (Aberdeen Standard Investments) gli investitori stanno anticipando una politica monetaria meno favorevole nel prossimo futuro come risultato della riapertura economica in corso
18 Maggio 2021 07:50
I dati sull’inflazione USA di aprile erano tanto attesi e hanno avuto un importante impatto sui mercati finanziari. L’indice dei prezzi al consumo statunitensi è salito su base annuale del 4,2%, superando le attese (3,6%). In parallelo, l’indice core dei prezzi al consumo (esclusi energetici ed alimentari) ha evidenziato un incremento del 3% su base annuale (rispetto alle aspettative del +2,3%).
La relazione tra le variazioni dei prezzi al consumo e le valutazioni dei mercati azionari è cambiata nel corso del tempo. Di solito, le valutazioni tendono a salire quando l'inflazione è bassa ma in aumento. Se invece i prezzi al consumo sono alti e in aumento o bassi e in calo, esercitano un impatto negativo per il mercato azionario. “I recenti cali degli indici di Borsa, attribuiti alle aspettative di un'inflazione più alta, non sembrano pertanto ripercorrere questo trend storico. Sembrerebbero piuttosto da attribuire all'impatto indiretto di una maggiore inflazione sui rendimenti obbligazionari, il cui rialzo influisce negativamente sui segmenti molto costosi del mercato azionario”, tiene a precisare James Athey, Investment Director, Aberdeen Standard Investments.
Il principale riferimento è ai titoli tecnologici che risultano esprimere attualmente valutazioni molto elevate. I loro prezzi sono sempre più sensibili ai cambiamenti dei rendimenti obbligazionari dal momento che questi ultimi operano come fattore di sconto nel calcolo del valore attuale dei guadagni futuri: più i rendimenti del reddito fisso scendono più si apprezzano le valutazioni dei titoli ad alta crescita e viceversa. “I titoli tecnologici hanno avuto un comportamento come ‘proxy obbligazionari’. Le loro quotazioni salgono e scendono con i rendimenti obbligazionari come conseguenza della percezione che la crescita dei guadagni non è altamente ciclica e in effetti può migliorare se l'attività economica è frenata a causa delle politiche di lockdown dei governi” spiega il manager.
Negli Stati Uniti il peso sui listini dei titoli tecnologici è dominante, sia in termini di capitalizzazione di mercato che di profitti, al punto che le performance negative del settore determinano in modo significativo la tendenza del mercato più ampio. Al contrario in Europa il peso della tecnologia è limitato mentre hanno una cospicua rilevanza sui listini le società di valore e cicliche che di norma potrebbero beneficiare di un ambiente di crescita e inflazione in aumento. “Sembrerebbe pertanto che la principale giustificazione per la recente debolezza dei mercati azionari derivi dal fatto che gli investitori stiano anticipando una politica monetaria meno favorevole nel prossimo futuro come risultato della riapertura economica in corso” riferisce Athey.
Negli ultimi 12 mesi i mercati azionari di tutto il mondo si sono rivalutati in modo considerevole, incorporando nei prezzi una quantità enorme di buone notizie e un limitato premio di rischio, nonostante l’incertezza macroeconomica. “Non possiamo pertanto escludere che in futuro si ripresentino fasi di debolezza degli asset di rischio come conseguenza dei livelli quasi euforici di fiducia degli investitori in netto contrasto con le prospettive a medio termine delle economie e delle posizioni politiche prevalenti” conclude l’Investment Director di Aberdeen Standard Investments.
LA RELAZIONE TRA INFLAZIONE E MERCATI AZIONARI
La relazione tra le variazioni dei prezzi al consumo e le valutazioni dei mercati azionari è cambiata nel corso del tempo. Di solito, le valutazioni tendono a salire quando l'inflazione è bassa ma in aumento. Se invece i prezzi al consumo sono alti e in aumento o bassi e in calo, esercitano un impatto negativo per il mercato azionario. “I recenti cali degli indici di Borsa, attribuiti alle aspettative di un'inflazione più alta, non sembrano pertanto ripercorrere questo trend storico. Sembrerebbero piuttosto da attribuire all'impatto indiretto di una maggiore inflazione sui rendimenti obbligazionari, il cui rialzo influisce negativamente sui segmenti molto costosi del mercato azionario”, tiene a precisare James Athey, Investment Director, Aberdeen Standard Investments.
TITOLI TECNOLOGICI
Il principale riferimento è ai titoli tecnologici che risultano esprimere attualmente valutazioni molto elevate. I loro prezzi sono sempre più sensibili ai cambiamenti dei rendimenti obbligazionari dal momento che questi ultimi operano come fattore di sconto nel calcolo del valore attuale dei guadagni futuri: più i rendimenti del reddito fisso scendono più si apprezzano le valutazioni dei titoli ad alta crescita e viceversa. “I titoli tecnologici hanno avuto un comportamento come ‘proxy obbligazionari’. Le loro quotazioni salgono e scendono con i rendimenti obbligazionari come conseguenza della percezione che la crescita dei guadagni non è altamente ciclica e in effetti può migliorare se l'attività economica è frenata a causa delle politiche di lockdown dei governi” spiega il manager.
UNA POLITICA MONETARIA MENO FAVOREVOLE NEL PROSSIMO FUTURO
Negli Stati Uniti il peso sui listini dei titoli tecnologici è dominante, sia in termini di capitalizzazione di mercato che di profitti, al punto che le performance negative del settore determinano in modo significativo la tendenza del mercato più ampio. Al contrario in Europa il peso della tecnologia è limitato mentre hanno una cospicua rilevanza sui listini le società di valore e cicliche che di norma potrebbero beneficiare di un ambiente di crescita e inflazione in aumento. “Sembrerebbe pertanto che la principale giustificazione per la recente debolezza dei mercati azionari derivi dal fatto che gli investitori stiano anticipando una politica monetaria meno favorevole nel prossimo futuro come risultato della riapertura economica in corso” riferisce Athey.
POSSIBILI NUOVE FASI DI DEBOLEZZA DEGLI ASSET DI RISCHIO
Negli ultimi 12 mesi i mercati azionari di tutto il mondo si sono rivalutati in modo considerevole, incorporando nei prezzi una quantità enorme di buone notizie e un limitato premio di rischio, nonostante l’incertezza macroeconomica. “Non possiamo pertanto escludere che in futuro si ripresentino fasi di debolezza degli asset di rischio come conseguenza dei livelli quasi euforici di fiducia degli investitori in netto contrasto con le prospettive a medio termine delle economie e delle posizioni politiche prevalenti” conclude l’Investment Director di Aberdeen Standard Investments.