dichiarazione dei redditi
Tasse, nel 2019 un contribuente su quattro non ha versato l’Iperf
Il reddito medio degli italiani è stato 21.800 euro: quasi 13 milioni non pagano l’Irpef. Ecco chi la deve pagare e come funziona
28 Maggio 2021 14:13
Le tasse in Italia sono alte ma non tutti le pagano. Nel 2019, il reddito medio degli italiani è stato 21.800 euro: quasi 13 milioni non pagano l’Irpef. In valore assoluto, il numero è cresciuto di 153mila unità, secondo i dati diffusi dal Mef che in una nota specifica come nel 2020, sono state 22 milioni le persone che hanno usato il modello 730 per dichiarare i redditi riferiti all’anno di imposta 2019. I più ricchi? I lombardi, mentre quelli con il reddito pro capite più basso sono i calabresi.
I contribuenti che hanno scelto il modello “Redditi Persone Fisiche”, quello Unico per intenderci, sono stati 9,1 milioni, mentre dei restanti 10,4 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello compilato dal sostituto di imposta. Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 884 miliardi di euro, in aumento di 4,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.800 euro.
Guardando più nel dettaglio i dati, la regione con un reddito medio complessivo più alto è la Lombardia (25.780 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.970 euro), mentre la Calabria è il fanalino di coda, con un reddito medio dichiarato di 15.600 euro. Sul fronte fiscale, sono 12,8 milioni gli italiani che non versano l’Irpef. Per l’anno di imposta 2019, quindi analizzando le dichiarazioni presentate l’anno scorso, l’imposta netta totale dichiarata è pari a 165,1 miliardi di euro (+0,5% rispetto all’anno precedente).
Sempre secondo i dati del Tesoro, l’imposta netta Irpef risulta pari in media a 5mila e 300 euro e viene dichiarata da circa 31,2 milioni di soggetti, pari a circa il 75% del totale dei contribuenti. E quanti sono gli italiani che non versano neanche un centesimo? Ben 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Per la maggior parte dei casi, si tratta di soggetti con redditi bassi, che non superano la soglia di esenzione. È prevista, infatti, una “no tax area” per redditi da lavoro dipendente fino a 8.145 euro.
Oltre il 70% dei contribuenti che dichiara il 67% dell’Irpef totale è nella fascia tra i 15mila e i 70mila euro; il 27% dichiara circa il 4% dell’Irpef totale ed è nella classe fino a 15mila euro e solo il 4% dichiara più di 70mila euro, versando il 29% dell’Irpef totale. Per alleggerire una tassazione, che in Italia è tra le più alte in Europa, raddoppiano e superano il milione e mezzo le adesioni al regime forfettario per le partite Iva, con flat tax al 5-15% fino a 65mila euro. Tornando sull’Irpef, se ai 10,4 milioni di soggetti esenti, si aggiungono anche i contribuenti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus “80 euro”, la platea di coloro che non pagano la tassa sale a 12,8 milioni.
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche che è stata introdotta con la riforma tributaria del 1973. Si tratta di una tassa che riguarda le persone fisiche e, in alcuni casi, le società che però la versano attraverso i soci. Chi risiede in Italia paga sui redditi prodotti in Italia o all’estero, chi invece non è residente è tenuto a versare l’imposta solo relativamente ai redditi prodotti nel territorio italiano. La tassa è progressiva e aumenta quindi in base al reddito: più si guadagna e maggiore sarà l’imposta dal versare al Fisco.
L’imposta viene calcolata applicando un’aliquota a diversi scaglioni di reddito. Il lavoratore che guadagna fino a 15mila euro lordi, verserà il 23 per cento; oltre i 15mila e fino a 28mila euro l’aliquota è del 27 per cento; fino a 55mila euro l’aliquota sale al 38 per cento. Per i redditi fino a 75mila euro lordi è prevista un’aliquota del 41 per cento che sale al 43 per cento per i redditi più alti di 75mila euro.
Facciamo un esempio per semplificare: se un lavoratore dipendente guadagna 30mila euro lordi, sarà soggetto a un’imposta lorda del 23 per cento per i primi 15mila euro (3.450 euro), a cui si somma il 27 per cento sui redditi da 15mila e 28mila euro (3.510 euro), più il 38 per cento per i restanti 2mila euro (760 euro). In totale, quindi, un reddito lordo di 30mila euro è soggetto al pagamento di un importo Irpef di 7.720 euro. Con questo sistema di calcolo, su 90mila euro, l’imposta lorda è pari a 31.870 euro.
L’Irpef si può alleggerire se vengono applicate detrazioni e deduzioni. Per la detrazioni, ci sono due grandi categorie: quelle che spettano in virtù del reddito percepito e quelle legate a spese sostenute. Nel primo gruppo rientrano le detrazioni per redditi di lavoro dipendente, di pensione, di lavoro autonomo e quelle per carichi di famiglia: queste detrazioni sono decrescenti al crescere del reddito. Tra le spese detraibili ci sono quelle relative agli interessi passivi del mutuo per la prima casa, i lavori di ristrutturazione, le spese scolastiche o le spese mediche che, dal 2020, però devono essere state pagate con strumenti tracciabili per poterne richiedere la detrazione fiscale.
Otre alle detrazioni, ci sono anche le deduzioni. Si tratta di spese sostenute che vanno ad alleggerire il reddito imponibile, facendo diminuire l’aliquota fiscale. Per esempio sono le le donazioni ad organizzazioni non governative o alle associazioni no-profit, i contributi versati per la previdenza complementare (fino ad un massimo di poco superiore a 5mila euro annui), gli assegni di mantenimento in caso di separazione o divorzio.
REDDITO COMPLESSIVO A 884 MILIARDI
I contribuenti che hanno scelto il modello “Redditi Persone Fisiche”, quello Unico per intenderci, sono stati 9,1 milioni, mentre dei restanti 10,4 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello compilato dal sostituto di imposta. Il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 884 miliardi di euro, in aumento di 4,5 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, per un valore medio di 21.800 euro.
LOMBARDIA REGIONE PIÙ RICCA
Guardando più nel dettaglio i dati, la regione con un reddito medio complessivo più alto è la Lombardia (25.780 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.970 euro), mentre la Calabria è il fanalino di coda, con un reddito medio dichiarato di 15.600 euro. Sul fronte fiscale, sono 12,8 milioni gli italiani che non versano l’Irpef. Per l’anno di imposta 2019, quindi analizzando le dichiarazioni presentate l’anno scorso, l’imposta netta totale dichiarata è pari a 165,1 miliardi di euro (+0,5% rispetto all’anno precedente).
IRPEF MEDIA A 5.300 EURO
Sempre secondo i dati del Tesoro, l’imposta netta Irpef risulta pari in media a 5mila e 300 euro e viene dichiarata da circa 31,2 milioni di soggetti, pari a circa il 75% del totale dei contribuenti. E quanti sono gli italiani che non versano neanche un centesimo? Ben 10,4 milioni di soggetti hanno un’imposta netta pari a zero. Per la maggior parte dei casi, si tratta di soggetti con redditi bassi, che non superano la soglia di esenzione. È prevista, infatti, una “no tax area” per redditi da lavoro dipendente fino a 8.145 euro.
Il 70% DICHIARA FINO A 70MILA EURO
Oltre il 70% dei contribuenti che dichiara il 67% dell’Irpef totale è nella fascia tra i 15mila e i 70mila euro; il 27% dichiara circa il 4% dell’Irpef totale ed è nella classe fino a 15mila euro e solo il 4% dichiara più di 70mila euro, versando il 29% dell’Irpef totale. Per alleggerire una tassazione, che in Italia è tra le più alte in Europa, raddoppiano e superano il milione e mezzo le adesioni al regime forfettario per le partite Iva, con flat tax al 5-15% fino a 65mila euro. Tornando sull’Irpef, se ai 10,4 milioni di soggetti esenti, si aggiungono anche i contribuenti la cui imposta netta è interamente compensata dal bonus “80 euro”, la platea di coloro che non pagano la tassa sale a 12,8 milioni.
COS’È L’IRPEF E COME FUNZIONA
L’Irpef è l’imposta sul reddito delle persone fisiche che è stata introdotta con la riforma tributaria del 1973. Si tratta di una tassa che riguarda le persone fisiche e, in alcuni casi, le società che però la versano attraverso i soci. Chi risiede in Italia paga sui redditi prodotti in Italia o all’estero, chi invece non è residente è tenuto a versare l’imposta solo relativamente ai redditi prodotti nel territorio italiano. La tassa è progressiva e aumenta quindi in base al reddito: più si guadagna e maggiore sarà l’imposta dal versare al Fisco.
LE ALIQUOTE IRPEF
L’imposta viene calcolata applicando un’aliquota a diversi scaglioni di reddito. Il lavoratore che guadagna fino a 15mila euro lordi, verserà il 23 per cento; oltre i 15mila e fino a 28mila euro l’aliquota è del 27 per cento; fino a 55mila euro l’aliquota sale al 38 per cento. Per i redditi fino a 75mila euro lordi è prevista un’aliquota del 41 per cento che sale al 43 per cento per i redditi più alti di 75mila euro.
QUANTO PAGA CHI GUADAGNA 30MILA EURO?
Facciamo un esempio per semplificare: se un lavoratore dipendente guadagna 30mila euro lordi, sarà soggetto a un’imposta lorda del 23 per cento per i primi 15mila euro (3.450 euro), a cui si somma il 27 per cento sui redditi da 15mila e 28mila euro (3.510 euro), più il 38 per cento per i restanti 2mila euro (760 euro). In totale, quindi, un reddito lordo di 30mila euro è soggetto al pagamento di un importo Irpef di 7.720 euro. Con questo sistema di calcolo, su 90mila euro, l’imposta lorda è pari a 31.870 euro.
LE DETRAZIONI IRPEF
L’Irpef si può alleggerire se vengono applicate detrazioni e deduzioni. Per la detrazioni, ci sono due grandi categorie: quelle che spettano in virtù del reddito percepito e quelle legate a spese sostenute. Nel primo gruppo rientrano le detrazioni per redditi di lavoro dipendente, di pensione, di lavoro autonomo e quelle per carichi di famiglia: queste detrazioni sono decrescenti al crescere del reddito. Tra le spese detraibili ci sono quelle relative agli interessi passivi del mutuo per la prima casa, i lavori di ristrutturazione, le spese scolastiche o le spese mediche che, dal 2020, però devono essere state pagate con strumenti tracciabili per poterne richiedere la detrazione fiscale.
E LE DEDUZIONI
Otre alle detrazioni, ci sono anche le deduzioni. Si tratta di spese sostenute che vanno ad alleggerire il reddito imponibile, facendo diminuire l’aliquota fiscale. Per esempio sono le le donazioni ad organizzazioni non governative o alle associazioni no-profit, i contributi versati per la previdenza complementare (fino ad un massimo di poco superiore a 5mila euro annui), gli assegni di mantenimento in caso di separazione o divorzio.
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