decarbonizzazione

Vontobel: "In arrivo il superciclo dell’energia pulita"

Gli esperti di Vontobel raccomandano un portafoglio di lungo termine incentrato sulle sfide ambientali e sulle infrastrutture per l’energia pulita e sulla mobilità a basse emissioni di carbonio

1 Giugno 2021 08:00

financialounge -  decarbonizzazione ESG Matthias Fawer Morning News Pascal Dundle Scenari Vontobel
I prossimi tre decenni saranno probabilmente caratterizzati da un superciclo degli investimenti in tecnologia energetica ‘pulita’. Le infrastrutture di energia pulita e il trasporto di persone e cose a basse emissioni sono le due componenti fondamentali in un portafoglio incentrato sulle sfide ambientali. La globalizzazione delle politiche climatiche in tutto il mondo e l'obiettivo delle superpotenze globali di azzerare le emissioni tra il 2050 e il 2060 daranno impulso agli investimenti in infrastrutture verdi, anche grazie a pacchetti di stimolo per l'ecologizzazione delle maggiori economie, e nei prossimi trent'anni ci saranno molte opportunità interessanti per gli investitori a lungo termine nel settore energetico.

IL RUOLO DEL PROGRESSO TECNOLOGICO


Lo sostengono Pascal Dudle, Head of Listed Impact, e Matthias Fawer, Analyst ESG & Impact Assessment, entrambi di Vontobel, sottolineando che comunque il petrolio, anche se potrebbe essere destinato a scomparire come combustibile fossile, resta importante per molti altri settori. Il mondo sta lentamente uscendo dalla dipendenza da petrolio anche perché un’auto sportiva elettrica è molto più ‘cool’ di un SUV succhia-benzina. Nonostante quello che pensano alcuni esperti, secondo l’analisi di Vontobel molte delle tecnologie necessarie per passare all’energia pulita sono già disponibili, perché è il progresso tecnologico a guidare le soluzioni climatiche più che le politiche dei governi.

COSTI ORMAI COMPETITIVI


Secondo i due esperti di Vontobel, gli impegni dei governi per la decarbonizzazione del mondo resteranno scritti sulla sabbia senza un rapido progresso tecnologico, che si sta realizzando lentamente, ma è già senza alcun dubbio in atto. Dudle e Fawer citano la crescita esponenziale delle rinnovabili, sostenuta dall’avanzata tecnologica dell'ultimo decennio, sottolineando che per una nuova installazione il costo dell'elettricità prodotta dall'eolico e dal solare è minore di quello del nucleare o del carbone, e anche leggermente inferiore a quello del gas naturale. Nel 2020 quasi il 90% dell'aumento di capacità energetica totale nel mondo è stato ottenuto grazie alla crescita di eolico, solare e idroelettrico.

L’IMPEGNO DEI GOVERNI DI UE E USA


I governi di tutto il mondo stanno annunciando massicci pacchetti per le infrastrutture ecologiche, come il Green Deal dell'Unione Europea, per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e azzerare le emissioni di carbonio entro il 2050. Oltre al pacchetto da 1.000 mld di euro, la Ue ha adottato leggi e politiche chiave, tra cui il Sistema di scambio delle quote di emissione e obiettivi nazionali nei trasporti, in edilizia e in agricoltura. Anche gli Stati Uniti sono rientrati nell'arena del clima globale e hanno presentato un disegno di legge sul clima di ampia portata per azzerare completamente le emissioni di carbonio sempre entro il 2050, favorendo investimenti multimiliardari in infrastrutture ecocompatibili.

ANCHE LA CINA PREPARA UN GRANDE SFORZO


La Cina, che rimane il principale inquinatore del pianeta, allo stesso tempo e il primo produttore di componenti e installatore di infrastrutture verdi del mondo, e intende raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060. Questo sforzo, che secondo Goldman Sachs sarà trainato da energie rinnovabili, “idrogeno pulito” e cattura del carbonio, e richiederebbe investimenti per 16.000 mld di dollari. Se tutti questi progetti saranno realizzati o meno sarà argomento di dibattito, ma comunque la si guardi i governi investiranno quantità ingenti di denaro.

LA POLITICA SOTTOVALUTA LA TECNOLOGIA


Insieme al numero di paesi che promettono di combattere il cambiamento climatico aumenta anche quello dei responsabili politici dedicati alla missione, come l’ex governatore della Bank of England Mark Carney, oggi inviato speciale dell’ONU per il cambiamento climatico, o l’ex Segretario di Stato John Kerry, inviato per il clima del Presidente Biden. Ma non sempre i politici sono consapevoli delle tecnologie su cui si può già contare, lo stesso Kerry ha recentemente dichiarato che il 50% dei tagli alle emissioni da realizzare dovrebbe provenire da tecnologie “che ancora non abbiamo”, non considerando che utilizzando e investendo nella tecnologia pulita già disponibile si potrebbe andare molto lontano.

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