Carlo Benetti
GAM: la crescita sarà possibile innovando i processi produttivi globali
Carlo Benetti, Market Specialist di GAM, riflette su quanto il post-pandemia sia un tempo di sfida per governi e mercato, coinvolti nello sforzo collettivo di ammodernare le economie e correggere le debolezze strutturali delle società
2 Giugno 2021 10:00
Le crisi sono sfide capaci di segnare modi e tempi di sviluppo di una società. È l’assunto di base della riflessione proposta da Carlo Benetti, Market specialist di GAM (Italia) SGR. Paragonando la portata cruciale dei cambiamenti imposti dalla pandemia a quanto accaduto nel mondo nel 2001 prima e nel 2008 poi, l’esperto s’interroga su quale tipo di “normalità” ci aspetti quando tutto sarà davvero finito.
La risposta è contenuta in una parola: sviluppo. Ora che le economie sono tornate a crescere, che gli Stati Uniti sperimentano un rimbalzo a tassi cinesi, “non può bastare”, sottolinea Benetti, “il ripristino delle condizioni preesistenti alla pandemia”. C’è bisogno di coltivare “ambizioni trasformative”. E per farlo è necessario liberarsi dai nodi e vincoli che ci tengono arenati a un presente privo di prospettive. Il termine “s-viluppo” evoca esattamente questo, ricorda l’esperto di GAM: “togliere i viluppi, ovvero le catene come lo sono quelle della fame e dell’ignoranza. Ha dunque a che fare con la libertà e la crescita economica non può essere disgiunta da processi innovativi che trasformino la struttura del sistema sociale”.
E siccome, come dicevamo in apertura, le crisi sono anche sfide, la sfida cruciale del post pandemia è quella della produttività, “da tempo il punto debole delle economie avanzate”, sottolinea Benetti. Il Giappone, l’Eurozona e la Cina stanno invecchiando più rapidamente degli Stati Uniti e il peso del debito è destinato ad aumentare con una forza lavoro via via più scarsa e più vecchia. L’invecchiamento esige che si accelerino i miglioramenti nei processi produttivi perché, scrive l’esperto di GAM, “solo economie più efficienti potranno migliorare le retribuzioni, innalzare gli standard di vita, ampliare gli interventi di welfare e dare fiducia nelle capacità di rimborsare debiti cresciuti a livelli senza precedenti”. In una parola, per uscire dalla crisi globale e risollevare un tessuto fiacco – quello della produttività in molte aree del mondo – è fondamentale lo sviluppo.
L’azione dei governi in questo è fondamentale. I piani proposti da Joe Biden e dalla Commissione europea, nota Benetti, sono “un’occasione straordinaria per migliorare la struttura stessa delle società, attenuandone le disuguaglianze o rimettendo in moto l’unico ascensore sociale che ha dimostrato di funzionare, l’istruzione”. L’importanza di quest’ultima nel garantire la partecipazione attiva alla vita sociale ed economica viene evidenziata anche da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia.
Un settore di cui la crisi ha rivelato la vulnerabilità è poi il sistema finanziario. Rivelatore il caso di Game Stop, con i social network che hanno modellato le aspettative di una moltitudine di individui che, a loro volta, hanno agito in base a quanto letto sui blog o ascoltato dagli influencer. Ma l’interazione tra social media e investitori – ammonisce Benetti – “altera il concetto di efficienza dei mercati rendendo necessarie interpretazioni originali su come si formino le opinioni e su quali siano le loro conseguenze sui prezzi”. Il punto di congiunzione tra le prospettive dell’economia nel post-pandemia e mercati finanziari efficienti, conclude l'esperto, è nel lungo termine.
LO "S-VILUPPO" NECESSARIO PER USCIRE DALLA CRISI
La risposta è contenuta in una parola: sviluppo. Ora che le economie sono tornate a crescere, che gli Stati Uniti sperimentano un rimbalzo a tassi cinesi, “non può bastare”, sottolinea Benetti, “il ripristino delle condizioni preesistenti alla pandemia”. C’è bisogno di coltivare “ambizioni trasformative”. E per farlo è necessario liberarsi dai nodi e vincoli che ci tengono arenati a un presente privo di prospettive. Il termine “s-viluppo” evoca esattamente questo, ricorda l’esperto di GAM: “togliere i viluppi, ovvero le catene come lo sono quelle della fame e dell’ignoranza. Ha dunque a che fare con la libertà e la crescita economica non può essere disgiunta da processi innovativi che trasformino la struttura del sistema sociale”.
URGE POTENZIARE I PROCESSI PRODUTTIVI
E siccome, come dicevamo in apertura, le crisi sono anche sfide, la sfida cruciale del post pandemia è quella della produttività, “da tempo il punto debole delle economie avanzate”, sottolinea Benetti. Il Giappone, l’Eurozona e la Cina stanno invecchiando più rapidamente degli Stati Uniti e il peso del debito è destinato ad aumentare con una forza lavoro via via più scarsa e più vecchia. L’invecchiamento esige che si accelerino i miglioramenti nei processi produttivi perché, scrive l’esperto di GAM, “solo economie più efficienti potranno migliorare le retribuzioni, innalzare gli standard di vita, ampliare gli interventi di welfare e dare fiducia nelle capacità di rimborsare debiti cresciuti a livelli senza precedenti”. In una parola, per uscire dalla crisi globale e risollevare un tessuto fiacco – quello della produttività in molte aree del mondo – è fondamentale lo sviluppo.
LE INIZIATIVE DEI GOVERNI
L’azione dei governi in questo è fondamentale. I piani proposti da Joe Biden e dalla Commissione europea, nota Benetti, sono “un’occasione straordinaria per migliorare la struttura stessa delle società, attenuandone le disuguaglianze o rimettendo in moto l’unico ascensore sociale che ha dimostrato di funzionare, l’istruzione”. L’importanza di quest’ultima nel garantire la partecipazione attiva alla vita sociale ed economica viene evidenziata anche da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia.
L'IMPATTO DELLA CRISI SUL SISTEMA FINANZIARIO
Un settore di cui la crisi ha rivelato la vulnerabilità è poi il sistema finanziario. Rivelatore il caso di Game Stop, con i social network che hanno modellato le aspettative di una moltitudine di individui che, a loro volta, hanno agito in base a quanto letto sui blog o ascoltato dagli influencer. Ma l’interazione tra social media e investitori – ammonisce Benetti – “altera il concetto di efficienza dei mercati rendendo necessarie interpretazioni originali su come si formino le opinioni e su quali siano le loro conseguenze sui prezzi”. Il punto di congiunzione tra le prospettive dell’economia nel post-pandemia e mercati finanziari efficienti, conclude l'esperto, è nel lungo termine.