inflazione
Perché l’inflazione Usa impatta anche i Mercati Emergenti
Raiffeisen Capital Management segnala che gli investitori azionari e obbligazionari stanno esitando a investire negli Emergenti perché aspettano di vedere gli effetti di inflazione e tassi americani in salita
2 Giugno 2021 10:00
L’inflazione USA è sotto i riflettori degli investitori globali non solo nell’area dei Paesi sviluppati, ma anche nei Mercati Emergenti, sia per quanto riguarda l’azionario che l’obbligazionario. Nell’ultimo mese i mercati azionari emergenti hanno registrato di nuovo un andamento nettamente più debole rispetto a quelli sviluppati, mentre anche la performance globale delle azioni cicliche è stata nel complesso inferiore a quella dei titoli tecnologici e di crescita, i cosiddetti “growth”.
Il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management spiega in un commento che il supporto fornito dall’indebolimento del dollaro e dagli aumenti in parte molto forti dei prezzi delle materie prime è stato infatti contrastato da crescenti timori di inflazione e di rialzi dei tassi d'interesse negli USA. Per quanto gradito possa essere stato il recente rallentamento della dinamica al rialzo dei rendimenti dei Treasury americani, gli investitori guardano al futuro con preoccupazione per capire se la convinzione ripetutamente espressa dalla Federal Reserve USA che il forte aumento dei prezzi al consumo in corso in America non durerà, reggerà alla prova dei dati e dei fatti.
Finché le convinzioni della Banca Centrale guidata da Jay Powell non saranno supportate da fatti concreti, sottolineano gli esperti di Raiffeisen Capital Management, molti operatori di mercato possono temere che la Fed possa sbagliarsi e, di conseguenza, si preparano anche a uno scenario inflazionistico. In alcuni casi, le decisioni di investimento degli investitori globali, come ad esempio massicci acquisti di materie prime, potrebbero amplificare proprio quei fattori dai quali stanno cercando di proteggersi.
Secondo l’analisi di Raiffeisen, per i Mercati Emergenti azionari e obbligazionari questo significa che molti investitori attualmente stanno esitando a investire massicciamente la propria liquidità nei Paesi Emergenti, nonostante le valutazioni più favorevoli e le buone prospettive di rendimento a lungo termine. Questa cautela degli investitori globali si riflette nei flussi di capitale verso le azioni e obbligazioni dei Paesi Emergenti, che restano ancora positivi, ma rispetto agli ultimi mesi si sono ridotti di molto.
Il sentiment è stato poco supportato anche dalla situazione pandemica ancora molto critica in Brasile e in India, anche se gli indici azionari di entrambi i paesi sono appena sotto i loro massimi storici. Ma se espressi in dollari USA, osservano gli esperti di Raiffeisen, sono un po' più lontani dai massimi livelli. In conclusione, l'andamento dell'inflazione, soprattutto negli USA, rimarrà per ora un tema importante anche per le azioni e le obbligazioni dei Paesi Emergenti.
Secondo il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, finché i timori di inflazione negli USA rimarranno acuti o continueranno addirittura ad aumentare - e con essi le preoccupazioni di un nuovo aumento dei rendimenti USA e di un rafforzamento del dollaro - la cautela di almeno alcuni investitori riguardo alle azioni dei Paesi Emergenti potrebbe persistere, anche perché al momento negli USA si prevede una crescita economica e degli utili aziendali molto forte, che attirerà ulteriormente gli investitori.
In conclusione, secondo gli esperti di Raiffeisen, ci sono buoni motivi per ritenere che i rialzi dell'inflazione negli USA siano solo temporanei, ma anche delle indicazioni che l'aumento potrebbe essere più duraturo e forte di quanto la Fed e il consenso di mercato credano attualmente. Tra uno o due trimestri si vedrà, in base ai dati, in quale direzione ci si sta muovendo, e fino ad allora il dibattito continuerà e molto probabilmente avrà un forte impatto sui mercati finanziari in tutto il mondo, anche se influenzerà relativamente poco le prospettive di lungo periodo dei Mercati Emergenti che, per Raiffeisen, continuano a essere positive.
TIMORI DI INFLAZIONE E RIALZO DEI TASSI
Il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management spiega in un commento che il supporto fornito dall’indebolimento del dollaro e dagli aumenti in parte molto forti dei prezzi delle materie prime è stato infatti contrastato da crescenti timori di inflazione e di rialzi dei tassi d'interesse negli USA. Per quanto gradito possa essere stato il recente rallentamento della dinamica al rialzo dei rendimenti dei Treasury americani, gli investitori guardano al futuro con preoccupazione per capire se la convinzione ripetutamente espressa dalla Federal Reserve USA che il forte aumento dei prezzi al consumo in corso in America non durerà, reggerà alla prova dei dati e dei fatti.
I TIMORI DEGLI INVESTITORI
Finché le convinzioni della Banca Centrale guidata da Jay Powell non saranno supportate da fatti concreti, sottolineano gli esperti di Raiffeisen Capital Management, molti operatori di mercato possono temere che la Fed possa sbagliarsi e, di conseguenza, si preparano anche a uno scenario inflazionistico. In alcuni casi, le decisioni di investimento degli investitori globali, come ad esempio massicci acquisti di materie prime, potrebbero amplificare proprio quei fattori dai quali stanno cercando di proteggersi.
ESITAZIONI A INVESTIRE
Secondo l’analisi di Raiffeisen, per i Mercati Emergenti azionari e obbligazionari questo significa che molti investitori attualmente stanno esitando a investire massicciamente la propria liquidità nei Paesi Emergenti, nonostante le valutazioni più favorevoli e le buone prospettive di rendimento a lungo termine. Questa cautela degli investitori globali si riflette nei flussi di capitale verso le azioni e obbligazioni dei Paesi Emergenti, che restano ancora positivi, ma rispetto agli ultimi mesi si sono ridotti di molto.
I CASI DI BRASILE E INDIA
Il sentiment è stato poco supportato anche dalla situazione pandemica ancora molto critica in Brasile e in India, anche se gli indici azionari di entrambi i paesi sono appena sotto i loro massimi storici. Ma se espressi in dollari USA, osservano gli esperti di Raiffeisen, sono un po' più lontani dai massimi livelli. In conclusione, l'andamento dell'inflazione, soprattutto negli USA, rimarrà per ora un tema importante anche per le azioni e le obbligazioni dei Paesi Emergenti.
IL FATTORE CRESCITA USA
Secondo il team CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, finché i timori di inflazione negli USA rimarranno acuti o continueranno addirittura ad aumentare - e con essi le preoccupazioni di un nuovo aumento dei rendimenti USA e di un rafforzamento del dollaro - la cautela di almeno alcuni investitori riguardo alle azioni dei Paesi Emergenti potrebbe persistere, anche perché al momento negli USA si prevede una crescita economica e degli utili aziendali molto forte, che attirerà ulteriormente gli investitori.
POSITIVI NEL LUNGO TERMINE
In conclusione, secondo gli esperti di Raiffeisen, ci sono buoni motivi per ritenere che i rialzi dell'inflazione negli USA siano solo temporanei, ma anche delle indicazioni che l'aumento potrebbe essere più duraturo e forte di quanto la Fed e il consenso di mercato credano attualmente. Tra uno o due trimestri si vedrà, in base ai dati, in quale direzione ci si sta muovendo, e fino ad allora il dibattito continuerà e molto probabilmente avrà un forte impatto sui mercati finanziari in tutto il mondo, anche se influenzerà relativamente poco le prospettive di lungo periodo dei Mercati Emergenti che, per Raiffeisen, continuano a essere positive.