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Per il mining delle criptovalute ora si usa il letame
L'idea di un agricoltore gallese per rendere più sostenibile l'estrazione delle criptovalute
11 Giugno 2021 10:23
L'elevato consumo energetico del mining, il processo di produzione informatica delle criptovalute, ha sollevato un acceso dibattito. Elon Musk, guru del mondo cripto, ha recentemente stoppato l'acquisto di Tesla con Bitcoin proprio a causa delle emissioni di carbonio provocate dal mining. Secondo uno studio dell'università di Cambridge, l'estrazione del Bitcoin consuma una quantità di energia pari al fabbisogno dell'intera Argentina. Così i "minatori" nel mondo stanno correndo ai ripari e sono andati alla ricerca di fonti di energia alternative.
Nel Nord Dakota la corrente elettrica necessaria ai supercomputer per il mining delle criptovalute arriva dal gas naturale in eccesso dei giacimenti. Nella regione cinese del Sichuan si utilizza l'energia idroelettrica, prodotta in abbondanza con sistemi innovativi. Nella contea del Denbingshire, in Galles, la materia prima usata per produrre corrente elettrica è il letame delle mucche. L'idea è venuta a un agricoltore del posto, Philip Hughes (nella foto in alto insieme a Josh Riddett), che ha realizzato un digestore anaerobico capace di trasformare il metano ottenuto dal letame in corrente elettrica, più o meno una centrale biogas su piccola scala.
Circa due terzi dell'energia elettrica prodotta vengono utilizzati per alimentare la fattoria di famiglia. La parte restante alimenta un altro tipo di fattoria, la "cryptocurrency farm" composta da una serie di potenti computer, che in questo caso produce Ethereum, la moneta digitale più famosa dopo il Bitcoin. I "mining rig", le piattaforme per il mining delle criptovalute, sono stati messi a disposizione da Josh Riddett, fondatore di Easy Crypto Hunter, società specializzata nel mining "sostenibile" con sede a Manchester. La società ha già utilizzato in passato energia prodotta con generatori solari, eolici e idroelettrici per rendere meno impattante, per l'ambiente, il mining delle criptovalute. Nei progetti di Hughes e Riddet c'è l'idea di esportare questo modello anche in altre zone del Regno Unito.
DALL'ENERGIA IDROELETTRICA AL GAS IN ECCESSO
Nel Nord Dakota la corrente elettrica necessaria ai supercomputer per il mining delle criptovalute arriva dal gas naturale in eccesso dei giacimenti. Nella regione cinese del Sichuan si utilizza l'energia idroelettrica, prodotta in abbondanza con sistemi innovativi. Nella contea del Denbingshire, in Galles, la materia prima usata per produrre corrente elettrica è il letame delle mucche. L'idea è venuta a un agricoltore del posto, Philip Hughes (nella foto in alto insieme a Josh Riddett), che ha realizzato un digestore anaerobico capace di trasformare il metano ottenuto dal letame in corrente elettrica, più o meno una centrale biogas su piccola scala.
CRIPTOVALUTE PIÙ SOSTENIBILI
Circa due terzi dell'energia elettrica prodotta vengono utilizzati per alimentare la fattoria di famiglia. La parte restante alimenta un altro tipo di fattoria, la "cryptocurrency farm" composta da una serie di potenti computer, che in questo caso produce Ethereum, la moneta digitale più famosa dopo il Bitcoin. I "mining rig", le piattaforme per il mining delle criptovalute, sono stati messi a disposizione da Josh Riddett, fondatore di Easy Crypto Hunter, società specializzata nel mining "sostenibile" con sede a Manchester. La società ha già utilizzato in passato energia prodotta con generatori solari, eolici e idroelettrici per rendere meno impattante, per l'ambiente, il mining delle criptovalute. Nei progetti di Hughes e Riddet c'è l'idea di esportare questo modello anche in altre zone del Regno Unito.
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