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La svolta dello smart farming secondo Vontobel

Elena Tedesco, portfolio manager di Vontobel, spiega perché le tecniche agricole che uniscono l'efficienza tecnologica al rispetto dell'ambiente possono portare a un aumento della produttività e a una maggiore sostenibilità dei portafogli

22 Giugno 2021 20:00

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Di recente i prezzi dei generi alimentari, in particolare quelli degli oli vegetali, dello zucchero e dei cereali, hanno registrato la maggiore impennata dell’ultimo decennio. A rilevarlo è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), prefigurando un problema sia per i consumatori che per i governi, poiché controllare i prezzi agricoli non rappresenta una soluzione efficace.

AUMENTARE L'EFFICIENZA PRODUTTIVA: LO SMART FARMING


Un’analisi di Elena Tedesco, portfolio manager di Vontobel, evidenzia le strategie possibili per affrontare l’aumento dei prezzi e la connesse carenza di cibo e parte dallo smart farming. Con quest’espressione ci si riferisce a tecniche agricole rispettose dell’ambiente e basate sui dati, quali l’agricoltura di precisione (monitoraggio basato sui dati dei campi per consentire il rilevamento precoce di malattie e l’applicazione mirata di fertilizzanti e pesticidi), l’agricoltura verticale (piante coltivate in scaffali) o l’acquacoltura (ad es. gli allevamenti di pesce). Le società che trainano questi sviluppi, spiega Tedesco, potrebbero non solo contribuire a ridurre la fame nelle regioni più povere del mondo, ma anche a rendere più sostenibili i portafogli.

LE NUOVE SFIDE DEGLI AGRICOLTORI


L’analista di Vontobel fa notare che, sebbene in apparenza ci sia cibo a sufficienza per sfamare l’intero pianeta, si prevede un aumento della produzione pari al 70% per soddisfare una domanda in crescita, legata alle stime di aumento della popolazione mondiale fino a 9,7 miliardi entro il 2050. “Allo stesso tempo, gli agricoltori devono affrontare sfide vecchie e nuove, come la limitata disponibilità di terreno coltivabile, la crescente domanda di acqua dolce, il calo delle rese delle colture e la perdita di biodiversità. Le condizioni meteorologiche estreme derivanti dai cambiamenti climatici peggiorano ulteriormente la situazione. Parallelamente agli sforzi internazionali per affrontare il riscaldamento globale, sono nate iniziative per rendere l'agricoltura più sostenibile, abbandonando le monocolture e i pesticidi e riducendo l'uso di antibiotici negli animali. Un esempio è la strategia Farm to Fork dell'Unione Europea, che si prefigge obiettivi come l'aumento della quota di agricoltura biologica al 25% entro il 2030 rispetto all'attuale 8%”.

LE POTENZIALITÀ DELLO SMART FARMING: MONITORAGGIO DEL BESTIAME E AGRICOLTURA INDOOR


In questo scenario il mercato globale dello smart farming dovrebbe raggiungere un valore di circa 23 miliardi di dollari nel 2022, con il monitoraggio del bestiame e l’agricoltura indoor tra i settori in più rapida crescita. La digitalizzazione, sottolinea Tedesco investendo sempre più anche il settore agricolo, offre ai produttori nuove possibilità di mostrare il loro valore.

IL PRIMO PILASTRO: L'AGRICOLTURA DIGITALE


Guardando al futuro, dunque, l’esperta vede cinque pilastri dominanti. Il primo è l’agricoltura digitale, in cui rientrano, per esempio, i circuiti stampati a vomeri, la robotica utilizzata dagli agricoltori per aumentare i rendimenti, e la tecnologia satellitare.

IL SECONDO PILASTRO: LA SCIENZA DI COLTURE, PIANTE E ANIMALI


C’è poi la scienza delle colture, delle piante e degli animali, che riguarda particolarmente la ricerca genetica e la sua capacità di stabilire i punti di forza e di debolezza specifici degli esseri viventi.

IL TERZO PILASTRO: L'AGRICOLTURA E L'AMBIENTE CONTROLLATO


Il terzo pilastro riguarda l’agricoltura e l’ambiente controllato: ne è esempio l’agricoltura verticale, dove le piante vengono coltivate al chiuso per controllare l’erogazione dei nutrienti loro indispensabili, quali acqua, luce, CO2 e umidità.

IL QUARTO PILASTRO: LA SALUTE DEGLI ANIMALI E IL BENESSERE UMANO


Il quarto pilastro riguarda la salute degli animali e il benessere umano, chiarendo che la prima va di pari passo con la salute dei consumatori. “Questo implica soluzioni che prevengano le malattie, migliorino la cura degli animali malati e controllino l'insorgere di epidemie”, spiega l’analista di Vontobel. “Le proteine vegetali possono rappresentare un'alternativa per chi consuma meno carne o non ne consuma affatto e il loro gusto può essere migliorato con ingredienti alimentari”.

IL QUINTO PILASTRO: OTTIMIZZARE LA CATENA DI APPROVVIGIONAMENTO ALIMENTARE


L’ultimo pilastro è l’ottimizzazione della catena di approvvigionamento alimentare. La FAO stima che il 30% del cibo prodotto per il consumo umano a livello mondiale vada perso o sprecato ungo la catena di approvvigionamento a causa di inefficienze produttive e di problemi logistici. Inoltre, molti alimenti vengono buttati in quanto non appetibili alla vista e questo non fa che accentuare l’entità di sprechi già eccessiva. Tali problemi, si legge nell’analisi, possono essere risolti con sistemi di tracciabilità dei rifiuti, ad esempio.

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