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Sondaggio J.P. Morgan: per un terzo degli investitori i Bitcoin sono "veleno per topi"

Una recente survey vede gli investitori d'accordo con Buffett sui Bitcoin, ma per il 51% le cripto "sono qui per restare". A patto di accettare nuove regole

23 Giugno 2021 10:29

financialounge -  bitcoin criptovalute J.P. Morgan Warren Buffett
Mentre il Bitcoin prova a rialzare la testa dopo essere sceso per la prima volta sotto i 30mila dollari da gennaio, per la regina delle criptovalute arriva un'altra bocciatura. Questa volta da un sondaggio condotto da J.P. Morgan lo scorso 11 giugno, in occasione della 24esima edizione della Macro, Quantitative & Derivatives Conference.

D'ACCORDO CON BUFFETT


Il 33% degli investitori professionali intervistati ha definito il Bitcoin "veleno per topi", dicendosi d'accordo con una frase pronunciata da Warren Buffett all'inizio del 2021. L'Oracolo di Omaha, come viene soprannominato Buffett, aveva bollato il Bitcoin e le criptovalute "veleno per topi al quadrato". Scettico anche un altro 16% degli intervistati, che ha definito le criptovalute "una moda passeggera".

POSIZIONI POLARIZZATE


Tuttavia, il sondaggio condotto da J.P Morgan testimonia la polarizzazione delle posizioni sul Bitcoin e sulle criptovalute in generale. Il 51% degli intervistati, infatti, ha dichiarato che le cripto "sono qui per restare" e che possono diventare un'importante asset class per il futuro. Nonostante questa buona predisposizione per i prossimi anni, la strada per le criptovalute è ancora lunga.

AZIENDE SCETTICHE


Sempre dal sondaggio, risulta infatti che solo il 10% delle aziende intervistate attualmente commercia o investe in criptovalute. L'80% di quelle che non lo fanno hanno inoltre dichiarato che "è poco probabile" che inizino a farlo nei prossimi anni. Una percentuale simile (81%) ritiene che le criptovalute dovranno fare i conti con normative più severe e il 95% ha affermato che, nel mondo delle cripto, le frodi sono frequenti. Infine, il 62% degli intervistati ritiene che le criptovalute siano una bolla, affermazione che fa il paio con la recente survey pubblicata da Bank of America: in questo caso, l'81% dei gestori intervistati ha dichiarato che il Bitcoin è in area bolla finanziaria.

LA STRETTA CINESE


In queste settimane le criptovalute, incluso il Bitcoin, stanno vivendo momenti complicati. La principale cripto, nel momento in cui scriviamo, ha riguadagnato quota 34mila dollari dopo aver toccato il minimo da gennaio, sotto la soglia dei 30mila. La stretta arrivata dalle autorità cinesi, con l'ordine alle banche di fermare le transazioni, sta penalizzando le criptovalute. Il Dogecoin, per esempio, è passato in pochi giorni da 0,28 dollari a 0,16 dollari (ora è a 0,21 dollari) con una perdita secca di quasi il 50%.

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