Federal Reserve

Fidelity: si rafforzano le attese di riduzione degli acquisti della Fed, ma ai mercati può andare bene

Toby Gibb, Global Head of Investment Directing, Equities di Fidelity International, sottolinea che la ‘narrativa’ sul tapering della Fed in arrivo si sta rafforzando ma l’effetto sui mercati può essere benigno

3 Luglio 2021 15:00

financialounge -  Federal Reserve Fidelity International Toby Gibb
La narrazione di un’economia in netta ripresa viene sempre più messa alla prova dal rischio, percepito da mercati e investitori, che le banche centrali inizino a ridurre gli acquisti di asset, il famoso tapering già sperimentato con qualche turbolenza ai tempi di Ben Bernanke alla presidenza della Fed nel 2013. Le ultime letture mensili degli indici ‘core’ del CPI e dell PCE, che misurano l’inflazione al consume, hanno toccato i massimi dall’inizio degli anni 1990, situandosi ben sopra l’obiettivo della stessa Federal Reserve.

I MERCATI GUARDANO AVANTI


Il timore è che la Fed riduca il sostegno di liquidità prima del previsto, ma i mercati azionari guardano avanti, per la precisione all’inizio del 2022 quando è atteso che inizi il tapering. Se i banchieri centrali riescono ad abituare per tempo all’idea gli investitori sui mercati azionari, ci potrebbe essere un effetto benigno della riduzione del sostegno monetario, ma si tratta comunque di un equilibrio difficile. Chi compra azioni può comunque proteggersi investendo in titoli di società con un potere di fissazione dei prezzi tale da compensare costi più elevati.

INFLAZIONE PROBABILMENTE TRANSITORIA


Sono le conclusioni cui giunge Toby Gibb, Global Head of Investment Directing, Equities di Fidelity International, nell’Equities Outlook di giugno, che offre una panoramica della visione e del posizionamento della grande casa sui diversi mercati. Secondo Gibb l’elevata inflazione è probabilmente transitoria, ma la narrativa sul tapering è destinata a durare per un certo periodo di tempo, mentre la narrazione della ripresa economica e messa sempre più alla prova dal rischio che le banche centrali facciano partire la riduzione degli acquisti.

SEGUIRE CON ATTENZIONE TUTTI I DATI


Gibb spiega che considera probabilmente transitoria l’alta inflazione citando l’effetto base, vale a dire il raffronto coi dati depressi della fase di lockdown l’anno scorso, ma non esclude neanche che alla fine l’inflazione possa mostrarsi più persistente più avanti, con le economie che proseguono sul percorso di ripresa. Per questo è importante seguire con attenzione i dati macro, a cominciare da quelli sull’occupazione, sulle richieste di sussidi, sugli indici PMIs, sull’inflazione e sui rendimenti, anche perché il tutto va a influenzare l’altro grande tema che genera tensione sui mercati azionari, vale a dire la valutazione delle prospettive dei titoli ciclici e dei growth.

CICLICI VERSO GROWTH, PRO E CONTRO


In generale, sottolinea l’esperto di Fidelity International, numeri che confermano un’economia in surriscaldamento supportano i titoli ciclici, mentre eventuali frenate o rallentamenti giocano a favore delle azioni growth. Anche la comunicazione è un oggetto che andrà maneggiato con grande cautela da parte delle banche centrali, che devono stare attente a evitare di spaventare i mercati. In aggiunta c’è da considerare che una global minimum tax andrebbe a impattare soprattutto le multinazionali ‘growth’.

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