ESG
Schroders: "La transizione energetica resta sempre un investimento valido"
Schroders vede un trend in ascesa nonostante le disruption di breve periodo dovuta all’impatto dell’inflazione sui costi e alle strozzature delle catene di approvvigionamento delle componenti
18 Luglio 2021 10:00
Continuano ad esserci validi motivi per investire nelle aziende esposte al tema della transizione energetica, con le politiche di supporto dei governi e la visibilità degli investimenti che stanno aumentando di giorno in giorno. L’interesse degli investitori continua ad essere molto forte a dato il recente e sano calo dei prezzi delle azioni del comprato anche che il trade off tra rischio e rendimento è migliorato notevolmente negli ultimi mesi. Ma conviene comunque continuare a essere cauti, perché ci sono infatti alcuni potenziali minacce che potrebbero interessare quest’area.
Lo sottolinea un commento di Mark Lacey, Head of Global Resource Equities, di Schroders, secondo cui in questa fase l’inflazione e il suo impatto sui costi di produzione e sulla gestione delle catene di approvvigionamento rappresenta senza dubbi uno dei maggiori venti contrari esterni per tutti i settori, e il settore della transizione energetica non ne è immune. Infatti è esposto all’aumento dei prezzi delle commodity: i produttori di apparecchiature elettriche, turbine eoliche o persino pile a combustibile sono esposti all’aumento dei prezzi dell’acciaio, dell’alluminio o del rame.
Per quanto se ne sappia ad ora, la domanda repressa è stata in parte il motore di questi rialzi dei prezzi, indicando che dovrebbero essere transitori, ma anche le limitazioni all’offerta hanno avuto un ruolo, a causa di anni di sotto-investimenti, il che implicherebbe invece che siano strutturali, osserva Lacey. Le opinioni sulle pressioni inflazionistiche sono divergenti: la Fed americana ritiene che sia un fenomeno transitorio, mentre alcuni economisti evidenziano rischi più strutturali che potrebbero sostenere l’inflazione nei prossimi 6-18 mesi.
Inoltre la disruption sul fronte delle spedizioni pone ulteriori rischi inflazionistici, perché gran parte delle aziende della transizione energetica hanno catene di approvvigionamento globali con esposizione sia alle tariffe di spedizione che alla gestione della logistica. L’industria delle spedizioni ha attraversato un lungo periodo di sotto-investimenti per ridurre le scorte in eccesso, arrivando ad avere pochissima flessibilità, e non vi sono segnali che indicano che la disruption del servizio globale via container possa risolversi a breve, il che potrebbe portare a carenze di quasi tutti i prodotti fino alla fine dell'anno.
Gli operatori del settore ritengono che la disruption continuerà almeno per un altro anno, con effetti in particolare sui consumatori europei e nordamericani che continueranno ad affrontare tempi di consegna più lunghi del normale. Inoltre, molti acquirenti si stanno concentrando su contratti di spedizione di più lungo termine a 12-36 mesi a prezzi inferiori rispetto agli attuali, ma molto superiori rispetto a 12 mesi fa. Ma le prospettive per gli investimenti nella transizione energetica restano solide
Schroders non è affatto pessimista sulle prospettive per le azioni legate alla transizione energetica, perché le prospettive di crescita dei flussi di cassa nei prossimi tre, cinque e dieci anni sono chiare e recentemente si è registrato anche un sano ritracciamento delle valutazioni. I venti contrari di breve periodo dovrebbero essere considerati rischi per gli utili, in particolare delle aziende che stanno scambiando su multipli molto alti nel breve.
Schroders si aspetta che la volatilità dei prezzi delle azioni delle singole società aumenterà nei prossimi mesi, via via che i management delle aziende aggiorneranno i mercati sull’impatto complessivo delle pressioni logistiche e inflazionistiche. Ma per gli investitori che come Schroders hanno non orizzonte di lungo termine, sarà possibile sfruttare questa volatilità di breve termine per aumentare l’esposizione sulle aziende realmente buone, con livelli di valutazione realmente buoni. La conclusione di Lacey è che il profilo di rendimento delle aziende della transizione energetica potrebbe subire pressioni a breve, ma nel complesso il trend punta stabilmente al rialzo.
INFLAZIONE VENTO CONTRARIO
Lo sottolinea un commento di Mark Lacey, Head of Global Resource Equities, di Schroders, secondo cui in questa fase l’inflazione e il suo impatto sui costi di produzione e sulla gestione delle catene di approvvigionamento rappresenta senza dubbi uno dei maggiori venti contrari esterni per tutti i settori, e il settore della transizione energetica non ne è immune. Infatti è esposto all’aumento dei prezzi delle commodity: i produttori di apparecchiature elettriche, turbine eoliche o persino pile a combustibile sono esposti all’aumento dei prezzi dell’acciaio, dell’alluminio o del rame.
PROBLEMI DELLE SPEDIZIONI GLOBALI
Per quanto se ne sappia ad ora, la domanda repressa è stata in parte il motore di questi rialzi dei prezzi, indicando che dovrebbero essere transitori, ma anche le limitazioni all’offerta hanno avuto un ruolo, a causa di anni di sotto-investimenti, il che implicherebbe invece che siano strutturali, osserva Lacey. Le opinioni sulle pressioni inflazionistiche sono divergenti: la Fed americana ritiene che sia un fenomeno transitorio, mentre alcuni economisti evidenziano rischi più strutturali che potrebbero sostenere l’inflazione nei prossimi 6-18 mesi.
LUNGA FASE DI SOTTO-INVESTIMENTI
Inoltre la disruption sul fronte delle spedizioni pone ulteriori rischi inflazionistici, perché gran parte delle aziende della transizione energetica hanno catene di approvvigionamento globali con esposizione sia alle tariffe di spedizione che alla gestione della logistica. L’industria delle spedizioni ha attraversato un lungo periodo di sotto-investimenti per ridurre le scorte in eccesso, arrivando ad avere pochissima flessibilità, e non vi sono segnali che indicano che la disruption del servizio globale via container possa risolversi a breve, il che potrebbe portare a carenze di quasi tutti i prodotti fino alla fine dell'anno.
SOLIDE PROSPETTIVE PER GLI INVESTIMENTI
Gli operatori del settore ritengono che la disruption continuerà almeno per un altro anno, con effetti in particolare sui consumatori europei e nordamericani che continueranno ad affrontare tempi di consegna più lunghi del normale. Inoltre, molti acquirenti si stanno concentrando su contratti di spedizione di più lungo termine a 12-36 mesi a prezzi inferiori rispetto agli attuali, ma molto superiori rispetto a 12 mesi fa. Ma le prospettive per gli investimenti nella transizione energetica restano solide
SANO RITRACCIAMENTO DELLE VALUTAZIONI
Schroders non è affatto pessimista sulle prospettive per le azioni legate alla transizione energetica, perché le prospettive di crescita dei flussi di cassa nei prossimi tre, cinque e dieci anni sono chiare e recentemente si è registrato anche un sano ritracciamento delle valutazioni. I venti contrari di breve periodo dovrebbero essere considerati rischi per gli utili, in particolare delle aziende che stanno scambiando su multipli molto alti nel breve.
VOLATILITÀ IN VISTA MA TREND AL RIALZO
Schroders si aspetta che la volatilità dei prezzi delle azioni delle singole società aumenterà nei prossimi mesi, via via che i management delle aziende aggiorneranno i mercati sull’impatto complessivo delle pressioni logistiche e inflazionistiche. Ma per gli investitori che come Schroders hanno non orizzonte di lungo termine, sarà possibile sfruttare questa volatilità di breve termine per aumentare l’esposizione sulle aziende realmente buone, con livelli di valutazione realmente buoni. La conclusione di Lacey è che il profilo di rendimento delle aziende della transizione energetica potrebbe subire pressioni a breve, ma nel complesso il trend punta stabilmente al rialzo.