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Euromobiliare: ecco come inflazione e materie prime influenzano gli investimenti

Euromobiliare AM SGR monitora sia l’andamento delle materie prime sia le dinamiche dell’inflazione, in quanto fattori determinanti nelle decisioni di investimento dei fondi flessibili multi-asset class

23 Luglio 2021 08:00

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Uno dei temi più discussi nel primo semestre di quest’anno è la crescita dell'inflazione. A destare preoccupazione sono soprattutto i prezzi al consumo negli Usa, che a giugno hanno evidenziato un aumento dello 0,9% su base mensile (al di sopra del +0,5% del consensus e del +0,6% di maggio). Su base annua l’incremento del carovita statunitense è stato del 5,4%, superiore al 5% di maggio e al 4,9% delle aspettative del mercato: si tratta dell’incremento annuale più elevato dal +5,4% registrato nell’agosto 2008.

CORE INDEX E INFLAZIONE HEADLINE


Anche l’indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali alimentari ed energia (il cosiddetto ‘core index’), il più osservato dalla Federal Reserve, ha registrato una sensibile variazione mensile (+0,9%), ma il dato annuo si attesta ad un livello inferiore (+4,5%) rispetto all’inflazione complessiva (headline).

I PREZZI DELLE COMMODITY SONO AUMENTATI RAPIDAMENTE


Proprio questo differenziale consente di fare alcune importanti considerazioni. “Negli ultimi mesi si è avuto un grosso contributo delle materie prime alla salita dell’inflazione: questo perché i prezzi delle commodity sono aumentati rapidamente. Tuttavia l’incremento dei prezzi al consumo è frutto di un confronto con i valori particolarmente depressi dello scorso anno. Il fenomeno è ben visibile se si guarda al differenziale tra indici dei prezzi al consumo headline e core”, fanno sapere gli esperti di Euromobiliare AM SGR.

SENSIBILE INCREMENTO DELLA DOMANDA GLOBALE


A far aumentare i prezzi delle materie prime ha contribuito il sensibile incremento della domanda globale, dovuta alla graduale riapertura delle economie dopo i lockdown. In parallelo, i fornitori di commodity non hanno potuto soddisfare gli ingenti ordinativi sia perché i volumi erano molto al di sopra della media, non soltanto degli ultimi mesi di pandemia ma anche rispetto ai livelli pre-Covid-19, e sia per le ripercussioni delle guerre commerciali.

PRESTO IL PICCO DELL’INFLAZIONE HEADLINE USA


Le tensioni tra Washington e Pechino degli ultimi anni hanno infatti spinto i singoli Paesi e le grandi multinazionali ad allestire nuove catene di approvvigionamento, che richiedono però tempo prima di entrare a regime. La risultante è che sia i metalli industriali che l'energia (quest’ultima per effetto del prezzo del petrolio) hanno accusato sensibili incrementi trainando al rialzo l’inflazione. Secondo gli addetti ai lavori, l'inflazione headline degli Stati Uniti dovrebbe presto raggiungere il picco, nel momento in cui i prezzi delle materie prime diminuiranno, per effetto della stabilizzazione della domanda e del miglioramento dal lato dell’offerta.

MOLTE DECISIONI DI CONSUMO ANCORA SOSPESE IN ATTESA DEGLI EVENTI


“Nei prossimi mesi – fanno sapere i manager di Euromobiliare AM SGR - potrebbe essere quindi ragionevole attendersi una moderazione della pressione inflattiva. È invece ancora presto per sostenere che le materie prime avranno un impatto strutturale sull’inflazione nel lungo periodo, anche perché molte decisioni di consumo sono ancora sospese in attesa degli eventi”.

FATTORI DEMOGRAFICI E INNOVAZIONE TECNOLOGICA


Allo stesso tempo, se nell’assetto economico globale post-pandemia dovessero emergere elementi capaci di contribuire in modo stabile ad un incremento dei prezzi al consumo, i fattori demografici e quelli relativi all’innovazione tecnologica continueranno a svolgere la loro funzione strutturalmente deflazionistica. “Noi continuiamo a monitorare sia l’andamento delle materie prime sia le dinamiche dell’inflazione, in quanto fattori determinanti nelle decisioni di investimento dei fondi flessibili multi-asset class”, concludono i professionisti di Euromobiliare AM SGR.

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