AllianceBernstein
Mercati emergenti sempre più dinamici nei prossimi 10 anni
AllianceBernstein vede in atto una grande transizione dal dominio delle materie prime a quello di tecnologie e innovazione con la possibilità di ritorni elevati da cogliere con selezione, diversificazione e flessibilità
29 Luglio 2021 20:00
Dopo la trasformazione dell’ultimo decennio, i mercati emergenti rimarranno dinamici anche nei prossimi dieci anni, e per gli investitori che mirano a cogliere opportunità in diverse asset class, è una storia che rimarrà sempre valida. Nel 2010 il 68% delle società di Global 500 di Fortune aveva sede nei paesi del G7 contro il 17% domiciliato nei paesi emergenti e alla fine del 2020, la percentuale era quasi raddoppiata al 34%, con ben 124 domiciliate in Cina e gli Stati Uniti al secondo posto. Due trend soprattutto sembrano aver avuto un impatto positivo: la relazione tra crescita economica e valutazioni e il passaggio dalla centralità delle materie prime alla centralità della tecnologia.
Morgan Harting è Portfolio Manager—Multi-Asset Solutions presso AllianceBernstein, fa il punto sulle prospettive di investimento nell’universo emergente evidenziando anche due tendenze che nel prossimo decennio potrebbero guidare il trend. Nel decennio trascorso i rendimenti azionari degli emergenti non sono stati particolarmente brillanti, secondo Harting per una questione di crescita degli utili e di valutazioni. Hanno in particolare i leader tecnologici globali innovativi come Tencent e Samsung, i cui per azione sono passati da 1,05 a 14,82 e da 1.660 a 5.778 rispettivamente in 10 anni.
Ma gli indici azionari comprendono anche società meno competitive, pesantemente influenzate dal controllo statale, che hanno abbassato la crescita dell’EPS al 5% a fronte del 104% dell’S&P 500, per cui la domanda degli investitori non ha spinto al rialzo le valutazioni delle azioni emergenti, passate da 10,2x nel 2011 a 14,2x oggi, quanto negli Stati Uniti, dove il multiplo è salito da 13,5x a 22,6x. Gli investitori azionari cercano aziende in grado di assicurare utili in crescita, mentre quelli nel debito sovrano privilegiano i paesi protagonisti di riforme che rafforzano il credito e favoriscono una crescita più elevata e sostenibile.
Il prossimo decennio, secondo l’analisi di AllianceBernstein, sarà segnato dalla grande transizione dalle materie prime alla tecnologia, che già domina gli indici azionari emergenti, compresi molti leader di mercato globale. Appena 10 anni fa i tecnologici erano solo il 10% dell’MSCI EM Index e oggi hanno raddoppiato al 20% ma la quota effettiva è probabilmente più alta perché società come Tencent e Alibaba non sono ufficialmente classificate come tecnologiche. Questo passaggio crea secondo AllianceBernstein opportunità entusiasmanti molto diverse da quelle dei tempi dominati da aziende come Gazprom e Petrobras.
Un’ulteriore trasformazione attesa da Harting è il percorso di uscita dalla pandemia, che differirà da una nazione all’altra. La Cina, colpita per prima è stata anche la prima a uscirne, Taiwan è stata interessata a malapena, India e il Brasile sono stati tra i più colpiti. Un altro trend che dovrebbe prendere corpo nei prossimi cinque anni è l’accelerazione della diversificazione delle filiere produttive, spinta in parte dai timori di rischio geopolitico, evidenziato recentemente dal blocco del canale di Suez. AllianceBernstein vede una spinta alla costruzione di più impianti di produzione e accumulo di scorte più differenziato.
La diversificazione e la flessibilità saranno ancora necessarie per impostare le strategie azionarie, obbligazionarie e valutarie degli investitori. L’universo emergente considerato da AllianceBernstein abbraccia più di 60 paesi, e un approccio svincolato multi-asset consente di cercare opportunità in uno spazio molto ampio. Per i mercati emergenti i prossimi dieci anni si prospettano molto dinamici e le strategie multi-asset diversificate, flessibili e attive hanno le migliori possibilità di prosperare.
RITORNI AZIONARI NON BRILLANTI IN PASSATO
Morgan Harting è Portfolio Manager—Multi-Asset Solutions presso AllianceBernstein, fa il punto sulle prospettive di investimento nell’universo emergente evidenziando anche due tendenze che nel prossimo decennio potrebbero guidare il trend. Nel decennio trascorso i rendimenti azionari degli emergenti non sono stati particolarmente brillanti, secondo Harting per una questione di crescita degli utili e di valutazioni. Hanno in particolare i leader tecnologici globali innovativi come Tencent e Samsung, i cui per azione sono passati da 1,05 a 14,82 e da 1.660 a 5.778 rispettivamente in 10 anni.
AZIENDE IN GRADO DI PRODURRE UTILI IN CRESCITA
Ma gli indici azionari comprendono anche società meno competitive, pesantemente influenzate dal controllo statale, che hanno abbassato la crescita dell’EPS al 5% a fronte del 104% dell’S&P 500, per cui la domanda degli investitori non ha spinto al rialzo le valutazioni delle azioni emergenti, passate da 10,2x nel 2011 a 14,2x oggi, quanto negli Stati Uniti, dove il multiplo è salito da 13,5x a 22,6x. Gli investitori azionari cercano aziende in grado di assicurare utili in crescita, mentre quelli nel debito sovrano privilegiano i paesi protagonisti di riforme che rafforzano il credito e favoriscono una crescita più elevata e sostenibile.
DA GAZPROM E PETROBRAS, A TENCENT E ALIBABA
Il prossimo decennio, secondo l’analisi di AllianceBernstein, sarà segnato dalla grande transizione dalle materie prime alla tecnologia, che già domina gli indici azionari emergenti, compresi molti leader di mercato globale. Appena 10 anni fa i tecnologici erano solo il 10% dell’MSCI EM Index e oggi hanno raddoppiato al 20% ma la quota effettiva è probabilmente più alta perché società come Tencent e Alibaba non sono ufficialmente classificate come tecnologiche. Questo passaggio crea secondo AllianceBernstein opportunità entusiasmanti molto diverse da quelle dei tempi dominati da aziende come Gazprom e Petrobras.
USCITA DALLA PANDEMIA A DIVERSE VELOCITÀ
Un’ulteriore trasformazione attesa da Harting è il percorso di uscita dalla pandemia, che differirà da una nazione all’altra. La Cina, colpita per prima è stata anche la prima a uscirne, Taiwan è stata interessata a malapena, India e il Brasile sono stati tra i più colpiti. Un altro trend che dovrebbe prendere corpo nei prossimi cinque anni è l’accelerazione della diversificazione delle filiere produttive, spinta in parte dai timori di rischio geopolitico, evidenziato recentemente dal blocco del canale di Suez. AllianceBernstein vede una spinta alla costruzione di più impianti di produzione e accumulo di scorte più differenziato.
L’IMPORTANZA DI DIVERSIFICAZIONE E FLESSIBILITÀ
La diversificazione e la flessibilità saranno ancora necessarie per impostare le strategie azionarie, obbligazionarie e valutarie degli investitori. L’universo emergente considerato da AllianceBernstein abbraccia più di 60 paesi, e un approccio svincolato multi-asset consente di cercare opportunità in uno spazio molto ampio. Per i mercati emergenti i prossimi dieci anni si prospettano molto dinamici e le strategie multi-asset diversificate, flessibili e attive hanno le migliori possibilità di prosperare.