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Robeco: tre settori per investire nella decarbonizzazione cinese
Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, vede opportunità in Cina nel percorso di abbandono del carbone, nella crescita della mobilità elettrica e nelle nuove reti e nelle tecnologie di stoccaggio dell’energia
14 Agosto 2021 09:30
La promessa della Cina di raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2060 rappresenta probabilmente il più importante impegno sul clima preso da qualsiasi paese finora. La Cina è di gran lunga il più grande emittente di CO2 al mondo, e spostarsi verso la neutralità del carbonio richiede sforzi enormi, sia nel settore pubblico che privato, soprattutto in settori come le rinnovabili, l'elettrificazione, il trasporto merci e la produzione di energia nucleare. E’ un obiettivo strategico ambizioso ma a lungo termine.
Secondo l’analisi di Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, il cambiamento richiederà uno sforzo combinato in tre direzioni. La prima è lo spostamento nel mix produttivo dall'uso intensivo di carbone, in linea con l’evoluzione dell’economia verso i servizi. La quota di attività industriale sul PIL è già diminuita dal 46% del 2006 al 40% degli ultimi anni, mentre i servizi nel 2018 rappresentavano il 52% del PIL. Questo cambiamento, coerente con le economie più avanzate, contribuirà automaticamente a ridurre le emissioni. Infatti, l'intensità di carbonio della Cina è in costante diminuzione dalla metà degli anni 2000.
La secondo direzione indicata da Lu è il cambiamento nel mix energetico, dove il carbonio rappresenta ancora più del 60%, nonostante i notevoli investimenti in idrogeno, eolico e solare, che dovranno aumentare molto la loro quota. Infine, la Cina ha veramente bisogno di un piano di compensazione del carbonio attraverso la riforestazione e la cattura del carbonio che giocheranno ruoli chiave perché, anche con radicali riduzioni di emissioni, è improbabile raggiungere la decarbonizzazione senza compensazioni.
L’esperto di Robeco sottolinea che molti settori saranno interessati, e che per gli investitori si presenteranno più opportunità che rischi. Il primo tema su cui concentrarsi è quello delle rinnovabili, che entro il 2030 dovrebbero raggiungere il 30% del mix energetico, con un rapido incremento di capacità eolica e solare, i cui costi sono già diventati estremamente competitivi rispetto all'energia generata dal carbone, anche senza sovvenzioni. Dopo un decennio di sovvenzioni massicce, Pechino si è spostata verso un meccanismo più di mercato, indicando che il settore è quasi pronto a stare in piedi da solo.
Il secondo tema segnalato da Lu è rappresentato dai veicoli elettrici, che saranno uno dei vincitori della transizione. La Cina ha già un mercato molto più grande di quello europeo e statunitense e già nel 2025 il 20% del totale di auto nuove vendute in Cina, sarà elettrico. Il dominio cinese si espande anche agli e-bus e ai veicoli a due ruote. La Cina dovrà anche finanziare l'espansione dell'infrastruttura di ricarica. Il terzo tema d’investimento è costituito dall'aggiornamento della rete elettrica e dalle tecnologie di stoccaggio dell'energia, che insieme all''idrogeno rappresenteranno una parte significativa degli investimenti totali necessari per la transizione.
Secondo l’esperto di Robeco, le tecnologie complementari come le batterie e l'idrogeno giocheranno probabilmente ruoli chiave. La Cina è già leader mondiale nelle batterie, con il 70% della capacità globale, seguita da Stati Uniti al 13% e Corea del Sud al 7%. La Cina ha anche grandi ambizioni nell'idrogeno con molti progetti in corso e prototipi in parallelo, ed è già diventata il più grande mercato di autobus e camion a celle a combustibile nel mondo. Si stima che avrà un milione di veicoli a idrogeno su strada entro il 2030, e che l'idrogeno rappresenterà fino al 10% nel mix energetico totale.
UNO SFORZO COMBINATO IN TRE DIREZIONI
Secondo l’analisi di Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, il cambiamento richiederà uno sforzo combinato in tre direzioni. La prima è lo spostamento nel mix produttivo dall'uso intensivo di carbone, in linea con l’evoluzione dell’economia verso i servizi. La quota di attività industriale sul PIL è già diminuita dal 46% del 2006 al 40% degli ultimi anni, mentre i servizi nel 2018 rappresentavano il 52% del PIL. Questo cambiamento, coerente con le economie più avanzate, contribuirà automaticamente a ridurre le emissioni. Infatti, l'intensità di carbonio della Cina è in costante diminuzione dalla metà degli anni 2000.
CAMBIAMENTO DEL MIX ENERGETICO
La secondo direzione indicata da Lu è il cambiamento nel mix energetico, dove il carbonio rappresenta ancora più del 60%, nonostante i notevoli investimenti in idrogeno, eolico e solare, che dovranno aumentare molto la loro quota. Infine, la Cina ha veramente bisogno di un piano di compensazione del carbonio attraverso la riforestazione e la cattura del carbonio che giocheranno ruoli chiave perché, anche con radicali riduzioni di emissioni, è improbabile raggiungere la decarbonizzazione senza compensazioni.
PIÙ OPPORTUNITÀ CHE RISCHI PER GLI INVESTITORI
L’esperto di Robeco sottolinea che molti settori saranno interessati, e che per gli investitori si presenteranno più opportunità che rischi. Il primo tema su cui concentrarsi è quello delle rinnovabili, che entro il 2030 dovrebbero raggiungere il 30% del mix energetico, con un rapido incremento di capacità eolica e solare, i cui costi sono già diventati estremamente competitivi rispetto all'energia generata dal carbone, anche senza sovvenzioni. Dopo un decennio di sovvenzioni massicce, Pechino si è spostata verso un meccanismo più di mercato, indicando che il settore è quasi pronto a stare in piedi da solo.
AUTO ELETTRICA VINCITRICE DELLA TRANSIZIONE
Il secondo tema segnalato da Lu è rappresentato dai veicoli elettrici, che saranno uno dei vincitori della transizione. La Cina ha già un mercato molto più grande di quello europeo e statunitense e già nel 2025 il 20% del totale di auto nuove vendute in Cina, sarà elettrico. Il dominio cinese si espande anche agli e-bus e ai veicoli a due ruote. La Cina dovrà anche finanziare l'espansione dell'infrastruttura di ricarica. Il terzo tema d’investimento è costituito dall'aggiornamento della rete elettrica e dalle tecnologie di stoccaggio dell'energia, che insieme all''idrogeno rappresenteranno una parte significativa degli investimenti totali necessari per la transizione.
GRANDI AMBIZIONI NELL’IDROGENO
Secondo l’esperto di Robeco, le tecnologie complementari come le batterie e l'idrogeno giocheranno probabilmente ruoli chiave. La Cina è già leader mondiale nelle batterie, con il 70% della capacità globale, seguita da Stati Uniti al 13% e Corea del Sud al 7%. La Cina ha anche grandi ambizioni nell'idrogeno con molti progetti in corso e prototipi in parallelo, ed è già diventata il più grande mercato di autobus e camion a celle a combustibile nel mondo. Si stima che avrà un milione di veicoli a idrogeno su strada entro il 2030, e che l'idrogeno rappresenterà fino al 10% nel mix energetico totale.
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