FED

Mercati in attesa di segnali sul tapering della Fed

Grande attesa per le indicazioni di Powell a Jackson Hole, che potrebbe dare più dettagli su tempi e dimensione della riduzione degli acquisti. Gli investitori sperano soprattutto che mantenga flessibilità

21 Agosto 2021 09:30

financialounge -  FED Jay Powell Morning News tapering
Come da manuale, le sorprese di mezz’agosto non sono mancate per i mercati in questo 2021: i talebani che si riprendono Kabul molto prima di quanto previsto da Biden, il nuovo crackdown cinese sui big tech in nome della privacy condito con le critiche ai miliardari, dati americani decisamente non bellissimi sul fronte dei consumi e della fiducia dei consumatori. La ciliegina sulla torta è il ritorno del tormentone del tapering, vale a dire l’inizio di una graduale riduzione degli acquisti di titoli da parte della Fed, che ora viaggiano al ritmo di 120 miliardi di dollari al mese. Ad alimentare quest’ultimo fattore di nervosismo è stata la pubblicazione dei verbali della Fed relativi alla riunione del FOMC di fine luglio, che hanno fatto emergere una banca centrale un po’ più divisa sul che fare di quanto ci si aspettasse. Sia a livello di indici azionari di Wall Street che di mercato dei bond del Tesoro il mercato sembra aver tenuto sostanzialmente bene, anche perché questa volta il tapering in arrivo è stato telegrafato con grande anticipo.

UNA MOSSA IN GRAN PARTE PREZZATA


Che la Fed possa rallentare un po’ gli acquisti già nel 2021, facendolo capire nell’intervento di Jay Powell atteso a fine mese a Jackson Hole, in Wyoming, al simposio della Fed di Kansas City, e poi confermando alla riunione in calendario del FOMC nella seconda metà di settembre. Proprio a Jackson Hole l’anno scorso Powell aveva anticipato la svolta sull’inflazione, passando dalla linea ‘preventiva’ a quella della tolleranza rispetto al superamento anche significativo dell’obiettivo del 2%. Sui mercati, sembrerebbe proprio, il tapering è già iniziato e prezzato, sia dalle azioni che dai rendimenti sulla parte lunga della curva. Quello che gli investitori vorrebbero sentirsi dire da Powell e colleghi è che la Fed resterà comunque flessibile: magari comincia a ridurre gli acquisti, ma poi i dati consigliano di fermarsi e lo fa, e non si legherà le mani a un calendario rigido e a quantità prefissate.

NON MANCANO I MOTIVI PER ESSERE PRUDENTI


Anche perché motivi di restare pronti a cambiare strada non mancano: i consumi americani stanno facendo un po’ fatica, la fiducia dei consumatori misurata dall’indice dell’Università del Michigan è tornata ai livelli immediatamente successivi all’esplosione del Covid, anche se lontana dai minimi post grande crisi e post crisi del debito europeo, la variante Delta incombe minacciosa. E poi ci sono la geopolitica e la Cina, sia per il suo ruolo nei confronti del nuovo Afghanistan tornato talebano, sia per il susseguirsi di strette regolatorie. Una novità di questa edizione del simposio di Jackson Hole è l’assenza della presidente della Bce Christine Lagarde. Forse non vuol trovarsi a dover rispondere a domande imbarazzanti nel caso in cui Powell dovesse far capire che il tapering della Fed è imminente.

L’EUROPA SULLA CARTA SEMBRA AVVANTAGGIATA


Sulla carta, lo scenario di una Fed che parte con il tapering mentre la Bce tira diritto con il PEPP sembra molto positivo per l’Europa, che avrebbe più margini di manovra degli americani per far ripartire l’economia e sarebbe aiutata anche da un dollaro prevedibilmente più forte, sia sul versante della ripresa che su quello del risveglio dell’inflazione. Forse gli investitori vedono i mercati europei più vulnerabili di quelli americani a un possibile rallentamento globale e all’aumento delle tensioni geopolitiche legate a Afghanistan e Cina. Sembra comunque sicuro che i mercati possano contare, tapering o non tapering, sul fatto che la Fed ha la situazione sotto controllo e non vuol perderlo.

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