Tra rivoluzione e opportunità
GAM: la rivoluzione digitale offre nuove opportunità d’investimento nel lusso
Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity di GAM, vede nell’evoluzione digitale del lusso uno spazio virtuale immersivo, con nuove opportunità d’investimento
di Stefano Caratelli 30 Agosto 2021 18:30
Il ritmo del cambiamento sta accelerando in misura esponenziale nel settore del lusso, che finora, ha fondato la propria esclusività sul concetto di permanenza e ‘intramontabilità’. Grazie alla convergenza tra videogiochi, moda e criptovalute, l’innovazione genera una nuova mentalità e un ecosistema che ruota attorno al consumo di arte, moda e oggetti di lusso da collezione in formato digitale. Resta da vedere se il digitale continuerà a esistere in parallelo al lusso reale, o lo ingloberà, o avrà la meglio sul paradigma attuale basato sul marchio e sulla vendita al dettaglio.
Lo rileva Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity di GAM, ricordando che nel 2019 la start-up olandese The Fabricant ha venduto il suo primo vestito solo digitale, “Iridescence”, attraverso la blockchain per 9.500 dollari, mentre il fondatore del marchio Kerry Murphy si è detto convinto che l’azienda sarà la prima miliardaria nella moda digitale. A maggio 2021 Gucci, in occasione del centenario, ha utilizzato la piattaforma di giochi online Roblox per creare un’esperienza virtuale e immersiva nel metaverso, “Gucci Garden”, che poi ha portato alla rivendita della borsa da collezione digitale Queen Bee Dionysus a 4.115 dollari, rispetto ai 3.400 dollari della versione “reale”.
Il mondo del lusso ha affrontato diverse rivoluzioni, un fenomeno iniziato a metà degli anni ’90, quando i marchi abbandonarono l’atmosfera rarefatta del passato per rivolgersi a un pubblico più ampio, con un processo di “democratizzazione” che ha i prodotti più accessibili dall’inizio degli anni 2000. Ha fatto seguito l’ascesa delle classi medie in Cina, diventate consumatori importanti a partire dal 2010, fino alla rivoluzione dell’e-commerce, passato da una funzione utile ma non essenziale a nuova religione sull’onda della crisi del Covid-19. Secondo l’esperta di GAM, c’è la netta sensazione che la trasformazione in atto possa avere effetti estremamente rivoluzionari, un mondo virtuale o un metaverso (spazio virtuale immersivo, amplificato e condiviso) per i marchi del lusso.
Nel nuovo mondo, secondo l’analisi di GAM, i marchi non si limiterebbero a commercializzare o vendere i prodotti, ma comunicherebbero anche l’identità, collaborando con la comunità e i creatori, promuovendo la fedeltà e la lealtà con la partecipazione nella blockchain. Il fenomeno verrà trainato dai consumatori nativi digitali o maggiormente orientati al mondo digitale, come i Millennial, che entro il 2025 potrebbero rappresentare il 45% dell’intera spesa nel lusso. Secondo un sondaggio Deloitte, l’87% della Generazione Z dichiara di usare i videogiochi su smartphone, console o computer almeno settimanalmente, preferendoli all’intrattenimento video. Per i più giovani, il confine tra persona fisica e avatar si confonde, favorendo la diffusione dei “gettoni digitali”, unità di dati immagazzinati in un registro digitale, o blockchain, che facilita lo scambio di oggetti di lusso da collezione in edizione limitata, oltre a una miriade di altri utilizzi, sia in combinazione con l’acquisto fisico che solo online.
Il non-fungible token, nato dalla collaborazione tra il marchio di scarpe da ginnastica digitale RTFKT Studios e l’artista FEWOCiOUS, ha realizzato 3,1 milioni di dollari in soli sette minuti su Nifty Gateway. C’è chi teme che si possa sovrastimare portata e rapidità del cambiamento a breve e sottostimare la trasformazione di lungo periodo. A prescindere dalla frenesia per gli NFT, secondo l’esperta di GAM nel settore del lusso si delinea una chiara tendenza verso un futuro ibrido, fisico-digitale. Diversi marchi storici stanno testando le acque digitali, mentre le start-up native digitali procedono a tutto gas. In futuro potrebbe emergere da un approccio collaborativo, per esempio con la progettazione della prima blockchain del lusso globale da parte di LVMH, Prada e del marchio Cartier di proprietà di Richemont, e in meno di dieci anni potremmo assistere alla nascita del primo gruppo del lusso solamente digitale.
Come investitori attivi, GAM continuerà a monitorare gli sviluppi in costante evoluzione per cogliere al meglio il potenziale di investimento del settore del lusso. Quel che è certo, conclude Swetha Ramachandran, è che la rivoluzione è iniziata.
I CASI DELL’OLANDESE THE FABRICANT E DI GUCCI
Lo rileva Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity di GAM, ricordando che nel 2019 la start-up olandese The Fabricant ha venduto il suo primo vestito solo digitale, “Iridescence”, attraverso la blockchain per 9.500 dollari, mentre il fondatore del marchio Kerry Murphy si è detto convinto che l’azienda sarà la prima miliardaria nella moda digitale. A maggio 2021 Gucci, in occasione del centenario, ha utilizzato la piattaforma di giochi online Roblox per creare un’esperienza virtuale e immersiva nel metaverso, “Gucci Garden”, che poi ha portato alla rivendita della borsa da collezione digitale Queen Bee Dionysus a 4.115 dollari, rispetto ai 3.400 dollari della versione “reale”.
RIVOLUZIONI INIZIATE NEGLI ANNI ’90
Il mondo del lusso ha affrontato diverse rivoluzioni, un fenomeno iniziato a metà degli anni ’90, quando i marchi abbandonarono l’atmosfera rarefatta del passato per rivolgersi a un pubblico più ampio, con un processo di “democratizzazione” che ha i prodotti più accessibili dall’inizio degli anni 2000. Ha fatto seguito l’ascesa delle classi medie in Cina, diventate consumatori importanti a partire dal 2010, fino alla rivoluzione dell’e-commerce, passato da una funzione utile ma non essenziale a nuova religione sull’onda della crisi del Covid-19. Secondo l’esperta di GAM, c’è la netta sensazione che la trasformazione in atto possa avere effetti estremamente rivoluzionari, un mondo virtuale o un metaverso (spazio virtuale immersivo, amplificato e condiviso) per i marchi del lusso.
UN FENOMENO TRAINATO DAI MILLENNIAL
Nel nuovo mondo, secondo l’analisi di GAM, i marchi non si limiterebbero a commercializzare o vendere i prodotti, ma comunicherebbero anche l’identità, collaborando con la comunità e i creatori, promuovendo la fedeltà e la lealtà con la partecipazione nella blockchain. Il fenomeno verrà trainato dai consumatori nativi digitali o maggiormente orientati al mondo digitale, come i Millennial, che entro il 2025 potrebbero rappresentare il 45% dell’intera spesa nel lusso. Secondo un sondaggio Deloitte, l’87% della Generazione Z dichiara di usare i videogiochi su smartphone, console o computer almeno settimanalmente, preferendoli all’intrattenimento video. Per i più giovani, il confine tra persona fisica e avatar si confonde, favorendo la diffusione dei “gettoni digitali”, unità di dati immagazzinati in un registro digitale, o blockchain, che facilita lo scambio di oggetti di lusso da collezione in edizione limitata, oltre a una miriade di altri utilizzi, sia in combinazione con l’acquisto fisico che solo online.
VERSO UN APPROCCIO IBRIDO FISICO-DIGITALE
Il non-fungible token, nato dalla collaborazione tra il marchio di scarpe da ginnastica digitale RTFKT Studios e l’artista FEWOCiOUS, ha realizzato 3,1 milioni di dollari in soli sette minuti su Nifty Gateway. C’è chi teme che si possa sovrastimare portata e rapidità del cambiamento a breve e sottostimare la trasformazione di lungo periodo. A prescindere dalla frenesia per gli NFT, secondo l’esperta di GAM nel settore del lusso si delinea una chiara tendenza verso un futuro ibrido, fisico-digitale. Diversi marchi storici stanno testando le acque digitali, mentre le start-up native digitali procedono a tutto gas. In futuro potrebbe emergere da un approccio collaborativo, per esempio con la progettazione della prima blockchain del lusso globale da parte di LVMH, Prada e del marchio Cartier di proprietà di Richemont, e in meno di dieci anni potremmo assistere alla nascita del primo gruppo del lusso solamente digitale.
LA RIVOLUZIONE È INIZIATA
Come investitori attivi, GAM continuerà a monitorare gli sviluppi in costante evoluzione per cogliere al meglio il potenziale di investimento del settore del lusso. Quel che è certo, conclude Swetha Ramachandran, è che la rivoluzione è iniziata.