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Capital Group: ecco come le compagnie petrolifere si preparano a dire addio ai combustibili fossili
Secondo Darren Peers (Capital Group) nell’ambito delle energie alternative esistono diverse aree su cui concentrarsi che potrebbero riservare sorprese anche per gli investitori
31 Agosto 2021 19:30
Da diversi anni i colossi petroliferi sono sottoposti a pressioni per dismettere determinate attività nei combustibili fossili ed investono in misura sempre minore nelle loro attività tradizionali. Questo potrebbe comportare una flessione dell’offerta proprio quando la domanda mondiale di energia sta registrando una ripresa, con la conseguenza di un possibile aumento dei prezzi del petrolio. Le major petrolifere potrebbero trovarsi di fronte a un insidioso dilemma: se i prezzi del petrolio rimarranno elevati, saranno ancora disposte a sacrificare investimenti in quell’attività per portare avanti la transizione verso le energie rinnovabili?
“Il punto è come realizzare una decarbonizzazione che sia anche economicamente redditizia e, al contempo, in che misura e a quale velocità farlo. Per ora sembra ancora presto per sapere quali delle compagnie del settore riusciranno eventualmente ad espandere le proprie attività a basse emissioni di carbonio con parametri economici redditizi”, tiene a precisare Darren Peers, Analista di investimenti azionari di Capital Group.
Al momento è probabile che, ancora per diversi anni, la domanda di petrolio e gas continuerà a crescere, per poi stabilizzarsi e iniziare molto lentamente a diminuire. “Gli idrocarburi sono infatti ancora il modo più conveniente di fornire energia e alimentare la crescita delle economie. Uno scenario che potrebbe non essere dirompente per le grandi compagnie petrolifere, se non per il fatto che continueranno ad essere considerate il problema, e non la soluzione”, sottolinea Peers.
Non si può tuttavia escludere che possano essere sviluppate altre tecnologie per la riduzione del carbonio e che le tecnologie esistenti diventino economicamente più accessibili prima del previsto. Allo stesso modo varie regioni potrebbero imporre una carbon tax sulla quale Peers è fortemente favorevole perché contribuirebbe ad appianare il terreno di gioco.
Definendo specifici requisiti di cattura del carbonio o incentivi finanziari per i consumatori, le politiche dei governi potrebbero promuovere il passaggio alle energie alternative e influenzare la velocità del cambiamento nelle compagnie petrolifere. Per esempio, fa presente Peers , il pacchetto climatico “Fit for 55” proposto dall’Unione Europea prevede l’imposizione di un prezzo sulle emissioni causate dalle spedizioni e dai trasporti aerei, e il divieto di vendita di nuove automobili con motore a combustione interna entro il 2035.
Dal punto di vista delle compagnie petrolifere esistono diverse potenziali aree su cui concentrarsi nell’ambito delle energie alternative. Dalla produzione di energia (per esempio con lo sviluppo di parchi eolici offshore) al trasporto di una particolare forma di energia alternativa come l’idrogeno (per esempio tramite la costruzione di condutture) fino alla distribuzione finale ai clienti (per esempio tramite le stazioni di ricarica per veicoli elettrici).
“Mentre le grandi compagnie petrolifere europee hanno puntato sull’eolico e il solare, negli Stati Uniti Chevron ed Exxon Mobil dispongono di tecnologie di cattura del carbonio che possono sfruttare a loro favore. L’idrogeno e i biocarburanti offrono un’ulteriore gamma di potenziali opportunità”, riferisce Peers.
Secondo il manager, l’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050 si potrà raggiungere solo con ingenti investimenti nelle fonti di energie alternative. “Questa potrebbe rappresentare un’enorme opportunità per le grandi compagnie petrolifere, a patto tuttavia che riescano a trovare un vantaggio interessante a livello di costo in una di queste aree” conclude l’analista di investimenti azionari di Capital Group.
DECARBONIZZAZIONE ECONOMICAMENTE REDDITIZIA
“Il punto è come realizzare una decarbonizzazione che sia anche economicamente redditizia e, al contempo, in che misura e a quale velocità farlo. Per ora sembra ancora presto per sapere quali delle compagnie del settore riusciranno eventualmente ad espandere le proprie attività a basse emissioni di carbonio con parametri economici redditizi”, tiene a precisare Darren Peers, Analista di investimenti azionari di Capital Group.
LA DOMANDA DI PETROLIO CONTINUERÀ A CRESCERE
Al momento è probabile che, ancora per diversi anni, la domanda di petrolio e gas continuerà a crescere, per poi stabilizzarsi e iniziare molto lentamente a diminuire. “Gli idrocarburi sono infatti ancora il modo più conveniente di fornire energia e alimentare la crescita delle economie. Uno scenario che potrebbe non essere dirompente per le grandi compagnie petrolifere, se non per il fatto che continueranno ad essere considerate il problema, e non la soluzione”, sottolinea Peers.
UNA CARBON TAX
Non si può tuttavia escludere che possano essere sviluppate altre tecnologie per la riduzione del carbonio e che le tecnologie esistenti diventino economicamente più accessibili prima del previsto. Allo stesso modo varie regioni potrebbero imporre una carbon tax sulla quale Peers è fortemente favorevole perché contribuirebbe ad appianare il terreno di gioco.
FIT FOR 55
Definendo specifici requisiti di cattura del carbonio o incentivi finanziari per i consumatori, le politiche dei governi potrebbero promuovere il passaggio alle energie alternative e influenzare la velocità del cambiamento nelle compagnie petrolifere. Per esempio, fa presente Peers , il pacchetto climatico “Fit for 55” proposto dall’Unione Europea prevede l’imposizione di un prezzo sulle emissioni causate dalle spedizioni e dai trasporti aerei, e il divieto di vendita di nuove automobili con motore a combustione interna entro il 2035.
ENERGIE ALTERNATIVE
Dal punto di vista delle compagnie petrolifere esistono diverse potenziali aree su cui concentrarsi nell’ambito delle energie alternative. Dalla produzione di energia (per esempio con lo sviluppo di parchi eolici offshore) al trasporto di una particolare forma di energia alternativa come l’idrogeno (per esempio tramite la costruzione di condutture) fino alla distribuzione finale ai clienti (per esempio tramite le stazioni di ricarica per veicoli elettrici).
CHEVRON ED EXXON MOBIL
“Mentre le grandi compagnie petrolifere europee hanno puntato sull’eolico e il solare, negli Stati Uniti Chevron ed Exxon Mobil dispongono di tecnologie di cattura del carbonio che possono sfruttare a loro favore. L’idrogeno e i biocarburanti offrono un’ulteriore gamma di potenziali opportunità”, riferisce Peers.
AZZERAMENTO DELLE EMISSIONI NETTE DI CARBONIO ENTRO IL 2050
Secondo il manager, l’obiettivo di azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2050 si potrà raggiungere solo con ingenti investimenti nelle fonti di energie alternative. “Questa potrebbe rappresentare un’enorme opportunità per le grandi compagnie petrolifere, a patto tuttavia che riescano a trovare un vantaggio interessante a livello di costo in una di queste aree” conclude l’analista di investimenti azionari di Capital Group.