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Xi Jinping annuncia la Borsa di Pechino

In Cina ci sarà solo una Borsa, e sarà nella capitale Pechino. Addio quindi a Shanghai e Shenzhen. Intanto prosegue la stretta normativa sulle società cinesi quotate all'estero

3 Settembre 2021 16:17

financialounge -  borsa cina mercati Pechino
Niente più scambi a Shanghai e Shenzhen. La Cina avrà presto una nuova ed unica Borsa nella capitale Pechino, nel tentativo del governo di centralizzare potere politico e mondo della finanza. Ad annunciarlo è stato il presidente Xi Jinping giovedì durante una fiera internazionale, dove ha affermato di voler creare “un luogo per le imprese innovative e orientate ai servizi”, non fornendo dettagli sull'apertura della nuova piazza di scambio.

SARÀ L'UNICA BORSA IN CINA


Dopo le parole di Xi, la China Securities Regulatory Commission (CSRC), la principale autorità di regolamentazione finanziaria del paese, ha precisato che nella nuova Borsa potranno quotarsi quelle società che verranno selezionate dal National Equities Exchange And Quotations cinese. L'authority cinese ha poi sottolineato che nella nuova piazza di scambio verranno inglobate le Borse esistenti di Shnaghai e Shenzhen, creando un unico grande polo della finanza nella capitale.

LE NORMATIVE PER LE IPO


Le normative che circondano le IPO si baseranno su quanto sperimentato a Shanghai e verranno applicate anche alle società che cercano di quotarsi sulla nuova borsa, ha aggiunto il CSRC. Il sistema richiede alle aziende di fornire informazioni molto dettagliate sulle loro operazioni, con l'obiettivo di migliorare la trasparenza del mercato e ridurre la tempisitica per le quotazioni.

CONTINUA LA STRETTA DI XI


La centralizzazione del mondo del trading non avviene per caso. La mossa s'inserisce infatti all'interno della politica di repressione normativa che il governo di Pechino sta attuando non solo contro i big tech come Alibaba e Tencent (entrambi contrette ad allinearsi al governo destinando una parte degli utili alla causa della “prosperità comune” voluta da Xi). Il governo centrale sta stringendo la propria morsa su quelle società che si quotano all'estero (molte a Wall Street) per avere capitale estero e su quelle aziende che fondano il proprio business sull'utilizzo di dati, fondamentali per le strategie cinesi.

LE INIDSCREZIONI


Non ultima Didi, l'Uber cinese quotata a New York, che secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, potrebbe presto finire nelle mani statali dopo una proposta d'investimento arrivata dal governo municipale di Pechino. Secondo l'indiscrezione, la proposta sarebbe arrivata da Shouqi Group - parte del Beijing Tourism Group – che con altre società statali andrebbe ad acquisire una partecipazione di maggioranza in Didi.

I PRECEDENTI


È la seconda volta che Xi annuncia personalmente un'iniziativa di Borsa. Nel 2018, nel pieno della guerra commerciale con gli Stati Uniti di Trump, il presidente della Repubblica Popolare ha presentato un nuovo listino sulla Borsa di Shanghai, chiamato Star Market, per incanalare in un unico paniere le società high-tech quotate e colmare il gap con le Borse occidentali. Da allora, più di 300 aziende tech si sono quotate nel Nasdaq cinese, con una capitalizzazione di mercato che ha superato i 4,7 trilioni di yuan (circa 728 miliardi di dollari).

IL "NUOVO TERZO CONSIGLIO"


Inoltre, nel 2013 Pechino ha istituito un sistema over-the-counter a Pechino per la negoziazione di azioni di società non quotate a Shanghai o Shenzhen. Si chiama National Equities Exchange And Quotations (NEEQ) ed è conosciuto in Cina come il "Nuovo Terzo Consiglio" in Cina. Nonostante la nomea, negli ultimi anni il NEEQ è rimasto indietro rispetto ai mercati di Shanghai e Shenzhen riducendo volumi e liquidità. Per questo Xi si è impegnato a riformarlo.

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