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La gestione della liquidità come scudo agli impatti dell’inflazione

Ma per Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel), che guarda in particolare ai settori prociclici, gli spread del credito continueranno comunque a restringersi entro fine anno

7 Settembre 2021 18:00

financialounge -  inflazione investimenti Mark Holman Scenari Vontobel
Per mesi, al centro dei messaggi della Federal Reserve c'è stata la continua puntualizzazione che qualsiasi pressione sui prezzi durante l'attuale fase di ripresa si dimostrerà transitoria e alla fine si ridurrà di fronte alle prevalenti tendenze disinflazionistiche secolari di globalizzazione, bassi tassi di crescita della popolazione e automazione.

QUESTIONI TRANSITORIE


“È vero che le pressioni inflazionistiche tra gennaio a maggio sono state influenzate principalmente da questioni transitorie, con effetti di base e problemi legati alla catena di approvvigionamento. Allo stesso tempo, però, emergono diverse prove che alcuni di questi aumenti potrebbero rivelarsi più duraturi” fa sapere Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management (gruppo Vontobel).

AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME


In primo luogo, è fisiologica una certa perdita di efficienza economica dopo aver chiuso il mondo per un anno e averlo riaperto rapidamente: ne sono una conferma puntuale le carenze dei semiconduttori e l'aumento dei prezzi delle materie. A questo va ad aggiungersi un sistema bancario globale che, a differenza del periodo post-crisi finanziaria 2008-2009, sembra essere ben capitalizzato e incline a fornire credito. Un mix che fa prevedere un rialzo dei prezzi al consumo in misura più persistente di quanto la posizione della Fed indichi.

IL DOPPIO MANDATO DELLA FED


In tutti i casi, è bene tenere a mente il doppio mandato della Fed, controllo dell’inflazione e piena occupazione, con quest’ultimo che, al momento, rappresenta la priorità della banca centrale statunitense. Tenendo conto degli ultimi dati sul mondo del lavoro USA, Holman ritiene improbabile che la Fed aumenti i tassi finché i dati sulla disoccupazione non saranno molto più bassi.

SETTORI PIÙ SENSIBILI ALLA DURATION


“Come gestori obbligazionari, la considerazione più rilevante riguarda la gestione dell'esposizione a quelli che la storia indica come i settori più sensibili alla duration, cioè alla scadenza media dei titoli che determina la sensibilità alla variazione dei tassi. Ci aspettiamo infatti che la Fed sia molto più tollerante all'inflazione di quanto noi investitori possiamo permetterci di essere” spiega il manager. A irrobustire questa tesi anche la performance dei mercati dei tassi durante il secondo trimestre che ha compresso i rendimenti. I livelli raggiunti sono, secondo Holman, incongrui considerando il potenziale di ulteriore inflazione, o il rischio di un passo falso comunicativo delle banche centrali.

I TASSI DEI TREASURY USA A 10 ANNI


“I tassi dei Treasury USA a 10 anni intorno all’1,35% non sono coerenti nemmeno con una visione rispettosa della potenziale persistenza dell'inflazione futura. Per tutte queste considerazioni ci sembra prudente ridurre l'esposizione anche a settori ad alto rating, sensibili alla durata e ai Treasury a lunga scadenza” rivela il CEO di TwentyFour Asset Management. Secondo il manager ha anche senso un aumento marginale della liquidità per cercare di sfruttare valutazioni interessanti durante le eventuali fasi di volatilità in corrispondenza degli annunci e delle decisioni della Fed che potrebbero creare incertezza.

MANTENERE UN PO’ PIÙ DI LIQUIDITÀ


Questo non vuol dire, sottolinea Holman sostenere una rotazione all'ingrosso dagli asset di rischio. Semmai, di fronte all'incertezza della traiettoria dell'inflazione e delle prospettive del mercato del lavoro, mantenere un po' più di liquidità è una strategia valida per i prossimi mesi perché consente di capitalizzare potenziali cali di mercato e di ridurre, al contempo, l'esposizione ai settori sensibili alla duration.

FOCUS SULLE EMISSIONI AT1 E CLO EUROPEE


“Restiamo convinti che i mercati del credito possano continuare a registrare performance positive con tassi di default sia in Europa che negli Stati Uniti che probabilmente si abbasseranno fino alla fine dell'anno. Guardiamo, in particolare, ai settori tradizionalmente prociclici e che mantengono livelli di spread positivi, come le emissioni AT1 (obbligazioni high yield emesse dagli istituti di credito europeo) e le CLO (obbligazioni di prestito collateralizzate) europee.

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