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Transizione demografica e aspetti ESG

Quali sono gli impatti dei cambiamenti demografici sulla società e la finanza? Ecco le risposte degli esperti di Raiffeisen Capital Management

7 Settembre 2021 11:21

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ARTICOLO DA INVESTIRESOSTENIBILE.IT

La modernizzazione, l'urbanizzazione e un migliore accesso all'istruzione e ai farmaci hanno cambiato massicciamente le nostre strutture demografiche negli ultimi 100-150 anni. Mentre da un lato i progressi della medicina e una maggiore consapevolezza dell’alimentazione fanno sì che le persone nel Nord del globo diventino in media sempre più vecchie con al contempo un minore tasso di natalità, nel Sud del globo - soprattutto nell'Africa sub-sahariana - la popolazione continua a crescere rapidamente. Questo perché l'Africa al momento si trova nel bel mezzo della cosiddetta transizione demografica. Questo è caratterizzato, da un lato, da un tasso di mortalità già più basso dovuto a una migliore assistenza sanitaria e, dall'altro, da un tasso di natalità ancora alto. Mentre nei paesi sviluppati i sistemi pensionistici statali rischiano il collasso e i sistemi di assistenza stanno raggiungendo i propri limiti, la rapida crescita della popolazione nei paesi emergenti e in via di sviluppo sta causando una serie di altri problemi sociali: problemi di approvvigionamento, mancanza posti di lavoro e di prospettive, per citarne solo alcuni.

Questo spinge soprattutto i giovani ad emigrare, con conseguenti forti movimenti migratori globali. Uno sviluppo sostenibile necessita di società istruite che siano in grado di affrontare e superare queste grandi sfide. L'UNESCO ha dichiarato che l'istruzione è un diritto umano, ma la realtà è diversa: Mentre nella maggior parte dei paesi sviluppati l'obbligo scolastico per i bambini è sancito dalle leggi fondamentali dello Stato, non è così in molti paesi poveri del mondo. Di conseguenza, milioni di bambini vengono privati delle loro opportunità, soprattutto le bambine. Il Covid-19 rafforzerà ulteriormente questa tendenza, perché molti bambini non torneranno probabilmente più a scuola dopo la pandemia.

Forse vi state chiedendo cosa c'entra tutto questo con i fondi d’investimento. Per esempio, come possono gli investitori promuovere le misure statali in tema di istruzione? Come gestori di fondi ogni giorno ci troviamo di fronte alla decisione di come investire il capitale messo a disposizione dagli investitori in modo sostenibile e redditizio. Quando si parla di istruzione, oltre alle società quotate, consideriamo anche l'investimento in banche di sviluppo e Stati. Ma per ottenere un impatto che possa essere misurato, avremmo bisogno di più social bond in questo contesto. In altre parole, obbligazioni emesse, per esempio, da istituzioni statali che vengono utilizzate per finanziare concretamente progetti socialmente rilevanti, come la costruzione di strutture educative, corsi di studio o simili. Sui mercati dei capitali ogni giorno vengono investiti miliardi. Affinché questi soldi vengano utilizzati in modo corretto servono strumenti affidabili. Con i social bond si potrebbe fare molto in questo senso.

Quali sono le sfide della transizione demografica?


Il progressivo invecchiamento della società sta creando nuove sfide. Specialmente nei paesi industrializzati e in Cina l'età media della popolazione continua ad aumentare. Questo non sta solo mettendo sotto pressione i sistemi pensionistici pubblici. Anche gli standard dell’assistenza individuale, delle strutture di assistenza e dei prodotti e delle tecnologie sviluppati appositamente per gli anziani o adattati alle loro esigenze stanno guadagnando importanza. Un altro aspetto della transizione demografica è la continua crescita incontrollata della popolazione nei mercati emergenti e i cambiamenti nelle abitudini di acquisto che vi si possono osservare. La demografia come scienza della popolazione si occupa dello sviluppo delle popolazioni e delle loro strutture a livello statistico e teorico. L'attenzione si concentra spesso sullo sviluppo della piramide dell’età dei singoli paesi che mostra la distribuzione statistica per età della popolazione. Le forme caratteristiche della piramide dell’età sono la forma lineare o classica della piramide e la forma a bulbo. La piramide dell'età lineare si basa sulla diminuzione costante della popolazione per classe di età con l'aumentare dell'età. All’elevato numero di bambini nati corrisponde una bassa aspettativa di vita. Questa forma di piramide si trova ancora oggi in Sud America e in India. Intorno al 1890, questa struttura era predominante anche in Germania e Austria. Oggi, la forma a bulbo è tipica dei paesi industrializzati, si basa su un tasso di natalità basso e una graduale prevalenza di persone anziane grazie a un’aspettativa di vita alta.



Una società che invecchia a causa dei cambiamenti nell'aspettativa di vita e nel tasso di natalità ha necessariamente aspetti di sostenibilità, perché impedisce una crescita sfrenata della popolazione. D'altra parte, una società che invecchia porta potenzialmente al problema sociale del necessario finanziamento della vita in età avanzata e dei relativi costi del sistema sociale più alti. Con il sistema a ripartizione dei regimi pensionistici pubblici, che prevale nella maggior parte dei paesi industrializzati, si prevedono costi più alti a causa di spese sociali maggiori legate a ragioni demografiche, il che potrebbe portare a problemi per altre voci di bilancio rilevanti per il futuro, come l'istruzione e la ricerca. Da un punto di vista ambientale, l'invecchiamento della società e il minor tasso di natalità dovuti alla crescita meno dinamica della popolazione mondiale sono assolutamente positivi in termini di risorse limitate, se si ipotizza un'impronta ecologica costante o in aumento. In una società che invecchia aumenta il numero delle persone non autosufficienti. Comunque, l'aspettativa di vita più alta è dovuta, non da ultimo, anche al progresso della medicina in generale. Anche per questo motivo, l’industria farmaceutica e della tecnologia medica sono tra i principali beneficiari dei cambiamenti demografici.

Con il numero di persone da assistere in età avanzata aumenta il numero di strutture assistenziali e case di cura necessarie. Per l'industria finanziaria la pressione sempre più eccessiva sui sistemi pensionistici pubblici sta avendo un positivo effetto collaterale, cioè che la previdenza privata o il risparmio previdenziale stanno diventando sempre più importanti. Le diverse piramidi dell’età portano, da un lato, a una distorsione nel calcolo dei dati sul valore aggiunto e benessere che si riferiscono al numero di abitanti, come il PIL pro capite. La stessa distorsione si verifica in misura minore anche quando si confrontano, per esempio, la Germania e la Francia, perché i tassi di natalità nei due paesi sono molto diversi. Un elevato numero di bambini e giovani porta a valori tendenzialmente più bassi, per esempio, in termini di produzione economica per abitante. In generale, in statistica si distingue tra il gruppo delle persone “economicamente dipendenti”, cioè le persone fino a 15 anni e oltre i 65 anni, e le persone occupate. Le persone economicamente dipendenti contribuiscono solo in modo marginale alla creazione di valore, in particolare in giovane età, mentre le persone occupate contribuiscono ad aumentare il potere economico attraverso il lavoro e il risparmio. Per quanto riguarda gli investimenti, gli enti previdenziali dei paesi industrializzati possono beneficiare di investimenti in paesi con strutture demografiche relativamente "sane". In questo modo, ai sistemi previdenziali pubblici, già messi sotto pressione dagli sviluppi demografici, potrebbe affiancarsi un secondo pilastro che diversifica attraverso sistemi a capitalizzazione in paesi con una demografia attraente, e relativo elevato potenziale di crescita economica.


Cosa si intende per “costo demografico” e “dividendo demografico”?


I paesi con un aumento della quota di popolazione in età lavorativa sul totale della popolazione beneficiano in termini economici del fatto che la parte produttiva della popolazione deve supportare meno persone economicamente dipendenti. Le persone possono consumare, risparmiare e investire di più. Questo fattore viene chiamato "dividendo demografico". Un dividendo demografico negativo viene chiamato "costo demografico". Soprattutto in Europa e ancora di più in Giappone si prevedono alti costi demografici nei prossimi decenni a causa della diminuzione del numero potenzialmente disponibile di persone in età attiva. Gli sviluppi demografici influenzano la crescita economica e il comportamento di risparmio dei rispettivi paesi. Nei paesi industrializzati i cosiddetti baby boomer, quelli nati tra il 1946 e il 1965, potrebbero realizzare una parte dei loro investimenti nelle diverse classi di attività per finanziare la pensione e questa vendita potrebbe mettere sotto pressione i mercati finanziari con conseguente possibile eccesso di offerta. L'aspettativa di vita generalmente più lunga della popolazione mondiale e l'aumento della percentuale di anziani porteranno a un forte aumento della spesa sanitaria. Da questo dovrebbero in generale beneficiare i settori farmaceutico, biotecnologico e sanitario.

Quali sono gli impatti di questi cambiamenti sull’impronta di carbonio?


La demografia non si occupa comunque soltanto dello sviluppo della piramide dell’età. Anche i fattori come il sesso, le lingue, la situazione abitativa e le caratteristiche sociali come l'occupazione, lo stato civile o il reddito fanno parte delle analisi demografiche. La transizione demografica che si osserva continuamente è anche caratterizzata da immigrazione ed emigrazione. È interessante anche l'impronta ecologica nelle diverse fasi di vita. Emilio Zagheni, demografo presso l’Istituto Max Planck di Rostock, ha condotto degli studi sugli USA a questo proposito. L'affermazione di base dello studio, che dovrebbe essere significativa per tutte le economie sviluppate del mondo, è che le emissioni di CO2 pro-capite aumentano costantemente nell'età compresa tra dieci e sessant'anni e poi diminuiscono. Il fenomeno dietro a questo è che il reddito medio tende ad aumentare con l'età. Le persone più anziane vivono in case più grandi e guidano macchine meno efficienti dal punto di vista energetico. Con l'età aumentano anche i chilometri percorsi in aereo, in generale si consuma più energia. L'impronta ecologica diminuisce poi di nuovo nell’anzianità. Le spese pro capite complessivamente non diminuiscono, ma vanno a confluire maggiormente nel settore della salute che nei consumi ad alta intensità energetica come l'acquisto di abbigliamento o i viaggi. Le previsioni attuali partono dal presupposto che la popolazione mondiale continuerà a crescere per il momento e, secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica "The Lancet" da un gruppo di scienziati sotto la guida del professor Stein Emil Vollset, un'inversione di tendenza è prevista solo nel 2064. Nel periodo successivo, i ricercatori si aspettano un calo della natalità. Fino ad allora, l'aumento della domanda dovuto alla crescita della popolazione porterà, tra l'altro, a mercati di vendita potenzialmente in crescita per i beni di consumo e a un maggiore utilizzo di materiali che porterà con sé una maggiore domanda di materie prime. Un'altra tendenza, in parte demografica e in parte dovuta alla forte crescita economica, riguarda la crescita delle classi medie delle società, soprattutto nei mercati emergenti. Anche in questo caso, l'aumento previsto della domanda dovrebbe riflettersi in un aumento delle vendite per i produttori di beni durevoli.


Quali sono invece gli effetti della transizione demografica sulle tre dimensioni della sostenibilità ESG?


Gli effetti della transizione demografica sono l'invecchiamento della società da un lato, e la crescita della popolazione mondiale, dall'altro. Entrambi gli effetti hanno ripercussioni estremamente rilevanti.

E nvironment (aspetti ambientali) Dalla crescita della popolazione prevista nei prossimi decenni emergono soprattutto aspetti quantitativi dovuti all'aumento delle vendite di prodotti e servizi, visto che questi, da un punto di vista ecologico, sono principalmente associati a conseguenze quantitative problematiche. Oltre all'analisi puramente quantitativa, il problema potrebbe aggravarsi ulteriormente con il costante aumento dell'impronta ecologica media della popolazione. Un aspetto legato alle risorse da non sottovalutare è l'impatto sull'agricoltura e l'industria alimentare che sono chiamate a nutrire un numero crescente di persone.

S ocial (aspetti sociali) Il cambiamento della demografia verso una società sempre più vecchia comporta nuove sfide per il finanziamento dello stato sociale. Un aumento delle spese sociali, ma con le stesse strutture di finanziamento, potrebbe portare a prestazioni potenzialmente inferiori.

G overnance (aspetti di buon governo societario) Dal punto di vista della governance bisogna affrontare la questione di chi debba alla fine sostenere i costi dell'invecchiamento della società. In questo senso, devono essere discussi i modelli finanziati privatamente e pubblicamente, così come la sostenibilità del finanziamento dello stato sociale con i bilanci statali correnti.

Quali sono le opinioni delle aziende sul tema della transizione demografica?


L'invecchiamento della società pone grandi sfide sia al settore pubblico sia a quello privato. In particolare, i servizi di cura e di assistenza sanitari forniti agli anziani è uno dei compiti principali da affrontare. Il settore sanitario è quindi tra i settori più colpiti dalla transizione demografica, ma allo stesso tempo anche tra quelli che più ne traggono profitto. Le attività di engagement del team della sostenibilità di Raiffeisen Capital Management in tema di transizione demografica comprendono il dialogo con alcune delle società quotate in borsa più importanti del settore della tecnologia medica.

Sono state poste le seguenti domande: Come influisce la transizione demografica sulla vostra azienda? In che misura ne beneficiate e quale impatto positivo potete avere?

Philips, un fornitore olandese di tecnologia sanitaria ed elettrodomestici, vede il crescente invecchiamento della popolazione, il peso crescente delle malattie croniche e l'aumento della spesa nei paesi in via di sviluppo come fattori chiave determinanti per l’azienda. L'obiettivo è quello di influenzare positivamente la salute e il benessere di 2 miliardi di persone entro il 2025, tra cui 300 milioni che vivono in villaggi con servizi insufficienti, per esempio, in Africa. Anche il gruppo statunitense Stryker, uno dei più grandi produttori al mondo di impianti ortopedici come le articolazioni del piede e della caviglia, ritiene la transizione demografica un fattore chiave per la creazione dei suoi prodotti e servizi. L'approccio adottato, incentrato sul cliente, alla ricerca e allo sviluppo, i processi aziendali decentralizzati nonché i diversi team di specialisti sono tutti orientati allo sviluppo di soluzioni clinicamente differenziate, utili a soddisfare le diverse esigenze sia dei pazienti sia degli operatori sanitari. Questo comprende anche un focus sui cambiamenti demografici a livello di paziente. L'azienda britannica Smith & Nephew, anch'essa leader nel settore dell'ortopedia, vede la sua opportunità nelle aspettative positive delle persone nei confronti del settore sanitario. Le persone vogliono condurre una vita attiva e avere un'alta qualità di vita, indipendentemente dall'età. Con le nuove tecnologie sviluppate, Smith & Nephew vuole fare proprio questo e confondere i limiti di ciò che è possibile. Coloplast, specializzata nel settore dei dispositivi relativi a stomia e continenza, sta già fornendo i suoi prodotti a milioni di persone, allo stesso tempo, però, sta osservando anche una domanda in costante aumento. Dal punto di vista della sostenibilità, per l'azienda danese questo rappresenta una grande sfida, perché aiutare più persone significa contemporaneamente anche produrre più prodotti e quindi aumentare potenzialmente l’inquinamento. Coloplast ha accettato questa sfida e si prefigge obiettivi di sostenibilità rigorosi; per esempio, aiutare a limitare a 1,5 gradi l'aumento della temperatura globale e supportare così gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'ONU e l'obiettivo dell'accordo sul clima di Parigi.

Osservate delle differenze geografiche significative alle quali dovete adattarvi? Il sistema sanitario e le esigenze dei pazienti possono variare significativamente da una regione all'altra, sia in termini di erogazione delle cure che di regolamentazione. Di conseguenza, le aziende devono costantemente adattare il loro approccio per rimanere competitive. Zimmer Biomet, un altro grande produttore di impianti ortopedici con sede negli USA, offre, per esempio, gli stessi prodotti con la stessa qualità indipendentemente dalla posizione geografica, ma nei paesi meno sviluppati assicura inoltre che ai chirurghi venga fornita la necessaria formazione, affinché i prodotti vengano usati in modo sicuro ed efficace. Nei mercati sviluppati, Smith & Nephew promuove soprattutto il miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia dei sistemi sanitari in modo che le operazioni possano essere eseguite in un ambiente razionalizzato e integrato.

Nei mercati in via di sviluppo, il gruppo offre le sue soluzioni a prezzi adeguati e competitivi e gestisce un programma attivo di donazione di prodotti. Questo ha lo scopo di consentire alle persone l’accesso alle tecnologie sanitarie che altrimenti sarebbe loro negato. Anche per Coloplast è una sfida adattarsi alle differenze locali dei quasi 100 paesi in cui opera. Pertanto, è ancora più importante adottare principi e linee guida globali che forniscono un quadro adeguato per le attività commerciali, indipendentemente dalle caratteristiche del paese. La transizione demografica influisce anche sui requisiti di qualifica professionale dei dipendenti.

Come state affrontando questo rischio per i dipendenti attuali e futuri? Per le aziende la transizione demografica presenta sia opportunità sia sfide che bisogna gestire in modo opportuno. Le persone vivono e lavorano più a lungo, mentre è comprovato che il tasso di rotazione del personale, soprattutto tra le generazioni più giovani, è più alto del passato. La strategia di Coloplast per affrontare queste sfide riguarda tre aree chiave: un sano equilibrio tra dipendenti nuovi ed esistenti, l'ulteriore sviluppo del capitale umano esistente e l'inclusione e la diversità dei dipendenti. In questo modo si vuole attirare e trattenere i talenti giusti, sviluppare i dipendenti esistenti e, di conseguenza, assicurare l'adattabilità dell'azienda a circostanze in costante evoluzione. Nell'ambito della diversità, Coloplast considera tre caratteristiche fondamentali: sesso, origine e generazione. Soprattutto l'ultimo criterio è indicativo di una forza lavoro diversificata attraverso tutte le generazioni. Zimmer Biomet ha un approccio simile. Mentre offre ai dipendenti esistenti opportunità di apprendimento e sviluppo al lavoro e al di fuori, l'azienda poco tempo fa ha introdotto una direttiva sui luoghi di lavoro virtuali che dovrebbe consentire di attirare e assumere pool di talenti nuovi e precedentemente non sfruttati. Questo per garantire che l'azienda possa essere condotta verso un futuro sicuro. Come azienda multinazionale, Philips recluta talenti da tutto il mondo e attualmente ha oltre 81.000 dipendenti provenienti da 120 paesi. Per far conoscere meglio le diverse opportunità in Philips, l'azienda integra le cosiddette mappe dell'esperienza, che descrivono le esperienze vissute dai dipendenti in ruoli strategici, o meglio, che questi possono acquisire in preparazione a tali ruoli. Questo permette opportunità di carriera interfunzionali, tradizionali e non convenzionali.

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