Acea
Troppo pochi impianti per ricaricare le auto elettriche: la denuncia dell’Acea
Sulle strade europee mancano i punti di ricarica: 10 Paesi non hanno nemmeno un caricabatterie ogni 100 chilometri di strade principali
10 Settembre 2021 11:20
“C’è una grave mancanza di impianti di ricarica elettrica lungo le reti stradali nella maggior parte degli Stati membri della Ue”. Nel rapporto dell’Acea, l’Associazione europea dei produttori di auto, viene indicato che 10 Paesi non hanno nemmeno un caricabatterie per ogni 100 chilometri di strade chiave e hanno una quota di mercato delle auto elettriche inferiore al 3%.
Sono 18 i membri che hanno meno di 5 punti di ricarica per 100 chilometri di strade, con solo quattro che possiedono più di 10 caricabatterie per ogni 100 chilometri di strade (tranne l’Ungheria). Quali sono i Paesi con più colonnine per la ricarica di auto elettriche? I cinque Paesi a presenza maggiore di caricabatterie ogni 100 chilometri sono Olanda (47,5), Lussemburgo (34,5), Germania (19,4), Portogallo (14,9) e Austria (6,1).
Dall’altra parte della graduatoria, ossia tra i Paesi che hanno meno caricatori per fare il pieno di energia ai veicoli elettrici, troviamo Lituania (0,2), Grecia (0,2), Polonia (0,4), Lettonia (0,5), Romania (0,5). E la situazione non è migliore in Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna. L’Italia ne ha 5,1 collocandosi al settimo posto.
La Commissione europea ha proposto, come parte del suo pacchetto sul clima “Fit for 55”, pubblicato a luglio, che entro il 2030 le emissioni di CO2 delle nuove auto debbano essere inferiori del 55% rispetto ai livelli del 2021, ben oltre l’obiettivo del 37,5%, fissato tre anni fa. Un impegno che si potrà raggiungere solo se le case automobilistiche porteranno sul mercato milioni di auto elettriche. “I consumatori non saranno in grado di passare a veicoli a zero emissioni se non ci sono abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade”, ha precisato il direttore generale di Acea, Eric-Mark Huitema.
“Per esempio, se i cittadini di Grecia, Lituania, Polonia e Romania devono ancora percorrere 200 chilometri o più per trovare una colonnina, non possiamo aspettarci che siano disposti a comprare un'auto a batteria”, ha aggiunto Huitema. "In tutta l'Unione – continua il direttore generale Acea - si dovranno fare progressi massicci nella diffusione delle infrastrutture e in un lasso di tempo molto breve. I progressi fatti in alcune aree soprattutto a ovest sono incoraggianti, ma non dovrebbero distrarci dal terribile stato della rete di ricarica in altri Paesi”.
Alla luce di tutto ciò Acea chiede quindi al Parlamento europeo e al Consiglio di cogliere questa opportunità per "creare le giuste condizioni per la mobilità a zero emissioni durante i prossimi negoziati di implementazione del Fit for 55”. Con il maxi pacchetto di misure ambientali, entro il 2035, tutte le automobili nuove in vendita nell’Unione europea dovranno essere veicoli a zero emissioni. Obiettivo difficilmente raggiungibile se mancano le stazioni di ricarica per strada.
I PAESI CON PIÙ CARICATORI
Sono 18 i membri che hanno meno di 5 punti di ricarica per 100 chilometri di strade, con solo quattro che possiedono più di 10 caricabatterie per ogni 100 chilometri di strade (tranne l’Ungheria). Quali sono i Paesi con più colonnine per la ricarica di auto elettriche? I cinque Paesi a presenza maggiore di caricabatterie ogni 100 chilometri sono Olanda (47,5), Lussemburgo (34,5), Germania (19,4), Portogallo (14,9) e Austria (6,1).
L'ITALIA AL SETTIMO POSTO
Dall’altra parte della graduatoria, ossia tra i Paesi che hanno meno caricatori per fare il pieno di energia ai veicoli elettrici, troviamo Lituania (0,2), Grecia (0,2), Polonia (0,4), Lettonia (0,5), Romania (0,5). E la situazione non è migliore in Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna. L’Italia ne ha 5,1 collocandosi al settimo posto.
COSA FARE
La Commissione europea ha proposto, come parte del suo pacchetto sul clima “Fit for 55”, pubblicato a luglio, che entro il 2030 le emissioni di CO2 delle nuove auto debbano essere inferiori del 55% rispetto ai livelli del 2021, ben oltre l’obiettivo del 37,5%, fissato tre anni fa. Un impegno che si potrà raggiungere solo se le case automobilistiche porteranno sul mercato milioni di auto elettriche. “I consumatori non saranno in grado di passare a veicoli a zero emissioni se non ci sono abbastanza stazioni di ricarica e rifornimento lungo le strade”, ha precisato il direttore generale di Acea, Eric-Mark Huitema.
SERVONO PROGRESSI MASSICCI
“Per esempio, se i cittadini di Grecia, Lituania, Polonia e Romania devono ancora percorrere 200 chilometri o più per trovare una colonnina, non possiamo aspettarci che siano disposti a comprare un'auto a batteria”, ha aggiunto Huitema. "In tutta l'Unione – continua il direttore generale Acea - si dovranno fare progressi massicci nella diffusione delle infrastrutture e in un lasso di tempo molto breve. I progressi fatti in alcune aree soprattutto a ovest sono incoraggianti, ma non dovrebbero distrarci dal terribile stato della rete di ricarica in altri Paesi”.
LA RICHIESTA ALL’EUROPA
Alla luce di tutto ciò Acea chiede quindi al Parlamento europeo e al Consiglio di cogliere questa opportunità per "creare le giuste condizioni per la mobilità a zero emissioni durante i prossimi negoziati di implementazione del Fit for 55”. Con il maxi pacchetto di misure ambientali, entro il 2035, tutte le automobili nuove in vendita nell’Unione europea dovranno essere veicoli a zero emissioni. Obiettivo difficilmente raggiungibile se mancano le stazioni di ricarica per strada.
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