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AllianceBernstein: la Fed non cambierà politica anche se Powell venisse sostituito
AllianceBernstein ritiene che l’attuale capo della Fed resterà probabilmente al suo posto, ma la linea politica della banca centrale non cambierà, anche se dovesse arrivare un ‘esterno’
21 Settembre 2021 18:30
I mercati sono concentrati sull’attesa della graduale uscita dal quantitative easing, ma l’attenzione verrà ci presto rivolta alla possibile transizione ai vertici della stessa Fed quando il mandato di Jerome Powell scadrà a febbraio. Probabilmente già in autunno il presidente Biden annuncerà la sua decisione anche perché ci sono altre poltrone da riempire. Il mandato del vice presidente Richard Clarida scade a gennaio, quello del vice della Supervisione Randal Quarles a ottobre, e con un posto già vacante sarebbe possibile sostituire ben quattro dei sette governatori. Secondo AllianceBernstein ci sono buone probabilità che Powell venga confermato, godendo di un ampio sostegno di entrambi i partiti alla sua politica monetaria.
Ma anche se Biden sostituisse Powell, e in questo caso il più probabile successore sembrerebbe essere una donna, Lael Brainard, Eric Winograd, Senior Economist di AllianceBernstein, non prevede una variazione di politica monetaria, anche in caso di candidati esterni, perché l’attuale approccio è stato d’aiuto all’economia nella pandemia e sembra diretto, molto gradualmente, verso la normalizzazione. Per questo è improbabile che un nuovo presidente sia propenso a destabilizzare la situazione. Winograd nota che le critiche mosse finora a Powell dal Congresso si concentrano fondamentalmente sulla regolamentazione, con alcuni che vedono troppa deferenza verso il settore finanziario, in particolare le grandi banche.
Per questo, l’esperto di AllianceBernstein vede improbabile la conferma di Quarles, mentre ritiene plausibile una figura più pragmatica, e Brainard sembra essere la migliore candidata, se non sarà Presidente. Molto esperta in regolamentazione, Lael Brainard è per un controllo più attivo, il che è molto apprezzato dai legislatori inclini a un maggior rigore. Winograd nota che mentre la maggior parte dei membri lascia la Fed alla scadenza da vicepresidente, Quarles ha comunicato di voler rimanere almeno come governatore. Sarebbe una rottura improbabile con il passato, ma è una possibilità da considerare, secondo Winograd.
Il mandato di Clarida scade a fine gennaio, e secondo l’esperto di AllianceBernstein quasi certamente non verrà rinnovato, Biden potrebbe riconfermarlo, è più probabile che guarderà oltre la Fed, così come per la poltrona vacante. Per la politica monetaria, questo potenziale giro di poltrone non dovrebbe causare un cambio di rotta, soprattutto in caso di conferma di Powell. Ma nel lungo periodo, secondo Winograd, un nuovo mix ai vertici Fed potrebbe essere più incisivo, la tolleranza per l’inflazione potrebbe diventare una politica a lungo termine, mentre il settore finanziario potrebbe subire una regolamentazione più rigida, con maggiori vincoli per le grandi banche.
In conclusione, osserva l’esperto di AllianceBernstein, gli altri effetti del turnover ai vertici della Fed dovranno essere individuati col passare del tempo, ma poiché l’istituto rimane un attore chiave nell’elaborazione delle politiche economiche, le nomine fatte in questo rimpasto saranno certamente determinanti negli anni a venire.
LA POLITICA NON CAMBIERÀ
Ma anche se Biden sostituisse Powell, e in questo caso il più probabile successore sembrerebbe essere una donna, Lael Brainard, Eric Winograd, Senior Economist di AllianceBernstein, non prevede una variazione di politica monetaria, anche in caso di candidati esterni, perché l’attuale approccio è stato d’aiuto all’economia nella pandemia e sembra diretto, molto gradualmente, verso la normalizzazione. Per questo è improbabile che un nuovo presidente sia propenso a destabilizzare la situazione. Winograd nota che le critiche mosse finora a Powell dal Congresso si concentrano fondamentalmente sulla regolamentazione, con alcuni che vedono troppa deferenza verso il settore finanziario, in particolare le grandi banche.
FOCUS SULLA REGOLAMENTAZIONE
Per questo, l’esperto di AllianceBernstein vede improbabile la conferma di Quarles, mentre ritiene plausibile una figura più pragmatica, e Brainard sembra essere la migliore candidata, se non sarà Presidente. Molto esperta in regolamentazione, Lael Brainard è per un controllo più attivo, il che è molto apprezzato dai legislatori inclini a un maggior rigore. Winograd nota che mentre la maggior parte dei membri lascia la Fed alla scadenza da vicepresidente, Quarles ha comunicato di voler rimanere almeno come governatore. Sarebbe una rottura improbabile con il passato, ma è una possibilità da considerare, secondo Winograd.
LA TOLLERANZA ALL’INFLAZIONE POTREBBE CONSOLIDARSI
Il mandato di Clarida scade a fine gennaio, e secondo l’esperto di AllianceBernstein quasi certamente non verrà rinnovato, Biden potrebbe riconfermarlo, è più probabile che guarderà oltre la Fed, così come per la poltrona vacante. Per la politica monetaria, questo potenziale giro di poltrone non dovrebbe causare un cambio di rotta, soprattutto in caso di conferma di Powell. Ma nel lungo periodo, secondo Winograd, un nuovo mix ai vertici Fed potrebbe essere più incisivo, la tolleranza per l’inflazione potrebbe diventare una politica a lungo termine, mentre il settore finanziario potrebbe subire una regolamentazione più rigida, con maggiori vincoli per le grandi banche.
NOMINE COMUNQUE DETERMINANTI
In conclusione, osserva l’esperto di AllianceBernstein, gli altri effetti del turnover ai vertici della Fed dovranno essere individuati col passare del tempo, ma poiché l’istituto rimane un attore chiave nell’elaborazione delle politiche economiche, le nomine fatte in questo rimpasto saranno certamente determinanti negli anni a venire.