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La riscossa dell'uranio: prezzi in rialzo con svolta green e domanda in crescita

La richiesta di energia a basse emissioni di carbonio ha fatto salire il costo dell'uranio, ma difficilmente i produttori potranno soddisfare la domanda crescente

22 Settembre 2021 10:22

financialounge -  energia nucleare materie prime transizione energetica Uranio
Dopo un decennio di forte rallentamento della domanda, il prezzo dell'uranio si è assestato intorno a un valore medio di 20-25 dollari a libbra. Nelle ultime settimane, però, qualcosa è cambiato e una libbra di uranio è tornata a sfiorare i 50 dollari. Ancora molto lontano dai 150 dollari del 2007 e dai 70 toccati poco prima del disastro di Fukushima, ma comunque un movimento al rialzo molto netto.

VERSO I 60 DOLLARI A LIBBRA


Una fase di crescita che, secondo gli analisti di Plenisfer Investments, nuova boutique della piattaforma di Generali Investments specializzata negli investimenti multi-asset, potrebbe proseguire ancora fino a raggiungere i 60 dollari/libbra entro il 2025. Ma quali sono le ragioni di questo ottimismo sul prezzo di una materia prima che negli ultimi anni è stata sostanzialmente trascurata dai mercati. Secondo Plenisfer sono sostanzialmente due: domanda in crescita trascinata da diversi megatrend e gap tra domanda e offerta.


MENO EMISSIONI DI CARBONIO


La sostenibilità è senza dubbio il propulsore più grande per la domanda di uranio. L'Unione europea intende abbattere del 55% (rispetto al 1990) le emissioni di gas serra per arrivare all'azzeramento netto entro il 2050. L'energia prodotta da fonti rinnovabili è in costante crescita ed è destinata a raggiungere il 70% del totale, ma il nucleare, secondo l'Agenzia internazionale per l'energia e l'Agenzia per l'energia nucleare dell'Ocse, rappresenta il modo più conveniente per fornire energia a basse emissioni di carbonio. Molti paesi, soprattutto in Asia, stanno andando in questa direzione e nei prossimi anni è in programma la costruzione di circa 100 nuovi reattori e altri 300 sono in fase di studio.

I PROGETTI CINESI


Gli Usa rimangono il più grande consumatore mondiale di energia nucleare e l'amministrazione Biden si è espressa a favore del prolungamento della vita delle centrali e della costruzione di nuovi impianti. La Cina, impegnata nella decarbonizzazione, ha intenzione di triplicare la propria capacità nucleare e lo stesso Giappone, dopo la paura dell'incidente di Fukushima, punta a riportare la quota di energia prodotta da centrali nucleari al 20-22% entro il 2030. Entro il 2050, come dichiarato dal commissario per l'Energia, il nucleare coprirà il 15% del consumo europeo dopo il 2050, anche grazie alla realizzazione di centrali di quarta generazione più sostenibili. "Alla luce dei trend in atto, la domanda di Uranio è destinata a crescere e secondo le stime di UXC il fabbisogno potrebbe arrivare a 210 milioni di libbre entro il 2035-40, +40-50% rispetto ad oggi", spiegano gli esperti di Plenisfer.

PRODUZIONE A RILENTO


Gli ETC specializzati hanno ricominciato ad acquistare uranio proprio in attesa di questo incremento della domanda. Ma i principali player globali difficilmente riusciranno a soddisfare queste richieste perché nell'ultimo decennio gli investimenti in esplorazione e produzione sono stati ridotti dell'80%. "La produzione appare inoltre fortemente concentrata sia a livello geografico, con la maggior parte della produzione in Kazakistan (41%), sia a livello di operatori, con circa il 70% della produzione primaria nelle mani dei primi cinque produttori", commentano da Plenisfer. Inoltre, essendo principalmente in mano pubblica a scopo strategico, è difficile quantificare il volume di scorte di uranio presenti nel mondo.

ATTENZIONE AI PUNTI DI INGRESSO


"In conclusione - commentano gli esperti di Plenisfer - con i livelli delle scorte di Uranio in calo, l’atteggiamento economicamente razionale dei minatori e la costruzione annunciata di nuovi reattori, riteniamo che le prospettive a medio termine per il prezzo dell'Uranio siano positive e che questo possa tornare a superare il costo marginale di produzione, pari a oltre 50 dollari a libbra, arrivando a toccare i 60 dollari entro il 2025". Tuttavia, visti i rialzi in corso dovuti in parte anche alla speculazione, gli investitori dovranno fare molta attenzione al punto di entrata in questo mercato.

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