Erik Knutzen

Neuberger Berman: le due strategie d’investimento per navigare sui mercati

Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class di Neuberger Berman, spiega perché la nuova fase avrà un elevato livello di incertezza e potrebbe rappresentare una nuova sfida per gli asset allocator

22 Settembre 2021 18:30

financialounge -  Erik Knutzen investimenti Neuberger Berman Scenari
Gli ultimi dati sull’inflazione statunitense sono risultati inferiori alle attese, mentre quelli sull’occupazione sono stati deludenti, con l’attività di aziende e consumatori che si sta moderando. Fa da contraltare il ridimensionamento degli stimoli, il tapering sembra essere imminente su entrambe le sponde dell’Atlantico e negli Stati Uniti il dibattito in corso tra i Dem anticipa una stretta, per quanto leggera, sul fronte fiscale. Parte del rallentamento è da attribuire alla variante Delta e ai colli di bottiglia delle filiere produttive, ma è anche uno specchio del naturale passaggio dalla ripresa a metà ciclo. Una crescita più lenta è pur sempre una crescita, e il vero nodo è capire quanto rallenterà e se i mercati hanno già scontato questo sviluppo.

NON È PIÙ UNO SCENARIO 60/40


Neuberger Berman nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class, dal titolo Questo non è uno scenario da “60/40”, parte da qui per aggiungere che se all’equazione aggiungiamo l’aumento delle incertezze di lungo termine, le elevate valutazioni azionarie e i rendimenti obbligazionari ai minimi, potremmo trovarci alla vigilia di bassi rendimenti, maggior volatilità e forti correlazioni tra azioni e obbligazioni.

NON CI SONO SOLUZIONI UNIVOCHE


In un simile contesto gli asset allocator non hanno nessuna soluzione univoca di posizionamento. Oltre il 60% dei partecipanti ad un webinar organizzato la scorsa settimana da Neuberger Berman ha dichiarato di aspettarsi maggior volatilità sull’azionario nella prossima decade, e alla domanda sulla possibilità sostituire i titoli di Stato core con strumenti alternativi di diversificazione, tutte quelle suggerite hanno ricevuto il 15-40% delle preferenze.

DUE FRONTI DA PRESIDIARE


I mercati privati e le strategie liquid alternative sono state le più votate, ma gli investitori hanno ammesso che non esiste una soluzione univoca alla sfida perché si sviluppa su due fronti: da un lato creare un’esposizione alla crescita e agli asset rischiosi, mantenendo allo stesso tempo prudenza per moderare il rischio di volatilità, e dall’altro individuare asset che consentano di mitigare il rischio di portafoglio e che non siano i costosi titoli di Stato core.

DUE POSSIBILI STRATEGIE


La prima opzione, vale a dire le strategie di rendimento difensive, si possono perseguire nell’azionario, con titoli di qualità esposti a trend di lungo termine, nell’obbligazionario, aumentando il rischio di credito soprattutto sulle scadenze brevi degli High Yield, e con strumenti alternativi, come le strategie hedge. La seconda opzione, cioè le strategie di protezione difensive, nell’azionario possono voler dire orientarsi alla qualità con un’esposizione neutrale ai mercati, adottare una strategia long/short con un orientamento all’appiattimento della curva, e negli strumenti alternativi con strategie market-neutral, short-term trading, systematic trend-following global macro.

POSIZIONAMENTO PRUDENTE E DIVERSIFICATO


In ogni caso, l’adozione di queste strategie allontana dal tradizionale approccio “60/40” tra azionario e reddito fisso, per due motivi: introduce nuove asset class e, soprattutto, comporta un’implementazione più innovativa e attiva delle posizioni azionarie e obbligazionarie. Una delle conseguenze, secondo l’analisi di Neuberger Berman, potrebbe essere la perdita di una parte dei rendimenti negli scenari più positivi, ma l’esposizione alla crescita non verrebbe meno e la diversificazione e protezione dai ribassi non sarebbe attuata solo con titoli di Stato. Ad avviso di Erik Knutzen, questo approccio costituisce un posizionamento prudente e veramente diversificato, per affrontare il passaggio in atto verso una fase espansiva di metà ciclo, tradizionalmente esposta a livelli elevati di incertezza.

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