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J.P. Morgan: obbligazioni, cosa fare con i titoli di Stato tedeschi e britannici

Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management analizza le implicazioni delle scelte di Bce e Bank of England su Bund e Gilt

22 Settembre 2021 14:28

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Gli ultimi dati economici di Regno Unito e Europa indicano una potenziale divergenza tra la politica monetaria della Banca d’Inghilterra e quella della Banca Centrale Europea, non senza implicazioni per gli investitori obbligazionari. I percorsi divergenti di politica monetaria tra Banca d’Inghilterra e BCE, favoriti dal diverso andamento dell’inflazione e delle pressioni salariali nelle due aree, possono infatti tradursi di qui a fine anno in rendimenti dei titoli di Stato europei contenuti in un intervallo ristretto, a fronte di un aumento di quelli dei Gilt. Per questo, di qui a fine anno, gli investitori dovranno monitorare il consenso sul posizionamento lungo sui Bund tedeschi rispetto ai Gilt e un eventuale cambio di orientamento delle due Banche Centrali.


PIÙ PRESSIONI INFLAZIONISTICHE IN UK


Sono le conclusioni del Bond Bulletin settimanale a cura dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, che segnala pressioni inflazionistiche inaspettatamente accentuate nel Regno Unito più che in Europa. Ad agosto, i prezzi al consumo del Regno Unito sono saliti dal 2% al 3,2%, al massimo da marzo 2012, mentre nell’Eurozona le spinte sono destinate attenuarsi prima perché le pressioni dei salari in Italia, Germania e Francia continuano a essere modeste. Il rapido miglioramento del mercato del lavoro nel Regno Unito e l’inflazione crescente che nel 2022 dovrebbe superare l’obiettivo fissato, secondo il team di J.P. Morgan Asset Management, aprono la strada a un orientamento più restrittivo da parte della Banca d’Inghilterra.


LA BCE RESTA ACCOMODANTE


Il Comitato di politica monetaria britannico ritiene che siano già soddisfatte le condizioni “necessarie ma non sufficienti” per un rialzo dei tassi, ma la situazione potrebbe cambiare a breve con l’arrivo di due nuovi membri, il che induce a ritenere che l’allentamento quantitativo dovrebbe esaurirsi quest’anno e che i tassi subiranno un primo rialzo nel secondo trimestre del 2022. Inequivocabile invece la posizione della BCE: nessun rialzo dei tassi all’orizzonte. La decisione di rallentare gli acquisti del programma per l’emergenza pandemica PEPP a un livello “più moderato” è stato interpretato dal mercato come un orientamento accomodante.


RENDIMENTI IN TRAIETTORIA DIVERGENTE


Il team di J.P. Morgan Asset Management prevede che verso fine anno i rendimenti dei Gilt tenderanno a salire, mentre è più ottimista sulle obbligazioni europee, per la divergenza tra le due politiche monetarie. In particolare, nel Regno Unito si dà per scontato un rialzo dei tassi di 15 punti base entro febbraio 2022 e di 45 punti in totale per novembre 2022, mentre nell’Eurozona non si aspettano novità prima del 2023 e l’orientamento della BCE sui tassi futuri continua a essere estremamente accomodante. Di conseguenza, il team di J.P. Morgan Asset Management si aspetta che nei prossimi mesi il mercato obbligazionario del Regno Unito sottoperformerà.


IL FATTORE DELLE ELEZIONI TEDESCHE


Concorrono anche fattori tecnici: ad agosto, l’offerta lorda di titoli di Stato dell’area Euro al netto del QE si è ridotta in misura consistente e il prossimo anno dovrebbe mantenersi su livelli favorevoli, mentre nel 2022 l’offerta netta nel Regno Unito dovrebbe salire da 49 miliardi di sterline a 125 miliardi. Sul fronte della domanda, a ridosso dei mesi estivi è tornato un posizionamento corto di consenso sui Gilt, mentre in Europa il posizionamento di duration per i tassi delle obbligazioni semi-core è nel complesso positivo e i nuovi titoli sono collocati sul mercato con premi di emissione ragionevoli. L’unica eccezione di rilievo è la Germania, dove le imminenti elezioni suscitano aspettative di espansione fiscale in caso di vittoria di una coalizione guidata dalla SPD.

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