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La corsa del Toro sul Nasdaq è arrivata al capolinea?
Le paura per l'inflazione e la prospettiva di tassi d'interesse più alti stanno spostando le scelte degli investitori lontano dal settore tecnologico a favore di altri settori
5 Ottobre 2021 17:28
L'azionario statunitense sta cercando di riprendersi dalle vendite della vigilia, un “lunedì nero” che ha visto lo S&P 500 perdere l'1,3% e il Nasdaq soffrire i ribassi più pesanti arrivando a cedere il 2,1%. Il sell-off di inizio settimana, tuttavia, è stato solo l'ultimo di una lunga serie di sedute negative che ha portato Wall Street a chiudere il peggior mese dallo scorso anno (settembre), con il Nasdaq che si trova ora al -8,5% dai massimi storici. L'incertezza del mercato si è riversata maggiormente sul settore tecnologico, appunto, con i titoli cosiddetti FAANG che sono stati i più colpiti dall'aumento dei titoli di Stato statunitensi, alimentati da un'accelerazione dei prezzi che sta preoccupando banche centrali e governi, e da un ritorno degli investitori verso i titoli di valore, o value.
Molti analisti, infatti, hanno attribuito le recenti sbandate e la volatilità dell'azionario soprattutto all'aumento dei rendimenti dei titoli decennale, salito di 20 punti base nelle ultime settimane ai livelli dello scorso giungo. "I rendimenti alti divorano la crescita", hanno scritto gli analisti di Glenmede in una nota, sottolineando che i titoli di crescita, o growth, come i tecnologici sono i più sensibili all'aumento dei tassi perché divorano i flussi di cassa e “perché i rendimenti più elevati su attività meno rischiose (come i Treasury) tolgono il fascino di possedere titoli più volatili”.
Con la pressione inflazionistica che ha cominciato ad incalzare diversi settori dell'economia a partire dai mesi estivi, i rendimenti dei Treasury, prima su valori minimi, hanno iniziato a salire bruscamente verso la fine di settembre dopo che la Federal Reserve ha suggerito che potrebbe prendere in considerazione l'aumento dei tassi di interesse nella seconda metà del prossimo anno per aiutare a scongiurare l'aumento dell'inflazione. Questo, unito al probabile inizio della riduzione degli stimoli monetari nel quarto trimestre, ha colpito quella fetta del mercato che dagli aiuti delle banche centrali ne ha tratto molto benefico in tempi di pandemia, quindi il comparto tecnologico che nel 2020/21 ha aiutato Wall Street e gli indici globali a macinare record su record.
L'accelerazione della crescita economica e la paura per l'inflazione, ora ai massimi pluriennali in molte parti del mondo, hanno stimolato una rotazione del mercato azionario dai titoli di crescita, come i tech, a fette di mercato tradizionalmente cicliche e con buona redditività anche nel presente (come energia e finanziari). Più ci avviciniamo al momento in cui la Fed allevierà il piede dall'acceleratore dei soccorsi, più si farà sentire la rotazione growth to value. Come la scorsa settimana, quando dopo la testimonianza di Powell al Senato Usa il comparto tech ha registrato il peggior calo intraday dallo scorso marzo estendendo le perdite durante la settimana. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, le azioni dell'S&P sono a rischio di un calo medio del 18% delle valutazioni relative agli utili per ogni aumento di 100 punti base dei rendimenti dei Treasury a dieci anni. Da gennaio, i rendimenti sono aumentati di circa lo 0,6%.
AUMENTO DEI RENDIMENTI
Molti analisti, infatti, hanno attribuito le recenti sbandate e la volatilità dell'azionario soprattutto all'aumento dei rendimenti dei titoli decennale, salito di 20 punti base nelle ultime settimane ai livelli dello scorso giungo. "I rendimenti alti divorano la crescita", hanno scritto gli analisti di Glenmede in una nota, sottolineando che i titoli di crescita, o growth, come i tecnologici sono i più sensibili all'aumento dei tassi perché divorano i flussi di cassa e “perché i rendimenti più elevati su attività meno rischiose (come i Treasury) tolgono il fascino di possedere titoli più volatili”.
INFLAZIONE E TASSI PIÙ ALTI
Con la pressione inflazionistica che ha cominciato ad incalzare diversi settori dell'economia a partire dai mesi estivi, i rendimenti dei Treasury, prima su valori minimi, hanno iniziato a salire bruscamente verso la fine di settembre dopo che la Federal Reserve ha suggerito che potrebbe prendere in considerazione l'aumento dei tassi di interesse nella seconda metà del prossimo anno per aiutare a scongiurare l'aumento dell'inflazione. Questo, unito al probabile inizio della riduzione degli stimoli monetari nel quarto trimestre, ha colpito quella fetta del mercato che dagli aiuti delle banche centrali ne ha tratto molto benefico in tempi di pandemia, quindi il comparto tecnologico che nel 2020/21 ha aiutato Wall Street e gli indici globali a macinare record su record.
ROTAZIONE CICLICA
L'accelerazione della crescita economica e la paura per l'inflazione, ora ai massimi pluriennali in molte parti del mondo, hanno stimolato una rotazione del mercato azionario dai titoli di crescita, come i tech, a fette di mercato tradizionalmente cicliche e con buona redditività anche nel presente (come energia e finanziari). Più ci avviciniamo al momento in cui la Fed allevierà il piede dall'acceleratore dei soccorsi, più si farà sentire la rotazione growth to value. Come la scorsa settimana, quando dopo la testimonianza di Powell al Senato Usa il comparto tech ha registrato il peggior calo intraday dallo scorso marzo estendendo le perdite durante la settimana. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, le azioni dell'S&P sono a rischio di un calo medio del 18% delle valutazioni relative agli utili per ogni aumento di 100 punti base dei rendimenti dei Treasury a dieci anni. Da gennaio, i rendimenti sono aumentati di circa lo 0,6%.
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