banche centrali
GAM: come prepararsi alle trimestrali nell'era post-pandemica
Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team, raccomanda di guardare soprattutto le guidance per capire la percezione delle aziende in relazione alle prospettive del 2022
11 Ottobre 2021 20:00
Il prolungato rialzo dei prezzi dell’energia e le strozzature nelle catene di approvvigionamento stanno causando crescenti tensioni sui mercati, in uno scenario di potenziale stagflazione in due tempi. Prima un iniziale di rialzo dei prezzi a cui potrebbe seguirebbe una pericolosa stagnazione. I dati macro stanno già mostrando un fisiologico rallentamento, dopo i picchi dovuti alle riaperture post lockdown, e le reazioni di mercato non risultano prive di contraddizioni. Nell’ultimo mese l’inflazione attesa negli USA è risultata abbastanza stabile, avvalorando la tesi di un rialzo transitorio, mentre la crescita dei tassi nominali sembra prefigurare una più rapida azione delle banche centrali.
E’ il quadro da cui parte un commento a cura di Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM SGR, che scruta la campagna trimestrale degli utili in arrivo, che può fornire interessanti indicazioni sull’evoluzione futura del mercato e analizza alcuni aspetti e variabili che stanno caratterizzando questa fase. Nei risultati del terzo trimestre che stanno per essere pubblicati bisognerà valutare quanto abbiano impattato i problemi alle catene di approvvigionamento delle aziende, ma soprattutto, secondo De Palma, sarà fondamentale conoscere la percezione che hanno le aziende sul prossimo anno.
Se mantenessero invariata la guidance, secondo l’esperto di GAM SGR significherebbe avere aspettative di un ritorno progressivo alla normalità. Attualmente il consenso di mercato sullo S&P 500 è per una crescita degli utili del terzo trimestre del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una percentuale indubbiamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti, che erano però risultati eccezionalmente elevati per l’effetto riaperture e perché confrontati con la fase più intensa e negativa della pandemia.
Ampliando l’analisi, De Palma osserva che il rallentamento cinese è un altro elemento di cui tenere conto: Pechino non ha alcuna intenzione di far deragliare la crescita, e i giri di vite regolamentari in vari settori servono per limitare le situazioni dominanti, con l’obiettivo di “offrire al popolo una migliore qualità della vita”. Questo fa parte della retorica collegata anche ai recenti festeggiamenti per il centenario della fondazione del partito comunista cinese, mentre la Banca centrale è pronta a iniettare liquidità a breve per scongiurare effetti negativi sul sistema creditizio.
Un terzo elemento preso in considerazione dall’esperto di GAM SGR è rappresentato dalla riunione dell’OPEC+, che non ha generato sorprese, con un aumento dei livelli di produzione a 400.000 barili al giorno, in linea con i meccanismi automatici di adeguamento definiti precedentemente. Ma la mancata decisione di un aumento straordinario di produzione per allentare le tensioni sui prezzi ha contribuito ad esacerbare il sentiment di mercato.
Lo scenario più temuto, rileva in conclusione De Palma, potrebbe essere anche la base per la soluzione del problema: un rallentamento, entro certi limiti e bilanciato da una progressiva normalizzazione dell’offerta, potrebbe infatti favorire un riequilibrio delle forze di mercato, ed accompagnarsi a un raffreddamento dei prezzi delle materie prime, rasserenando il clima sui mercati.
INDICAZIONI DALLE TRIMESTRALI
E’ il quadro da cui parte un commento a cura di Massimo De Palma, Head of Multi Asset Team di GAM SGR, che scruta la campagna trimestrale degli utili in arrivo, che può fornire interessanti indicazioni sull’evoluzione futura del mercato e analizza alcuni aspetti e variabili che stanno caratterizzando questa fase. Nei risultati del terzo trimestre che stanno per essere pubblicati bisognerà valutare quanto abbiano impattato i problemi alle catene di approvvigionamento delle aziende, ma soprattutto, secondo De Palma, sarà fondamentale conoscere la percezione che hanno le aziende sul prossimo anno.
RALLENTAMENTO MA SU LIVELLI SOSTENUTI
Se mantenessero invariata la guidance, secondo l’esperto di GAM SGR significherebbe avere aspettative di un ritorno progressivo alla normalità. Attualmente il consenso di mercato sullo S&P 500 è per una crescita degli utili del terzo trimestre del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, una percentuale indubbiamente inferiore rispetto ai due trimestri precedenti, che erano però risultati eccezionalmente elevati per l’effetto riaperture e perché confrontati con la fase più intensa e negativa della pandemia.
IL TEMA DEL RALLENTAMENTO CINESE
Ampliando l’analisi, De Palma osserva che il rallentamento cinese è un altro elemento di cui tenere conto: Pechino non ha alcuna intenzione di far deragliare la crescita, e i giri di vite regolamentari in vari settori servono per limitare le situazioni dominanti, con l’obiettivo di “offrire al popolo una migliore qualità della vita”. Questo fa parte della retorica collegata anche ai recenti festeggiamenti per il centenario della fondazione del partito comunista cinese, mentre la Banca centrale è pronta a iniettare liquidità a breve per scongiurare effetti negativi sul sistema creditizio.
OPEC+ SENZA SORPRESE
Un terzo elemento preso in considerazione dall’esperto di GAM SGR è rappresentato dalla riunione dell’OPEC+, che non ha generato sorprese, con un aumento dei livelli di produzione a 400.000 barili al giorno, in linea con i meccanismi automatici di adeguamento definiti precedentemente. Ma la mancata decisione di un aumento straordinario di produzione per allentare le tensioni sui prezzi ha contribuito ad esacerbare il sentiment di mercato.
UN RALLENTAMENTO PUO’ ESSERE POSITIVO
Lo scenario più temuto, rileva in conclusione De Palma, potrebbe essere anche la base per la soluzione del problema: un rallentamento, entro certi limiti e bilanciato da una progressiva normalizzazione dell’offerta, potrebbe infatti favorire un riequilibrio delle forze di mercato, ed accompagnarsi a un raffreddamento dei prezzi delle materie prime, rasserenando il clima sui mercati.