Green view
Cambiamento climatico, il rischio è non coglierne le opportunità
Il cambiamento climatico sarà ancora per molti anni al centro delle politiche di investimento per generare rendimenti
di Stefania Scordio 20 Ottobre 2021 19:00
La pandemia ha accelerato molte tendenze già avviate, in particolare l'attenzione ai temi legati all'ambiente e al clima. Gli investitori si sono accorti di questa accelerazione e, secondo la Robeco Global Climate Survey l'86% di loro li ritiene strategici per i propri portafogli e sono pronti ad affrontare il processo che intende bloccare l'aumento incontrollato delle temperature globali.
Gli obiettivi dell'Accordo di Parigi dettano la strada, ma serve ancora molto impegno e molto lavoro per raggiungere l'obiettivo. Servono azioni più urgenti: "Se usiamo il sistema a colori del semafori ( rosso, arancione e verde) - spiega Lucian Peppelenbos, Climate Strategist di Robeco - direi che ora siamo sull’arancione, mentre un anno fa avrei detto che eravamo sul rosso. Il passaggio all’arancione è dovuto ai recenti impegni di Asia, Cina, Giappone e Corea del Sud, ma anche perché tutti sanno che cosa faranno ora gli Stati Uniti, dopo aver aderito nuovamente all’Accordo di Parigi".
L'ambizione dell'azzeramento delle emissioni è ormai al centro delle linee guida dei paesi responsabili del 67% di quelle globali: "Se riusciremo effettivamente a mantenere le nostre promesse entro il 2050 - scandisce Peppelenbos - il mondo sarà sulla buona strada per limitare il riscaldamento globale a 2,1° Celsius, in precedenza invece eravamo molto vicini ai 3°. Questa recente corsa ad impegnarsi è ora più ambiziosa che mai. La leadership diffusa per passare dall’arancione al verde, sarà necessaria una collaborazione molto più stretta. Nell’economia reale, si ha bisogno di una cornice politica, e del sostegno dei consumatori e delle tecnologie. Tutti questi pezzi devono combaciare".
Per rendere la finanza veicolo di sostenibilità, i governi devono implementare gli incentivi per incoraggiare gli investitori a reindirizzare il capitale verso l'economia verde, circolare e a basso contenuto di carbonio. "Il tutto inizia - spiega Peppelenbos - con la definizione di sistemi adeguati di carbon pricing, che vengano effettivamente inclusi nelle decisioni economiche, in modo che gli investitori e i consumatori possano tenere conto del costo effettivo delle loro azioni. C’è ancora molta strada da fare per definire i giusti incentivi. Attualmente, solo un quinto delle emissioni globali sono tassate, attraverso una serie di sistemi di quote e la maggior parte di questi sistemi stanno sottostimando il prezzo delle emissioni – il che significa che gli incentivi non sono efficaci nel modificare i comportamenti".
L'attenzione al cambiamento climatico quindi impatta sulla politica, sulla società e sulle imprese per questo servono politiche chiare nel lungo termine per gli standard da seguire e i limiti entro cui operare: "L’esempio del governo olandese- spiega Peppelenbos - ha segnalato con anni di anticipo che, a partire dal gennaio 2023, tutti gli immobili commerciali avrebbero dovuto avere una certificazione energetica almeno di classe C se i proprietari desideravano affittarli o venderli. Di conseguenza, gli immobili sono adesso in fase di ristrutturazione oppure non sono più sul mercato. Il settore ha avuto anni per adattarsi e il processo ha funzionato bene".
Oltre all'operato delle aziende, va considerato anche il comportamento dei consumatori: " Finché pensiamo che sia normale volare cinque volte l’anno per una vacanza - sottolinea Peppelenbos - mangiare grandi quantità di carne e gettare gli abiti dopo averli indossati per qualche mese, il nostro comportamento sarà una parte importante del problema. Perché tutto questo cambi, devono cambiare sia l’offerta che la domanda. Ma non concordo con la narrazione che i consumatori da soli determinano il proprio comportamento. Bisogna essere in due per ballare il tango. Anche le aziende svolgono un ruolo importante nel determinare ciò che vogliono i consumatori".
La 26esima Conferenza delle Parti avrà principalmente quattro obiettivi: azzerare le emissioni nette globali entro il 2050 per fare in modo che gli 1,5 gradi centigradi rimangano un traguardo raggiungibile; promuovere l’adattamento per proteggere le comunità e gli habitat naturali; mobilitare i finanziamenti necessari al raggiungimento dello scopo, e collaborare alla realizzazione di soluzioni.
Pertanto la view di Robeco riguarda il rafforzamento delle politiche net zero per accelerare i loro processi di decarbonizzazione, ma anche l'uso di soluzioni basate sulla natura e dei mercati del carbonio. Va anche posto in primo piano il finanziamento di adattamento e mitigazione e le informative obbligatorie e armonizzate. "Nel nostro processo d’investimento - specifica lo strategist - richiediamo già informative sul clima alle imprese in cui investiamo. La COP26 sarà un evento chiave se la pubblicazione di informazioni sull’impatto climatico diventerà obbligatoria in tutto il mondo.
STRATEGIE GLOBALI
Gli obiettivi dell'Accordo di Parigi dettano la strada, ma serve ancora molto impegno e molto lavoro per raggiungere l'obiettivo. Servono azioni più urgenti: "Se usiamo il sistema a colori del semafori ( rosso, arancione e verde) - spiega Lucian
ZERO ECONOMY
L'ambizione dell'azzeramento delle emissioni è ormai al centro delle linee guida dei paesi responsabili del 67% di quelle globali: "Se riusciremo effettivamente a mantenere le nostre promesse entro il 2050 - scandisce
VEICOLO DI SOSTENIBILITÀ
Per rendere la finanza veicolo di sostenibilità, i governi devono implementare gli incentivi per incoraggiare gli investitori a reindirizzare il capitale verso l'economia verde, circolare e a basso contenuto di carbonio. "Il tutto inizia - spiega Peppelenbos - con la definizione di sistemi adeguati di carbon pricing, che vengano effettivamente inclusi nelle decisioni economiche, in modo che gli investitori e i consumatori possano tenere conto del costo effettivo delle loro azioni. C’è ancora molta strada da fare per definire i giusti incentivi. Attualmente, solo un quinto delle emissioni globali sono tassate, attraverso una serie di sistemi di quote e la maggior parte di questi sistemi stanno sottostimando il prezzo delle emissioni – il che significa che gli incentivi non sono efficaci nel modificare i comportamenti".
IMPATTO TOTALE
L'attenzione al cambiamento climatico quindi impatta sulla politica, sulla società e sulle imprese per questo servono politiche chiare nel lungo termine per gli standard da seguire e i limiti entro cui operare: "L’esempio del governo olandese- spiega Peppelenbos - ha segnalato con anni di anticipo che, a partire dal gennaio 2023, tutti gli immobili commerciali avrebbero dovuto avere una certificazione energetica almeno di classe C se i proprietari desideravano affittarli o venderli. Di conseguenza, gli immobili sono adesso in fase di ristrutturazione oppure non sono più sul mercato. Il settore ha avuto anni per adattarsi e il processo ha funzionato bene".
CONSUMATORI PROTAGONISTI
Oltre all'operato delle aziende, va considerato anche il comportamento dei consumatori: " Finché pensiamo che sia normale volare cinque volte l’anno per una vacanza - sottolinea Peppelenbos - mangiare grandi quantità di carne e gettare gli abiti dopo averli indossati per qualche mese, il nostro comportamento sarà una parte importante del problema. Perché tutto questo cambi, devono cambiare sia l’offerta che la domanda. Ma non concordo con la narrazione che i consumatori da soli determinano il proprio comportamento. Bisogna essere in due per ballare il tango. Anche le aziende svolgono un ruolo importante nel determinare ciò che vogliono i consumatori".
COP26
La 26esima Conferenza delle Parti avrà principalmente quattro obiettivi: azzerare le emissioni nette globali entro il 2050 per fare in modo che gli 1,5 gradi centigradi rimangano un traguardo raggiungibile; promuovere l’adattamento per proteggere le comunità e gli habitat naturali; mobilitare i finanziamenti necessari al raggiungimento dello scopo, e collaborare alla realizzazione di soluzioni.
LA VIEW
Pertanto la view di Robeco riguarda il rafforzamento delle politiche net zero per accelerare i loro processi di decarbonizzazione, ma anche l'uso di soluzioni basate sulla natura e dei mercati del carbonio. Va anche posto in primo piano il finanziamento di adattamento e mitigazione e le informative obbligatorie e armonizzate. "Nel nostro processo d’investimento - specifica lo strategist - richiediamo già informative sul clima alle imprese in cui investiamo. La COP26 sarà un evento chiave se la pubblicazione di informazioni sull’impatto climatico diventerà obbligatoria in tutto il mondo.
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