Il settore

Il lusso globale guarda avanti con il trimestre straordinario di LVMH

Swetha Ramachandran, Responsabile del fondo Luxury Brands Equity di GAM, parte dalla trimestrale del colosso per fare il punto anche sulle preoccupazioni legate alla Cina, il cui impatto è risultato limitato

di Stefano Caratelli 20 Ottobre 2021 10:09

financialounge -  GAM Investments LVMH Swetha Ramachandran
LVMH è stata come di consuetudine la prima azienda del lusso a pubblicare la trimestrale, e con la natura diversificata del suo business che spazia tra Moda e Pelle, Vini e Liquori, Orologi e Gioielli, Profumi e Cosmetici fino al Retail rappresenta una sorta di controllo dello stato di salute per l'intero settore. Con le preoccupazioni sulla Cina, un consumatore americano che si avvia nel percorso post-stimoli, la catena di approvvigionamento e il generale contesto dei consumi in un momento di pressioni inflazionistiche, i risultati sono ancora più rilevanti poiché rappresentano un indicatore del consumo di lusso e discrezionale.

MOVIMENTO AL RIBASSO SOLO IN BORSA


Parte da qui il commento di Swetha Ramachandran, Investment Manager e Responsabile del fondo GAM Luxury Brands Equity di GAM, che ricorda come dopo i massimi storici di metà agosto, il settore ha avuto due mesi turbolenti per la combinazione di timori legati alle notizie dalla Cina sulla "prosperità comune" e su cosa potrebbero significare per il settore. I titoli del lusso europei hanno subito un deprezzamento di circa il 20% in un movimento guidato dal calo dei prezzi in Borsa più che dagli utili, che hanno continuato a salire, anche se ad un ritmo più tranquillo rispetto a inizio anno.

MODA E PELLETTERIA PRINCIPALE DRIVER


Il driver chiave del buon terzo trimestre di LVMH è stata la divisione Moda e Pelletteria, che copre due terzi dell'EBIT del Gruppo e con una crescita del 24% su base annua ha battuto le aspettative del mercato, mettendo a segno una crescita su 2 anni del +38%, non segnalando così alcun inversione di tendenza di fondo, nonostante l'Asia sia stata influenzata negativamente dai lockdown locali per la variante delta in Cina, Australia, Sud-est asiatico e una performance in peggioramento in Giappone per lo stesso motivo. Il deficit dell'Asia è stato compensato dall'Europa che è calata "solo" del 6% nonostante la continua assenza di turisti che contribuivano per più del 50% alle vendite della regione prima della pandemia.

CONSUMATORE EUROPEO VIVO E VEGETO


Il consumatore europeo locale è vivo e vegeto per LVMH, sottolinea l’esperta di GAM, mentre il consumatore statunitense rimane stabile sul livello del primo semestre, passando dal +23% al +22% del terzo, con nessun effetto dalla fine degli stimoli sull'appetito dei consumatori per i suoi marchi. Il settore Orologi e Gioielli è cresciuto meno, secondo il management per problemi specifici relativi alla gioielleria in Cina a agosto causa lockdown e limitazione della mobilità. Tiffany, indicata separatamente perché acquisita solo a gennaio 2021, sta facendo molto bene nel mercato principale degli Stati Uniti.

NON DIPENDENTE DA UN SOLO PAESE


Secondo l’esperta di GAM, LVMH sta mostrando agli investitori di non essere orientata esclusivamente alla crescita della domanda cinese, ma è ben diversificata. Se il settore in generale beneficia della crescita del consumo della classe media cinese, l’unicità di LVMH sta nel non essere eccessivamente dipendente dalla crescita di un solo paese, e con il primo semestre ha sottolineato che gli americani sono stati i maggiori motori di crescita, seguiti dagli europei, poi dai cinesi.

VENTO IN POPPA DALL’AMERICA


L'appetito del consumatore americano per il lusso rimane un vento in poppa strutturale, mentre anche il rinnovato interesse dei consumatori locali europei ha sorpreso positivamente. Nonostante LVMH di solito rilasci vaghe indicazioni per il futuro, questa volta ha rilasciato una dichiarazione di prospettiva il più possibile inequivocabile: "il gruppo è fiducioso nel proseguimento della crescita attuale", unita alla valutazione che non è in vista un cambiamento nel sentiment in Cina, e che non esiste elasticità dei prezzi nel lusso, indicando l'assenza di qualsiasi legame tra le vendite e i prezzi.

LA POLITICA CINESE NON PREOCCUPA


Per questo l’esperta di GAM crede che le preoccupazioni di brusco cambiamento nella dinamica dei consumatori dovrebbero essere seppellite. Il management di LVMH è stato riluttante a commentare le politiche cinesi sulla prosperità comune, ma ha aggiunto di non vedere alcuna ragione per cui possa essere nocivo per la classe medio-alta, che costituisce la maggior parte della base di clienti. Questo, commenta Ramachandran, dovrebbe far tirare un sospiro di sollievo all'intero settore, che è stato assediato ingiustificatamente a suo avviso dalle preoccupazioni per un potenziale giro di vite sui consumi di lusso.

RASSICURAZIONI ANCHE SULLE STROZZATURE LVMH


ha anche rassicurato sulla catena di approvvigionamento/logistica/costi spiegando che è stato incluso nella guidance del primo semestre e ha evidenziato la sostanziale espansione dei margini, che sarebbe mantenuta anche in caso di investimenti nella crescita. Alla fine, il business della moda e pelletteria di LVMH nel terzo trimestre è circa il 40% più grande di prima della pandemia, con margini di circa 1000 punti base avanti rispetto al 2019.

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