L'analisi
Stagflazione da anni '70? BlackRock spiega perché oggi è il contrario
Le pressioni inflazionistiche persistono ma non è stagflazione, e la grande casa resta ‘pro rischio’, spiegando che non sono i prezzi energetici ma la forza della ripartenza economica a spingere l’inflazione al rialzo
di Stefano Caratelli 20 Ottobre 2021 17:07
I prezzi globali continuano a puntare al rialzo e le attese pressioni inflazionistiche si mostrano persistenti, ma non è stagflazione, e questo consiglia di mantenere un posizionamento pro-rischio. È piuttosto la confusione che regna sul tema del rialzo dei prezzi ad essere un fattore di rischio. Il quadro del mercato continua ad essere caratterizzato dal rally delle azioni globali, mentre la stagione delle trimestrali americane è partita con risultati forti, anche se bisogna monitorare le pressioni sui prezzi. Ora l’attenzione degli investitori si concentra sugli indici globali dei Purchasing Manager per capire meglio la portata sia dei colli di bottiglia nel settore manifatturiero sia della forza della ripartenza economica.
Sono i punti chiave del commento settimanale di BlackRock dal titolo: “Stagflazione da anni 70? E’ vero il contrario”. E’ vero che i prezzi delle commodity globali sono saliti molto e che l’inflazione USA ha toccato I massimi di 13 anni, e anche che per la prima volta dagli anni 70 la causa principale è uno shock sul lato dell’offerta. Ma il paragone finisce qui. Non c’è nessun rischio di una stagflazione stile anni 70, secondo BlackRock, perché l’attività economica è in piena ripresa e ha spazio davanti per correre. Per questo la grande casa rimane tatticamente pro-rischio anche se vede un sentiero di rialzo più stretto per gli asset a rischio, anche perché i policymaker potrebbero sbagliare la ‘lettura’ del rialzo dei prezzi.
BlackRock ha sostenuto a lungo che l’inflazione era uno dei rischi meno prezzati dal mercato, e ora è arrivata, sostenuta soprattutto da uno shock sul lato dell’offerta, con i produttori di beni che fanno fatica a stare dietro alla ripartenza della domanda, i porti ingolfati che aumentano i costi dello shipping, e pressioni esercitate dai prezzi delle commodity. L’ultimo shock da offerta risale agli anni 70, quando gli embarghi petroliferi fecero schizzare i prezzi. Ma oggi per molti aspetti la situazione è capovolta rispetto ad allora: la crescita accelera e non ristagna, il che giustifica l’aumento dei prezzi energetici, che ‘inseguono’ la ripartenza dell’attività.
È proprio la forza dell’economia, e non i prezzi energetici, a spingere l’inflazione, secondo BlackRock, anche perché la capacità dell’offerta è stata più lenta della ripresa della domanda di beni, causando colli di bottiglia. Inoltre, la crescita economica ha davanti a sè spazio per correre, dato che l’attività globale è ancora sotto il potenziale di lungo termine. Alla fine la macchina dell’offerta riuscirà a soddisfare la domanda, al contrario degli anni 70, quando invece era la domanda che si contraeva per adeguarsi alla minore offerta. Infatti, sottolinea BlackRock, oggi la crescita della domanda spinge al rialzo i prezzi del petrolio e dei prodotti energetici, l’esatto opposto degli anni 70, quando erano i prezzi in rialzo del petrolio a penalizzare l’attività economica.
Il rischio che vede BlackRock è che mercati e banche centrali non leggano in modo appropriato gli shock attuali, alimentando le aspettative di alta inflazione nel lungo termine o portando a una stretta monetaria prematura. La grande casa ritiene comunque che le banche centrali siano in grado di leggere correttamente la situazione e evitino quindi una stretta prematura, che tra l’altro non eliminerebbe i colli di bottiglia nelle catene globali di fornitura ma farebbe male alla crescita. La bottom line è che alla fine le pressioni inflazionistiche dovute alla ripartenza economica si risolveranno e le banche centrali accompagneranno il processo.
Per questo su base tattica BlackRock rimane moderatamente pro-rischio, anche se lo spazio per ulteriori rialzi si è ridotto, con il rischio che i mercati prezzino letture non corrette del quadro d’insieme prima di arrivare alla lettura giusta. BlackRock continua a anche a sottopesare i bond governativi nella convinzione che i rendimenti gradualmente si adegueranno alla realtà della ripartenza robusta. Su un orizzonte strategico la grande casa si aspetta invece il passaggio a un regime di inflazione moderatamente elevata.
LO SHOCK SUL LATO DELL’OFFERTA
Sono i punti chiave del commento settimanale di BlackRock dal titolo: “Stagflazione da anni 70? E’ vero il contrario”. E’ vero che i prezzi delle commodity globali sono saliti molto e che l’inflazione USA ha toccato I massimi di 13 anni, e anche che per la prima volta dagli anni 70 la causa principale è uno shock sul lato dell’offerta. Ma il paragone finisce qui. Non c’è nessun rischio di una stagflazione stile anni 70, secondo BlackRock, perché l’attività economica è in piena ripresa e ha spazio davanti per correre. Per questo la grande casa rimane tatticamente pro-rischio anche se vede un sentiero di rialzo più stretto per gli asset a rischio, anche perché i policymaker potrebbero sbagliare la ‘lettura’ del rialzo dei prezzi.
SITUAZIONE CAPOVOLTA RISPETTO AGLI ANNI 70
BlackRock ha sostenuto a lungo che l’inflazione era uno dei rischi meno prezzati dal mercato, e ora è arrivata, sostenuta soprattutto da uno shock sul lato dell’offerta, con i produttori di beni che fanno fatica a stare dietro alla ripartenza della domanda, i porti ingolfati che aumentano i costi dello shipping, e pressioni esercitate dai prezzi delle commodity. L’ultimo shock da offerta risale agli anni 70, quando gli embarghi petroliferi fecero schizzare i prezzi. Ma oggi per molti aspetti la situazione è capovolta rispetto ad allora: la crescita accelera e non ristagna, il che giustifica l’aumento dei prezzi energetici, che ‘inseguono’ la ripartenza dell’attività.
INFLAZIONE SPINTA DALLA FORZA DELLA RIPRESA
È proprio la forza dell’economia, e non i prezzi energetici, a spingere l’inflazione, secondo BlackRock, anche perché la capacità dell’offerta è stata più lenta della ripresa della domanda di beni, causando colli di bottiglia. Inoltre, la crescita economica ha davanti a sè spazio per correre, dato che l’attività globale è ancora sotto il potenziale di lungo termine. Alla fine la macchina dell’offerta riuscirà a soddisfare la domanda, al contrario degli anni 70, quando invece era la domanda che si contraeva per adeguarsi alla minore offerta. Infatti, sottolinea BlackRock, oggi la crescita della domanda spinge al rialzo i prezzi del petrolio e dei prodotti energetici, l’esatto opposto degli anni 70, quando erano i prezzi in rialzo del petrolio a penalizzare l’attività economica.
RISCHIO DI LETTURE SBAGLIATE DELLA SITUAZIONE
Il rischio che vede BlackRock è che mercati e banche centrali non leggano in modo appropriato gli shock attuali, alimentando le aspettative di alta inflazione nel lungo termine o portando a una stretta monetaria prematura. La grande casa ritiene comunque che le banche centrali siano in grado di leggere correttamente la situazione e evitino quindi una stretta prematura, che tra l’altro non eliminerebbe i colli di bottiglia nelle catene globali di fornitura ma farebbe male alla crescita. La bottom line è che alla fine le pressioni inflazionistiche dovute alla ripartenza economica si risolveranno e le banche centrali accompagneranno il processo.
BOND GOVERNATIVI SEMPRE SOTTOPESATI
Per questo su base tattica BlackRock rimane moderatamente pro-rischio, anche se lo spazio per ulteriori rialzi si è ridotto, con il rischio che i mercati prezzino letture non corrette del quadro d’insieme prima di arrivare alla lettura giusta. BlackRock continua a anche a sottopesare i bond governativi nella convinzione che i rendimenti gradualmente si adegueranno alla realtà della ripartenza robusta. Su un orizzonte strategico la grande casa si aspetta invece il passaggio a un regime di inflazione moderatamente elevata.