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Goldman Sachs: investire in Cina è più complicato, ma non impossibile

Alcuni settori, come le energie rinnovabili e i semiconduttori, sono stati favoriti dagli interventi del governo di Pechino

di Antonio Cardarelli 25 Ottobre 2021 10:34

financialounge -  cina
I mercati cinesi sono diventati più complessi, ma la vulgata secondo la quale ora gli investitori dovrebbero stare alla larga dalla Cina è un'esagerazione. A dirlo, intervistato da CNBC, è Timothy Moe, equity strategist e co-head Asia macro research di Goldman Sachs.

SFIDE IN CORSO


"Ci sono certamente una serie di sfide che la Cina sta affrontando in questo momento, ma respingiamo in modo abbastanza vigoroso l'affermazione radicale che la Cina è 'non investibile'", ha spiegato Moe. Sul piatto non ci sono solo i rischi per il possibile crollo di Evergrande, ma soprattutto l'aumento delle regolamentazioni e delle restrizioni imposte dal governo in alcuni settori.

SEMICONDUTTORI


Tuttavia, l'esperto di Goldman Sachs sottolinea come, per alcuni settori, l'intervento governativo abbia avuto la funzione di migliorare le prospettive. È il caso dei semiconduttori, segmento che vede Pechino impegnata a diventare strategicamente autonoma. Per questo, a marzo, la società Semiconductor Manufacturing International ha annunciato la costruzione di una nuova fabbrica a Shenzhen grazie a un investimento da 2,35 miliardi di dollari.

ENERGIA PULITA


Altro esempio di settore che ha beneficiato delle politiche governative è quelle della produzione di energia da fonti rinnovabili. In questo caso, ha spiegato Moe, il governo ha deciso di cominciare a ridurre le emissioni di carbonio fino a raggiungere la neutralità nel 2060. "Pur sapendo che il mercato degli investimenti in Cina è diventato più sfidante - spiega Moe - questo settore quest'anno ha fatto molto bene". Insomma, secondo l'esperto di Goldman Sachs in Cina esistono ancora buone opportunità di investimento, ma rispetto a qualche mese fa il contesto è diventato più complesso e sfidante, soprattutto per alcuni settori che sono stati colpiti dall'aumento delle restrizioni governative. Non a caso, da inizio anno l'indice CSI 300, che include i maggiori titoli del mercato azionario cinese, è in rosso di circa il 5%.

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