I costi del green

Schroders: il settore della transizione energetica supererà la tempesta dell'inflazione

Le strozzature di fornitura sono temporanee e le opportunità vanno viste nel lungo termine, perciò rimarrà solida la domanda che non metterà in crisi le aziende rinnovabili

di Stefano Caratelli 29 Ottobre 2021 14:56

financialounge -  Alexander Monk Mark Lacey Net Zero rinnovabili Schroders transizione verde
Le pressioni inflazionistiche stanno pesando sui mercati azionari globali e impattando più che mai l’azionario legato alla transizione energetica, con molti sotto-settori nell’occhio del ciclone. Sono minacce dannose ma di breve termine, che non dovrebbero intaccare le opportunità di investimento di lungo termine. I colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento, l’aumento dei costi degli input, le preoccupazioni sullo stato di salute della ripresa economica e la minaccia di un rialzo dei tassi hanno creato un contesto molto complesso per tutti i settori, ma quelli legati alla transizione energetica sono più esposti.

RINNOVABILI IN GRADO DI SUPERARE LA TEMPESTA


Alexander Monk, Global Renewables Analyst, e Mark Lacey, Head of Global Resource Equities di Schroders, ritengono che ci siano comunque buoni motivi per cui l’azionario legato alla transizione energetica sia in grado di superare la tempesta dell’inflazione. I principali possono essere sintetizzati in 5 punti: il prevedibile rientro delle strozzature, l’opportunità di lungo termine, la solida competitività delle energie rinnovabili la cui domanda sottostante resta altrettanto forte, e infine le poderose politiche governative di supporto alla transizione verde.

LE TENSIONI ALLE FINE SI ALLENTERANNO


Le attuali tensioni nelle catene di approvvigionamento potrebbero durare fino al 2022, ma alla fine si attenueranno, l’aumento dei costi di materie prime e trasporti innescherà una risposta dell’offerta, che allevierà le pressioni, mentre i trend di investimento in sistemi energetici net zero restano incredibilmente solidi, aprendo a un possibile rimbalzo di ordini e rendimenti. Per questo le opportunità di lungo termine restano invariate e diverranno più solide via via che l’economia migliorerà, la domanda accelererà e le politiche di supporto aumenteranno. In quanto investitore di lungo termine nella transizione energetica, Schroders mira a sfruttare le tensioni di breve come opportunità per acquistare.

SALGONO I COSTI MA MENO DELLE ENERGIE TRADIZIONALI


Inoltre la competitività delle energie rinnovabili resta incredibilmente solida, il costo di eolico e solare è aumentato con l’inflazione ma non è niente in confronto al rimbalzo dei prezzi delle commodity per gli asset energetici convenzionali come carbone e gas e dei costi legati alle emissioni. Le rinnovabili saranno sempre più competitive via via che nuove innovazioni saranno disponibili. Aumentare la generazione di energia per pannello solare o turbina eolica significa che produrre la stessa quantità di elettricità con costi più contenuti.

DOMANDA MOLTO FORTE DELLE AZIENDE


E anche la domanda sottostante di rinnovabili resta molto solida, da parte delle aziende continua ad aumentare, man mano che un numero crescente si impegna a target di net zero. La domanda di soluzioni solari residenziali e di capacità di immagazzinamento resta incredibilmente forte, con la crescita delle preoccupazioni per la sicurezza energetica e i benefici economici sempre più evidenti, mentre si registra anche una notevole crescita della domanda di veicoli elettrici a livello globale.

LA TRAZIONE DEL CARBON PRICING


Il quinto e ultimo motivo citato dagli esperti di Schroders sono le politiche a supporto della transizione energetica continuano a consolidarsi sia in USA che nella UE, con target sempre più ambiziosi della Cina. Schroders segnala anche “una nuova ed entusiasmante trazione” nei mercati del ‘carbon pricing’. E con la Cina che ha introdotto il suo schema di scambio di emissioni l'anno scorso, oltre il 20% delle emissioni a livello globale sono ora coperte da un qualche tipo di politica.

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