Il sondaggio
ESG, gli investitori italiani chiedono più dati e informazioni certi
Capital Group ha intervistato oltre mille investitori globali istituzionali e retail rilevando quote importanti che indicano tra le barriere la mancanza di dati certi e la mancanza di coerenza di punteggi e classifiche
di Stefano Caratelli 3 Novembre 2021 19:00
Il 40% degli investitori italiani afferma che la mancanza di dati certi è tra le più grandi barriere all'adozione di criteri ESG, mentre la mancanza di coerenza nei punteggi ESG è indicata come la principale sfida dell'implementazione di strategie ESG, e l’accesso alle informazioni e ai dati ESG rappresentano un altro ostacolo. I dati emergono dell'ESG Global Study 2021 di Capital Group, che ha intervistato 1.040 investitori istituzionali e retail a livello globale, tra cui fondi pensione, family office e assicurazioni, come anche fondi di fondi, banche retail/private e consulenti finanziari, basati in 16 diversi paesi, per identificare i fattori chiave con cui gli investitori professionali stanno integrando i criteri ESG nei loro modelli operativi e di capire quali siano le sfide da affrontare.
Il quaranta percento degli investitori italiani interpellati in particolare afferma che la mancanza di dati certi sta frenando l'ulteriore adozione di criteri ESG da parte delle loro organizzazioni, mentre oltre la metà degli intervistati a livello globale, pari al 53%, e la metà degli investitori italiani afferma che la mancanza di coerenza nei punteggi ESG delle società di rating è un ostacolo quando si incorporano i dati di ricerca nel proprio processo decisionale di investimento. Più di un quarto a livello globale, il 27%, e il 18% degli investitori italiani ha inoltre indicato le difficoltà di accesso alle informazioni di cui hanno bisogno come la principale sfida da affrontare.
Lo studio globale ha rilevato che il 75% a livello globale e il 68% in Italia prende decisioni di investimento attive per assicurarsi che i fattori ESG siano integrati, mentre il 67% degli investitori globali e il 70% in Italia sostiene che l'integrazione è la strategia ESG che preferiscono. Pensando a come gli asset manager possono coinvolgere più efficacemente le società in cui investono sull'ESG, quasi metà indica l'esercizio dei diritti di voto, il monitoraggio e il reporting per valutare i risultati come fondamentali strumenti di engagement, mentre il 46% a livello globale cita l'importanza di incontri regolari con i dirigenti delle società, un po' meno in Italia con solo il 25%.
Matteo Astolfi, Managing Director di Capital Group in Italia, spiega che il mondo ESG “è sempre di più un'area di interesse per gli investitori istituzionali e retail a livello globale e ancora di più in Italia”, aggiungendo che mentre gli investitori apprezzano l'importanza dell'integrazione dei criteri ESG e sottolineano che la mancanza di dati solidi e coerenti è la sfida principale quando si investe in ambito ESG: “È comprensibile che man mano che l'ESG diventa più importante per questi investitori, cresce anche il desiderio di essere rigorosi nella loro valutazione".
Alla domanda su cosa migliorerebbe l'attenzione agli investimenti sostenibili, circa metà sia a livello globale che in Italia ha evidenziato la necessità di maggior trasparenza e coerenza di reporting dei fondi. In riferimento al modo in cui queste sfide possono essere superate, Capital Group nota differenze tra l’Italia e il livello globale, dove circa quattro su dieci affermano che un reporting coerente è il top driver mentre in Italia, la metà degli investitori segnala la necessità di una maggior integrazione e analisi cross-industry dei fattori ESG e il 42% sottolinea anche la necessità di metriche ibride in grado di combinare fattori ESG e performance finanziaria.
CHIESTA PIÙ COERENZA NEI RATING
Il quaranta percento degli investitori italiani interpellati in particolare afferma che la mancanza di dati certi sta frenando l'ulteriore adozione di criteri ESG da parte delle loro organizzazioni, mentre oltre la metà degli intervistati a livello globale, pari al 53%, e la metà degli investitori italiani afferma che la mancanza di coerenza nei punteggi ESG delle società di rating è un ostacolo quando si incorporano i dati di ricerca nel proprio processo decisionale di investimento. Più di un quarto a livello globale, il 27%, e il 18% degli investitori italiani ha inoltre indicato le difficoltà di accesso alle informazioni di cui hanno bisogno come la principale sfida da affrontare.
ATTENZIONE ALL’INTEGRAZIONE
Lo studio globale ha rilevato che il 75% a livello globale e il 68% in Italia prende decisioni di investimento attive per assicurarsi che i fattori ESG siano integrati, mentre il 67% degli investitori globali e il 70% in Italia sostiene che l'integrazione è la strategia ESG che preferiscono. Pensando a come gli asset manager possono coinvolgere più efficacemente le società in cui investono sull'ESG, quasi metà indica l'esercizio dei diritti di voto, il monitoraggio e il reporting per valutare i risultati come fondamentali strumenti di engagement, mentre il 46% a livello globale cita l'importanza di incontri regolari con i dirigenti delle società, un po' meno in Italia con solo il 25%.
INTERESSE CRESCENTE IN ITALIA
Matteo Astolfi, Managing Director di Capital Group in Italia, spiega che il mondo ESG “è sempre di più un'area di interesse per gli investitori istituzionali e retail a livello globale e ancora di più in Italia”, aggiungendo che mentre gli investitori apprezzano l'importanza dell'integrazione dei criteri ESG e sottolineano che la mancanza di dati solidi e coerenti è la sfida principale quando si investe in ambito ESG: “È comprensibile che man mano che l'ESG diventa più importante per questi investitori, cresce anche il desiderio di essere rigorosi nella loro valutazione".
COMBINARE ESG E PERFORMANCE
Alla domanda su cosa migliorerebbe l'attenzione agli investimenti sostenibili, circa metà sia a livello globale che in Italia ha evidenziato la necessità di maggior trasparenza e coerenza di reporting dei fondi. In riferimento al modo in cui queste sfide possono essere superate, Capital Group nota differenze tra l’Italia e il livello globale, dove circa quattro su dieci affermano che un reporting coerente è il top driver mentre in Italia, la metà degli investitori segnala la necessità di una maggior integrazione e analisi cross-industry dei fattori ESG e il 42% sottolinea anche la necessità di metriche ibride in grado di combinare fattori ESG e performance finanziaria.