Focus sull'Asia

AllianceBernstein: la Cina punta a un'espansione di qualità nel lungo termine

L'obiettivo di Pechino non è l’uguaglianza a scapito della crescita, ma un aumento diffuso del reddito che sostenga i consumi e permetta il raggiungimento dell'aumento di Pil

di Stefano Caratelli 4 Novembre 2021 14:56

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Le recenti strette di Pechino e la promozione della “prosperità comune” sono state fraintese, mentre andrebbero lette nel contesto della volontà di perseguire una crescita di alta qualità. Gli interventi nei settori dell’istruzione e della tecnologia, ad esempio, sono stati percepiti come sfavorevoli per i mercati azionari e obbligazionari e per la crescita a breve, ma fanno parte di una strategia a lungo termine per una crescita di alta qualità eliminando le distorsioni.

ECONOMIA CINESE, A CHE PUNTO SIAMO


L’economia cinese è a uno stadio fondamentale di sviluppo, più orientato all’interno con produzioni manifatturiere ad alto valore aggiunto, in una fase di rapido cambiamento, che vede gli effetti a lungo termine della deglobalizzazione sull’export, a cui la Cina risponde con riforme strutturali, per conseguire una crescita più sostenibile ed equilibrata.

SERVE UNA PROSPETTIVA PIU’ AMPIA


Sono le conclusioni dell’analisi di Zhennan Li, Senior EconomisT - Greater China di AllianceBernstein, secondo cui la politica di prosperità comune non persegue l’uguaglianza a scapito della crescita, ma un aumento diffuso del reddito e la riduzione delle disuguaglianze, che sono una delle cause dei bassi consumi, sostenendo uno dei fattori di crescita organici. Di recente i timori di rallentamento dell’economia cinese si sono focalizzati sull’immobiliare e il manifatturiero, ma secondo Li per acquisire una comprensione più completa di rischi e opportunità bisogna adottare una prospettiva più ampia.

EQUIVOCI SUL RALLENTAMENTO CINESE


Il fatto che molti vedono ancora nella Cina il motore della crescita mondiale può spiegare alcuni equivoci sul rallentamento cinese e sulle sue politiche e sulle sue prospettive di crescita. Per capire questi rischi, secondo l’esperto di AllianceBernstein è importante ricordare che oggi la Cina non è interessata solo alla crescita, ma anche a obiettivi di stabilità finanziaria e sostenibilità ambientale, e anche gli investitori che ne sono consapevoli potrebbero non apprezzare completamente le implicazioni. I mercati si sono concentrati essenzialmente su due rischi per la crescita: gli interventi normativi nel settore immobiliare e l’impatto delle restrizioni alla fornitura di energia nel manifatturiero, che sono stati i principali propulsori nella fase di crescita “senza se e senza ma”.

OBIETTIVI PIU’ REALISTICI


Oggi gli obiettivi di crescita sono più realistici, non richiedono più di stimolare l’immobiliare o le infrastrutture, e soprattutto le autorità, con spirito pragmatico, cercano di adeguare le politiche in modo proattivo. Secondo AllianceBernstein, è importante considerare i fattori di crescita organici come consumi e gli investimenti. Immobiliare e manifatturiero sono vincolati da interventi pubblici legati agli obiettivi di stabilità finanziaria e sostenibilità ambientale, e la loro ripresa sarà calibrata in funzione dell’equilibrio complessivo. La crescita nel 2022 dipenderà di più da consumi e investimenti privati, ma le famiglie hanno pochi incentivi a spendere mentre gli alti prezzi delle materie prime hanno eroso i profitti e generato incertezza sugli investimenti.

LEVE POLITICHE DI SOSTEGNO


L’obiettivo di crescita fissato da Pechino rimane importante, per il 2022 dovrebbe essere tra il 5% e il 5,5%, e per raggiungerlo non si farà affidamento sull’immobiliare, dove la priorità è la stabilità, mentre Li ritiene che il sostegno verrà da numerose leve politiche, la più importante un’espansione fiscale tramite l’accelerazione della spesa pubblica e l’emissione dei cosiddetti “special bond”, che finanziano gli investimenti pubblici. L’esperto di AllianceBernstein si aspetta anche che la Banca Centrale mantenga i tassi invariati e continui a fornire liquidità mirata alle piccole medie imprese, ma ritiene improbabile uno stimolo in grande scala.

ESPANSIONE SENZA ECCESSO DI INFLAZIONE


In questo scenario, AllianceBernstein vede come ragionevolmente plausibile un rimbalzo del PIL nel quarto trimestre 2021, mentre nel 2022 il tasso di espansione dovrebbe collocarsi vicino al potenziale di medio periodo, senza generare un eccesso di inflazione. Anche considerando gli interventi normativi attuati in alcuni settori quest’anno, secondo Li queste previsioni di crescita a breve termine non sono troppo ottimistiche.

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