I 4 trend da seguire

Schroders: le azioni europee tornano alla ribalta

Sean Markowicz, Strategist, Research and Analytics di Schroders, cita il peso minore della old economy, il sempre maggior orientamento al growth, il sentiment rialzista degli analisti e le valutazioni riviste al rialzo

di Stefano Caratelli 9 Novembre 2021 15:03

financialounge -  azionario daily news Eurozona Schroders Sean Markowicz
Dopo dieci anni di sottoperformance, l’azionario dell’Eurozona sta tornando alla ribalta, con l’Indice MSCI EMU quest’anno è in rialzo del 16% in dollari, rispetto al 9,7% dell’Indice MSCI All-Country World ex US. L’azionario dell’Eurozona ha avuto un rally simile a quello statunitense. Ma perché il sentiment degli investitori è diventato così rialzista sulla regione? Sean Markowicz, Strategist, Research and Analytics di Schroders, ha individuato quattro trend “che potrebbero spiegarlo in modo sorprendente”.

MENO OLD ECONOMY E PIÙ TECH


Il primo è rappresentato dal fatto che i settori della ‘old economy’ non guidano più l’economia europea, dopo che a lungo l’Eurozona è stata percepita come molto esposta a settori come il finanziario, e poco a quelli growth come il tecnologico. Secondo l’esperto di Schroders questo assunto non è più vero, perché negli ultimi 10 anni la capitalizzazione dei titoli IT nell’Eurozona è più che triplicata, dal 4,5% al 14,3%, rendendo il settore il terzo della regione, mentre il finanziario si è ridotto dell’11,1%, passando dal 25,2% del 2010 al 14,1% di oggi.

FORTE COMPONENTE GROWTH


Il secondo trend è che l’Eurozona è sempre più orientata ai titoli ‘growth’, diventati fonte di rendimenti più importante. Il 78% delle azioni dei consumi discrezionali, il secondo per capitalizzazione, viene classificato come growth da MSCI, e anche l’IT ha una forte componente growth. I settori che invece hanno minore esposizione allo stile growth, come finanziario, utility e energia, sono quelli che si sono più ridotti a livello di peso sul mercato. Per Markowicz si tratta di un cambiamento importante, dato che la sottoperformance dell’Eurozona degli ultimi 10 anni è stata legata in gran parte alla bassa esposizione alle aziende con una crescita più rapida.

ANALISTI DIVENTATI RIALZISTI


Al terzo posto il sentiment degli analisti, che sta diventando più rialzista con un rimbalzo delle aspettative sui profitti. L’esperto di Schroders nota che storicamente, quando gli analisti diventano relativamente più ottimisti sugli utili futuri, le azioni della zona euro tendono a sovraperformare le azioni globali. E infine le valutazioni, che nell’Eurozona sono state riviste al rialzo insieme alle attese sui profitti e a una composizione settoriale in miglioramento. Il rapporto prezzo utili calcolato dall’Indice MSCI EMU ora scambia su livelli superiori agli altri indici non USA.

VERSO UNA CRESCITA SIMILE AGLI USA


Guardando alle aspettative per il 2022 e 2023, queste riflettono per l’Eurozona un tasso di crescita degli utili simile a quello statunitense, pari al 9% circa, implicando che potrebbe esserci spazio per un’ulteriore crescita delle valutazioni. In conclusione, secondo l’esperto di Schroders, l’azionario dell’Eurozona merita di essere guardata da una nuova prospettiva perché dopo anni di sottoperformance, il sentiment del mercato si è finalmente capovolto.

VERSO UN FUTURO PIÙ LUMINOSO


La composizione settoriale è molto più diversificata oggi rispetto al passato, l’esposizione ai settori growth è cresciuta e il sentiment sugli utili è molto più solido rispetto al resto del mondo: tutto ciò implica un “futuro più luminoso”, e grazie al momentum sul lato delle valutazioni, gli investitori dovrebbero riconsiderare il loro scetticismo verso l’area euro.

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