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L'analisi

Robeco: azionario caro ma rischio di ribasso ancora limitato

Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, segnala anche le indicazioni ribassiste che arrivano dall’obbligazionario, ma le vede deboli. Godersi il rally finché dura, occhio a segnali macro negativi

di Virgilio Chelli 11 Novembre 2021 20:00
financialounge -  asset allocation azioni Peter van der Welle Robeco

Nei prossimi 6-12 mesi le valutazioni delle azioni dovrebbero diventare più sensibili a un modesto aumento dei tassi reali. Guardando i livelli assoluti, i titoli azionari sono oggi molto costosi, con il CAPE di Shiller, vale a dire il rapporto prezzo/utili aggiustato per il ciclo, che si attesta a 39, livello toccato solo all’apice della bolla di Internet del 2000. Ma a differenza di allora, i tassi reali dovrebbero rimanere contenuti, mentre i premi al rischio azionario sono molto più elevati rispetto ai livelli del 2000, limitando il rischio di ribasso. Prima di rivedere l’esposizione azionaria è meglio avere maggior chiarezza sulla Fed, sula possibile inversione positiva del credit impulse in Cina sui timori di stagflazione nel mercato obbligazionario.

UN CATTIVO PRESAGIO PER I TITOLI GROWTH


Sono le conclusioni di un commento di Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, che sottolinea i nuovi record toccati dall’indice S&P 500 e il fatto che oltre l’80% delle società al suo interno ha superato le attese degli utili nel terzo trimestre, mentre l’indice globale MSCI World è avanzato meno. Secondo l’esperto di Robeco, le turbolenze del mercato obbligazionario possono essere un cattivo presagio per i titoli growth, altamente sensibili alle aspettative di aumento dei tassi, al peggioramento delle prospettive di inflazione e alle riduzioni degli stimoli delle banche centrali, tutti scenari teoricamente sfavorevoli ai profitti futuri delle imprese.

SEGNALI RIBASSISTI DALLA CURVA DEI RENDIMENTI


A fine ottobre si è anche registrata un’impennata dei tassi a breve e un appiattimento ‘ribassista’ della curva dei rendimenti statunitense, che sulle scadenze più lunghe si è addirittura invertita, segnalando potenziali problemi per il ciclo economico. I recenti timori sull’inflazione hanno indotto gli investitori ad anticipare le attese di rialzo dei tassi e ridimensionamento dei bilanci delle banche centrali. Storicamente, nota van der Welle, si registra una correlazione positiva tra la curva dei rendimenti e le successive prospettive per gli utili.

AZIONARIO IMPERTURBATO PER TRE MOTIVI


I mercati azionari sono rimasti però imperturbati per tre motivi: i margini di profitto che si stanno adattando facilmente all’incremento dei costi, tassi reali statunitensi ancora in territorio ampiamente negativo, e debolezza del segnale dell’appiattimento della curva, forse per fattori tecnici. Gran parte della crescita azionaria è comunque dovuta alla ripresa degli utili, favorita dallo sblocco della domanda inespressa dopo che le restrizioni anti Covid-19 sono state in gran parte revocate, sostenendo la ripresa dei consumi. Le prospettive dei consumi nei mercati sviluppati rimangono molto favorevoli, visto il miglioramento del mercato del lavoro e il risparmio in eccesso elevato.

ATTENZIONE AI SEGNALI DALLA CINA


Tra i risvolti negativi, l’esperto di Robeco segnala l’erosione della capacità di spesa dovuto al rincaro dell’energia, e i problemi della Cina, che resta il motore della crescita globale. Da Pechino non arrivano ancora indicazioni di significativo allentamento monetario per contrastare il rallentamento derivante dalla stretta normativa dalla crisi energetica, che rimangono fattori rilevanti nel breve termine. Il mercato potrebbe sottovalutare il rischio, ma una contrazione della crescita cinese penalizzerebbe indirettamente l’azionario globale.

GODERSI IL RALLY FINCHÉ DURA


Al tutto si aggiunge l’attesa riduzione dello stimolo che ha sostenuto le economie durante la pandemia. Con l’inizio del ‘tapering’ della FED, la marea di liquidità in eccesso quasi illimitata sta iniziando a recedere, mentre alcune Banche Centrali di altri mercati sviluppati hanno già avviato il ciclo di innalzamento dei tassi. Nel complesso, conclude l’analisi di Robeco, gli investitori dovrebbero godersi il rally finché dura, ma rimanendo attenti alla possibilità che le forze macroeconomiche negative prendano alla fine il sopravvento.
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