Fine del tapering

BlueBay: se l'inflazione sale la Fed dovrà agire

L'aumento dei prezzi non sembra destinato a rientrare ma accelererà ancora nei primi mesi del 2022. La politica e la Banca centrale americana non potranno ignorarlo

di Stefano Caratelli 13 Novembre 2021 15:00

financialounge -  BlueBay FED inflazione Powell tapering tassi
L’inflazione USA ha sorpreso ancora una volta al rialzo ma i rendimenti dei rendimenti dei Treasury si sono mossi poco, nel presupposto apparentemente incrollabile che il trend si rivelerà transitorio. Una fiducia che sembra piuttosto sorprendente perché i prezzi potrebbero continuare a crescere nei mesi a venire, con tassi reali sempre più negativi, che renderebbero di fatto la politica monetaria ancora più accomodante, anche se la Fed sta per iniziare a ridurre gli acquisti. Probabilmente è passato così tanto tempo dall’ultima volta in il mercato ha visto l’inflazione salire che sembra si sia creato un presupposto sottostante per cui deve trattarsi per forza di un’aberrazione o un’anomalia temporanea.

POSSIBILI PRESSIONI SALARIALI


Nella sua "settimana dei mercati", Mark Dowding, Cio di BlueBay, giudica questa valutazione fondamentalmente errata, sottolineando che più a lungo l’inflazione rimane alta, più la domanda per salari maggiori diventa radicata, mentre le aziende si sentiranno sempre più a loro agio nell’esigere prezzi più alti, trasferendo i maggiori costi ai consumatori. Le finanze dei consumatori sono sane, e con un certo numero di lavoratori fuori dalla forza lavoro potremmo già essere vicini alla piena occupazione. Gli indicatori segnalano una relativa abbondanza di posti disponibili, e la debolezza dell’Indice sull’ottimismo delle piccole imprese è attribuita all’incapacità di assumere tutti i lavoratori di cui hanno bisogno.

IMPROBABILE LO SCENARIO STAGFLAZIONE


Dowding nota che l’alta inflazione non è solo un fenomeno statunitense, e cita i prezzi alla produzione in Cina e in altri mercati emergenti in seguito ai rincari dell’energia. Negli Stati Uniti, la domanda sembra destinata a continuare a superare l’offerta, il che contribuisce ad alimentare l’inflazione, che quando sale induce a spendere contante. Alcuni spiegano i bassi rendimenti obbligazionari nel contesto di una marcia verso la stagnazione secolare, che potrebbe implicare che il tasso di interesse di equilibrio è sceso a zero o sotto. Ma secondo Dowding questa interpretazione sembra in contrasto con un mercato azionario ai massimi storici.

TROPPA LIQUIDITA’ NEL SISTEMA


Un’interpretazione più realistica, secondo l’esperto di BlueBay, è che c’è semplicemente troppa liquidità nel sistema e troppo denaro per troppi pochi beni, il che potrebbe essere un altro motivo per temere che l’inflazione continui a correre. Le ‘colombe’ potrebbero sostenere che la tecnologia continua a guidare i prezzi al basso, ma il focus sugli ESG e il net zero potrebbe negarlo, spingendo i prezzi nell’altra direzione, poiché queste politiche avranno un costo inevitabile. Inoltre, prosegue Dowding, la globalizzazione sta correndo al contrario, la demografia sta cambiando e la politica fiscale è diventata molto più espansiva, mentre le banche centrali hanno adottato un approccio più flessibile all’obiettivo di inflazione media, tollerandone l’eccesso.

I TASSI A LUNGA SI MUOVERANNO


La possibilità che l’inflazione possa moderarsi da sola nel prossimo anno è sempre più improbabile, secondo Dowding, colpito dal fatto che più lungo e più grande è il superamento delle attese a breve termine, più le aspettative di inflazione inizino ad aggiustarsi. Per questo c’è un rischio crescente che l’inflazione possa solo tendere più in alto, addirittura avvicinandosi in Usa all’8% a inizio 2022, il tasso core ben sopra il 6%. Fino a quando la Fed ritarderà il suo intervento, Dowding pensa che i tassi forward a lunga dovrebbero iniziare a muoversi decisamente. E se la "colomba" Lael Brainard venisse nominata Presidente della Fed, il movimento potrebbe essere ancora più pronunciato.

SEMPRE PIU’ UNA QUESTIONE POLITICA


Guardando avanti, BlueBay si aspetta che l’inflazione continui a dominare l’attenzione, diventando una questione più politica. Le accuse di “Bidinflation” hanno portato il Presidente Usa a ad esprimere la volontà di affrontare l’aumento dei prezzi. Resta da vedere se avrà un impatto sulla sua scelta del Presidente della Fed. Secondo Dowding una riconferma di Powell sembra il risultato più probabile. Dopo la sconfitta elettorale in Virginia, c’è la sensazione che i Democratici potrebbero tornare verso posizioni più centriste.

LA FED POTREBBE ANTICIPARE LA FINE DEL TAPERING


L’esperto di BlueBay in conclusione nota che l’inflazione elevata potrebbe incoraggiare il ritorno sul mercato del lavoro di chi è uscito, e di conseguenza prevede dati relativamente solidi su occupazione e prezzi nei prossimi mesi. Per cui ritiene che non sarebbe troppo sorprendente vedere la Fed rivedere materialmente le sue previsioni a dicembre, con la possibilità che possa cercare di anticipare la fine del tapering da giugno a marzo.

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