L'outlook

JP Morgan alza le stime di inflazione e abbassa quelle per i rendimenti degli asset

L’edizione 2022 delle Long-Term Capital Market Assumptions alza le stime d’inflazione al 2,4%, prevede ritorni del 4,3% per un portafoglio di azioni e obbligazioni e suggerisce di guardare oltre gli asset tradizionali

di Stefano Caratelli 16 Novembre 2021 17:24

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Le Long-Term Capital Market Assumptions 2022 di J.P. Morgan Asset Management indicano agli investitori di guardare anche oltre gli attivi tradizionali, viste le attese di ritorni contenuti di un portafoglio tradizionale di azioni e obbligazioni su un orizzonte di 10-15 anni, mentre per la prima volta da molti anni alza le proiezioni di inflazione a lungo termine per tutte le economie, portandole al 2,4% dal 2,2%. In un contesto in cui stanno venendo meno le problematiche causate dalla pandemia ma persistono gli impatti politici, le proiezioni per un portafoglio di azioni e obbligazioni 60/40 si attestano al 4,3% nel lungo termine, il che suggerisce agli investitori di guardare oltre le tradizionali asset class, anche per un rischio di liquidità non sempre ben valutato.

LA PANDEMIA LASCERÀ POCHE CICATRICI


John Bilton, Head of Global Multi-Asset Strategy, J.P. Morgan Asset Management, si dice convinto che la pandemia lascerà poche cicatrici ma si aspetta che gli interventi politici a avranno un impatto duraturo sui mercati. La visione nel complesso è ottimistica, e gli investitori disposti ad ampliare lo spettro aggiungendo altre fonti di premio al rischio agli attivi tradizionali hanno ancora la possibilità trovare alfa e generare rendimenti solidi ed efficienti. Karen Ward, Chief Market Strategist per la regione EMEA di J.P. Morgan Asset Management, prevede una crescita modesta del Pil reale rispetto agli standard storici, con USA, Cina e India a guidare le stime. Prevede anche un aumento della produttività, stimolato dallo shock pandemico che incoraggia l'adozione di tecnologia, ma lo scenario demografico debole continuerà a pesare sulla crescita, sia nelle economie sviluppate sia in quelle emergenti.

MENO CRESCITA PER GLI EMERGENTI


Le principali previsioni emerse dalle long-term capital market assumptions indicano una crescita globale del Pil reale del 2,2% nei prossimi 10-15 anni, inferiore rispetto al 2,9% dal 2010 al 2020 e al 2,7% dal 2000 al 2020. La crescita aggregata dei Mercati Sviluppati è stimata all'1,5%, abbastanza in linea con il track record storico, mentre la decelerazione della Cina peserà sui Mercati Emergenti per i quali è prevista una crescita del 3,7% rispetto al 6% del periodo 2000-2020. Rilevata anche una dinamica inflazionistica diversa, perché dopo la recessione i gap produttivi si stanno riducendo rapidamente mentre le politiche fiscali e monetarie stanno lavorando in modo congiunto. L'inflazione attuale si sta dimostrando leggermente più resistente di quanto si aspettassero le banche centrali.

PREVISIONI MIGLIORATE PER LE AZIONI EUROPEE


A livello di asset class, è previsto un rendimento annuo invariato del 4,1% per le azioni USA a grande capitalizzazione, mentre margini e valutazioni favorevoli migliorano la previsione per l'Eurozona di 60 punti base al 5,8%. J. P. Morgan AM ha anche fatto un piccolo taglio di 10 punti base sul Giappone, portando le aspettative al 5%, e un notevole aggiustamento al ribasso di 260 punti base, al 4,1%, per le azioni del Regno Unito, dove l'attuale mix settoriale indica sostanziali venti contrari sui margini. I Mercati Emergenti vedono un calo più modesto di 20 punti base, al 6,6%. L’insieme combinato fa diminuire la stima sui rendimenti azionari globali di 10 punti base, al 5% in dollari.

POCHE SODDISFAZIONI DAL REDDITO FISSO


Nel reddito fisso le previsioni per i rendimenti nominali migliorano rispetto al 2021 nella previsione di tassi almeno modestamente più alti alla fine dell'orizzonte di previsione. La nostra previsione di rendimento del Treasury decennale statunitense viene rivista al rialzo di 80 punti base al 2,4%, mentre le previsioni di rendimento della liquidità in dollari sono in aumento di 20 punti base all'1,3%. Ma la stima di un'inflazione USA al 2,3% implica ancora rendimenti reali negativi per la liquidità e un rendimento reale praticamente nullo per i Treasury. Fuori degli Stati Uniti, il quadro è definito da J.P. Morgan AM “desolante”, con rendimenti nominali dei titoli di stato decennali dell’area euro di appena l'1,25% e dell'1,7% per i decennali inglesi, che implicano rendimenti reali significativamente negativi.

MAGGIOR POTENZIALE NEGLI ASSET ALTERNATIVI


A fronte di questo quadro, J. P. Morgan AM ritiene che gli attivi alternativi offrano un netto vantaggio, con il private equity cap-weighted in aumento di 30 punti base rispetto allo scorso anno all'8,1%, e il private debt al 6,9%, con un maggior potenziale rispetto ai titoli del credito pubblico. Gli attivi alternativi hanno generalmente un beta azionario, ma i rendimenti aggiuntivi provenienti dalla selezione dei gestori possono fornire una spinta significativa. Anche gli attivi reali continuano a distinguersi come opportunità interessante, non avendo partecipato pienamente al rally post-pandemia, e sono probabilmente resilienti in situazioni future.

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