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Asset allocation

Neuberger Berman: ecco come difendersi dall'inflazione

Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class di Neuberger Berman, raccomanda una diversificazione che guardi anche oltre la classica asset allocation azioni/bond

di Virgilio Chelli 17 Novembre 2021 07:50
financialounge -  Erik Knutzen inflazione investimenti Morning News Neuberger Berman

Con le pressioni inflazionistiche che crescono e gli investitori che mettono in dubbio le politiche delle banche centrali, sarà sempre più importante diversificare gli investimenti per contrastare la volatilità e l’aumento dei prezzi. L’idea che l’inflazione si rivelerà moderata e transitoria è stata nuovamente messa in discussione dai dati. Le banche centrali facevano già fatica ad adattarsi alla realtà e gli strumenti limitati a disposizione per contrastare l’inflazione rendono la sfida ancor più complicata. Uno dei più importanti driver delle performance dei mercati nei prossimi 12 mesi sarà probabilmente, la risoluzione delle incertezze su inflazione e politiche monetarie, e sarà sempre più importante diversificare gli investimenti.

ASPETTATIVE RECORD DI INFLAZIONE


Lo sostiene Neuberger Berman nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Erik Knutzen, Chief Investment Officer—Multi-Asset Class, che segnala la Survey of Consumer Expectations della Fed di New York, secondo cui le aspettative sull’inflazione a 12 mesi sono salite al record del 5,7%, mentre i prezzi alla produzione USA sono cresciuti dell’8,6% sull’anno, dopo il 6,2% di inflazione evidenziato dall’ultimo dato sui prezzi al consumo, il più alto da oltre 30 anni. Secondo Knutzen, il dato sembra mostrare una certa accelerazione perché su base mensile è sui livelli più alti dal 2008.

UN QUADRO DIFFUSO ANCHE FUORI DAGLI USA


La pressione sui prezzi riflettere anche il trend del mercato immobiliare residenziale, che sta crescendo al ritmo più rapido da 15 anni. Fuori dagli Stati Uniti, gli ultimi dati evidenziano un quadro analogo. Nell’Eurozona l’inflazione alla produzione viaggia sul 16%, i prezzi alla produzione giapponese hanno segnato l’8%, mentre quelli della Cina si sono assestati sul 13,5%, un livello registrato l’ultima volta verso metà degli anni ‘90. In Corea del Sud, infine, i prezzi all’import stanno crescendo del 35,8%, il tasso più alto dal 2008. In breve, secondo l’esperto di Neuberger Berman, l’inflazione attuale appare sempre meno transitoria o locale.

CONDIZIONI FINANZIARIE MOLTO ALLENTATE


La sfida per le banche centrali è sintetizzata dai rendimenti reali lungo tutta la curva dei titoli di Stato USA che sono ai minimi storici, il che mostra quanto siano accomodanti le condizioni finanziarie. Ma il rischio, secondo Knutzen, è che lo siano in modo pericoloso, e che sarà necessaria una brusca correzione. Il mercato obbligazionario ha reagito ai dati confermando le aspettative di rialzo dei tassi della Fed il prossimo luglio e appiattendo la curva a livelli visti l’ultima volta a marzo 2020, nella fase più acuta della crisi pandemica. L’unica banca centrale a respingere in maniera chiara le ipotesi di una reazione è la Bce, mentre altre hanno mostrato una maggiore disponibilità a inasprire le politiche monetarie.

LA FED CERCA DI GUADAGNARE TEMPO


La Fed sta cercando di guadagnare tempo ritoccando la definizione di “piena occupazione”, ma dopo gli ultimi dati è possibile che stia esaurendo le opzioni. Ma quando l’equazione dell’inflazione dipende per una porzione così ampia dai colli di bottiglia dell’offerta, trovare il giusto equilibrio di politica monetaria risulta arduo e si pone il dilemma se sia meglio frenare la domanda rischiando di causare un inutile rallentamento o rischiare un’inflazione galoppante. Tutte incertezze che secondo l’esperto di Neuberger Berman rendono difficile trovare il giusto equilibrio nei portafogli di investimento, a cui è però possibile apportare correzioni per mitigare il rischio di ribasso e difendersi dall’inflazione.

I SEGMENTI AZIONARI MEGLIO PROTETTI


Knutzen ricorda che storicamente un’inflazione galoppante non è mai stata amica del mercato azionario, ma giudica il segmento ciclico e quello value meno sensibili all’andamento dei tassi, mentre il mercato europeo e quello giapponese hanno reagito positivamente ai dati e potrebbero trarre vantaggio in un’ottica più di lungo periodo da una spinta inflazionistica. Anche i titoli delle società che distribuiscono regolarmente dividendi hanno un minore rischio di ribasso, e dopo un decennio di sottoperformance sono tra i pochi segmenti che offrono valutazioni relativamente interessanti.

SUL REDDITO FISSO SERVE FLESSIBILITÀ


Anche se non si attende un sell-off caotico sull’obbligazionario, l’esperto di Neuberger Berman ritiene che gli investitori debbano essere flessibili e disposti ad avventurarsi in mercati di nicchia come il credito a breve duration, loan a tasso variabile, obbligazioni ibride e obbligazioni cinesi. Soprattutto, secondo Knutzen, serve un “menù più ricco di strumenti di diversificazione” e segnala i private market e determinate strategie ‘liquid alternative’ come soluzioni attraenti in un periodo di valutazioni azionarie e obbligazionarie eccessive, ritenendo che sia comunque prudente andare in cerca di investimenti con caratteristiche che hanno storicamente consentito di battere l’inflazione, come le materie prime. Knutzen nota che i metalli preziosi stanno reagendo positivamente al trend inflazionistico e potrebbero fornire una copertura contro altre impennate, mentre anche l’immobiliare quotato e privatosi sono mostrati in genere resistenti all’inflazione.

EFFETTI DESTABILIZZANTI MA NON SCONVOLGENTI


Costruire un portafoglio che preveda un’esposizione a queste strategie o classi di attivo potrebbe, secondo Neuberger Berman, contribuire a mitigare l’incertezza, la volatilità e i possibili shock sul fronte inflazione che caratterizzeranno i prossimi mesi. Knutze ritiene che ci sarà un’inflazione più alta e persistente ma dagli effetti non eccessivamente sconvolgenti nel corso del ciclo, anche se ancora potenzialmente in grado di destabilizzare le politiche delle banche centrali nel 2022. Per cercare di impedire che tale destabilizzazione riguardi anche i portafogli sarà essenziale una diversificazione meticolosa.
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