Verso net zero
Columbia Threadneedle Investments: dopo Cop26 servono obiettivi più ambiziosi
I Paesi che hanno partecipato alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite sono chiamati ad assumersi impegni più ambiziosi in termini di obiettivi climatici e di decarbonizzazione
di Annalisa Lospinuso 18 Novembre 2021 19:30
Nell’ultima conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, Cop26, che si è svolta a Glasgow, i Paesi membri hanno raggiunto un accordo sugli obiettivi che consentiranno l’azzeramento delle emissioni di carbonio entro il 2050. Contando anche l’adesione di Cina e Stati Uniti, si sono impegnati ad azzerare le emissioni nette i Paesi che rappresentano il 70% delle emissioni globali.
Gli impegni di azzeramento netto non sempre si riflettono negli NDC nazionali. Anche l'Agenzia internazionale per l'energia (International Energy Agency, IEA) ha fatto notare che questi obiettivi di zero emissioni nette non sono ancora avallati da politiche e misure di breve termine, e nel suo recente World Energy Outlook afferma che gli impegni climatici odierni consentono di raggiungere solo il 20% della riduzione delle emissioni entro il 2030 necessaria perché il pianeta possa conseguire lo zero netto entro il 2050. Lo sottolineano Natalia Luna, analista senior investimenti tematici, investimento responsabile, e Jess Williams, analista investimenti tematici, investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments.
Sono, quindi, necessari impegni concreti per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato durante Cop26. È, quindi, un’opportunità per i governi di stabilire obiettivi climatici più ambiziosi anche sul fronte delle politiche e degli investimenti, fornendo alle aziende maggiore certezza e trasparenza sugli impegni assunti per l’azzeramento netto.
Più di un decennio fa, i Paesi sviluppati hanno promesso di stanziare 100 miliardi di dollari l’anno, entro il 2020, per aiutare le nazioni in via di sviluppo a gestire l'impatto del cambiamento climatico e investire in energia verde. Tuttavia, i Paesi ricchi, fanno notare gli analisti di Columbia Threadneedle Investments, non sono riusciti a mobilitare questi fondi. Secondo le stime Ocse, nel 2019 i Paesi avanzati hanno mobilitato 80 miliardi in finanziamenti climatici e una ricerca recente del World Resources Institute ha accertato che quasi tutte le nazioni sviluppate non stanno contribuendo in maniera equa al raggiungimento dell'obiettivo di 100 miliardi. Tre grandi economie – Stati Uniti, Australia e Canada – hanno fornito meno della metà della propria quota. I Paesi in via di sviluppo non riusciranno a mettersi al passo e tagliare le emissioni se non aiutati. Si spera che dopo Cop26 si delinei una strategia chiara per eliminare le disuguaglianze nella transizione energetica.
Target di azzeramento netto più ambiziosi, sostenuti da misure e piani concreti, forniranno informazioni utili sulle future politiche e normative climatiche, fornendo certezze alle imprese. L'attuale clima di ambiguità e incertezza – hanno ricordato Natalia Luna e Jess Williams - sta ritardando gli investimenti e incrementando il rischio di ritrovarsi con attivi non recuperabili. Le imprese devono pertanto seguire con attenzione gli sviluppi della Cop26, che consentiranno di capire quali saranno le condizioni operative dei prossimi decenni. “Una volta conclusi i lavori della Cop26 – hanno continuato gli analisti - ci aspettiamo che dal settore privato giunga un’ondata di annunci più risoluti. Il vertice riunirà un elevato numero di leader d'impresa e aziende e potrebbe fungere da catalizzatore per indurre tali soggetti a formulare strategie climatiche più incisive sia singolarmente che mediante gruppi di lavoro di categoria, ad esempio per le filiere dell'acciaio, della moda o della finanza, oppure aderendo a iniziative come la Race to Zero”.
La Glasgow Financial Alliance for Net Zero riunisce iniziative di finanziamento per lo zero sotto l'egida di una coalizione di categoria che punta ad accelerare la transizione all'azzeramento netto delle emissioni allineando i portafogli di prestiti e di investimenti, in aggiunta ad altre aree del sistema finanziario. Questi impegni avranno implicazioni per l’economia più ampia, in quanto favoriranno la disponibilità di capitali per le aziende che perseguono la decarbonizzazione e potrebbero invece rendere più difficile l’accesso ai finanziamenti per quelle che non si stanno allineando all'obiettivo dell'azzeramento netto. Gli investitori che aderiscono alla Net Zero Asset Managers Initiative, composta da 128 firmatari rappresentativi di masse in gestione per 43 mila miliardi di dollari. Questi investitori si sono impegnati ad allineare i propri portafogli con l’obiettivo di azzeramento netto delle emissioni entro il 2050. I firmatari devono annunciare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di portafoglio entro il 2030.
OBIETTIVI PIU' AMBIZIOSI
Gli impegni di azzeramento netto non sempre si riflettono negli NDC nazionali. Anche l'Agenzia internazionale per l'energia (International Energy Agency, IEA) ha fatto notare che questi obiettivi di zero emissioni nette non sono ancora avallati da politiche e misure di breve termine, e nel suo recente World Energy Outlook afferma che gli impegni climatici odierni consentono di raggiungere solo il 20% della riduzione delle emissioni entro il 2030 necessaria perché il pianeta possa conseguire lo zero netto entro il 2050. Lo sottolineano Natalia Luna, analista senior investimenti tematici, investimento responsabile, e Jess Williams, analista investimenti tematici, investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments.
MAGGIORE TRASPARENZA
Sono, quindi, necessari impegni concreti per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato durante Cop26. È, quindi, un’opportunità per i governi di stabilire obiettivi climatici più ambiziosi anche sul fronte delle politiche e degli investimenti, fornendo alle aziende maggiore certezza e trasparenza sugli impegni assunti per l’azzeramento netto.
IL RUOLO DELLA FINANZA
Più di un decennio fa, i Paesi sviluppati hanno promesso di stanziare 100 miliardi di dollari l’anno, entro il 2020, per aiutare le nazioni in via di sviluppo a gestire l'impatto del cambiamento climatico e investire in energia verde. Tuttavia, i Paesi ricchi, fanno notare gli analisti di Columbia Threadneedle Investments, non sono riusciti a mobilitare questi fondi. Secondo le stime Ocse, nel 2019 i Paesi avanzati hanno mobilitato 80 miliardi in finanziamenti climatici e una ricerca recente del World Resources Institute ha accertato che quasi tutte le nazioni sviluppate non stanno contribuendo in maniera equa al raggiungimento dell'obiettivo di 100 miliardi. Tre grandi economie – Stati Uniti, Australia e Canada – hanno fornito meno della metà della propria quota. I Paesi in via di sviluppo non riusciranno a mettersi al passo e tagliare le emissioni se non aiutati. Si spera che dopo Cop26 si delinei una strategia chiara per eliminare le disuguaglianze nella transizione energetica.
IMPATTO SUGLI INVESTIMENTI
Target di azzeramento netto più ambiziosi, sostenuti da misure e piani concreti, forniranno informazioni utili sulle future politiche e normative climatiche, fornendo certezze alle imprese. L'attuale clima di ambiguità e incertezza – hanno ricordato Natalia Luna e Jess Williams - sta ritardando gli investimenti e incrementando il rischio di ritrovarsi con attivi non recuperabili. Le imprese devono pertanto seguire con attenzione gli sviluppi della Cop26, che consentiranno di capire quali saranno le condizioni operative dei prossimi decenni. “Una volta conclusi i lavori della Cop26 – hanno continuato gli analisti - ci aspettiamo che dal settore privato giunga un’ondata di annunci più risoluti. Il vertice riunirà un elevato numero di leader d'impresa e aziende e potrebbe fungere da catalizzatore per indurre tali soggetti a formulare strategie climatiche più incisive sia singolarmente che mediante gruppi di lavoro di categoria, ad esempio per le filiere dell'acciaio, della moda o della finanza, oppure aderendo a iniziative come la Race to Zero”.
IL SETTORE FINANZIARIO
La Glasgow Financial Alliance for Net Zero riunisce iniziative di finanziamento per lo zero sotto l'egida di una coalizione di categoria che punta ad accelerare la transizione all'azzeramento netto delle emissioni allineando i portafogli di prestiti e di investimenti, in aggiunta ad altre aree del sistema finanziario. Questi impegni avranno implicazioni per l’economia più ampia, in quanto favoriranno la disponibilità di capitali per le aziende che perseguono la decarbonizzazione e potrebbero invece rendere più difficile l’accesso ai finanziamenti per quelle che non si stanno allineando all'obiettivo dell'azzeramento netto. Gli investitori che aderiscono alla Net Zero Asset Managers Initiative, composta da 128 firmatari rappresentativi di masse in gestione per 43 mila miliardi di dollari. Questi investitori si sono impegnati ad allineare i propri portafogli con l’obiettivo di azzeramento netto delle emissioni entro il 2050. I firmatari devono annunciare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di portafoglio entro il 2030.