Robeco: la riduzione delle disuguaglianze passa anche dalle scelte d’investimento

Durante la pandemia si sono aggravate le disuguaglianze, in generale, e nel mondo del lavoro, in particolare, ma in misura molto diversa a seconda delle mansioni e del genere. Ad essere più penalizzati i lavoratori meno qualificati, i giovani e le donne. Una disuguaglianza che sembra destinata ad aumentare ulteriormente considerando, inoltre, che nella maggioranza dei paesi dell’OCSE, il divario tra ricchi e poveri si attesta attualmente al livello più elevato degli ultimi 30 anni.

“Attualmente il 10% più ricco della popolazione guadagna 8,6 volte di più del 10% più povero, quando negli anni ’80 tale rapporto era di 7:1”, sottolinea Masja Zandbergen, Responsabile Sustainability Integration di Robeco. In accelerazione anche la disuguaglianza della ricchezza. Secondo il Global Wealth Report 2021 di Credit Suisse, la quota di ricchezza del primo 10% della popolazione mondiale è aumentata di 0,9 punti percentuali nell’ultimo anno, e quella del primo 1% della popolazione di 1,1 punti percentuali. Le persone ultra ricche sono cresciute del 24%, mentre il numero di milionari (in dollari) è salito di 5,2 milioni a 56,1 milioni (l’1% circa degli adulti di tutto il mondo). Si stima che il primo 10% degli adulti possegga l’82% della ricchezza globale, e che solo il primo 1% ne possiede quasi la metà (45%).

“Non sorprende che cresca il dibattito sull’impatto della disuguaglianza sulla crescita, sulla politica e sulla società” fa presente Zandbergen. Un ampliamento della disuguaglianza può essere un catalizzatore della crescita, a patto però di fornire un incentivo a investire nel proprio capitale umano, a promuovere il risparmio e gli investimenti, e ad assumere rischi. Resta il fatto che è convinzione sempre più diffusa che un’eccessiva disuguaglianza, se non mitigata, costituisca una minaccia per l’economia, per il nostro tessuto sociale e per la stabilità politica: può condurre, come osservato negli ultimi anni, a disordini sociali, minare le istituzioni democratiche, alimentare il populismo e contribuire al protezionismo.

“Una disuguaglianza estrema e crescente che può danneggiare anche i mercati finanziari e gli investimenti. Uno studio a cura del Principles for Responsible Investment (PRI) suggerisce un impatto potenzialmente negativo sulla performance degli investimenti a lungo termine, cambiamenti nella distribuzione di rischi e opportunità nell’ambito dell’universo d’investimento, e instabilità nel sistema finanziario” specifica la manager di Robeco. A questo proposito si è notata nell’area dei titoli di stato una correlazione tra maggiore disuguaglianza, minore stabilità politica e premi di rischio geografico più elevati.

“Suggeriamo agli investitori di integrare le considerazioni sulla disuguaglianza dei redditi nel loro processo decisionale. Il nostro modello proprietario che classifica i paesi in base alla sostenibilità (Country Sustainability Ranking) considera da sempre questa forma di disuguaglianza un importante fattore ESG. Il modello integra le caratteristiche ESG che hanno maggiori probabilità di incidere sensibilmente sulla performance a lungo termine dei titoli di stato.. Nelle nostre strategie azionarie dei mercati emergenti, questa classificazione è usata anche come elemento per determinare il premio al rischio geografico”, spiega Zandbergen.

Senza dimenticare che la riduzione delle disuguaglianze è cruciale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), con l’SDG 10 che mira a ridurre le disuguaglianze tra i paesi e al loro interno. “L’investimento sostenibile dovrebbe pertanto promuovere sia la sostenibilità che la performance finanziaria, per allineare gli interessi degli investitori alle preferenze della società nel lungo periodo” conclude la Responsabile Sustainability Integration di Robeco.