Cosa aspettarsi
Neuberger Berman: ecco come risolvere il rebus dei mercati azionari nel 2022
Joseph V. Amato (Neuberger Berman) spiega perché i titoli value e quelli income possono offrire agli investitori sia un cuscinetto contro l’incertezza, sia un’interessante opportunità nel caso prosegua l’espansione reflazionistica
di Leo Campagna 24 Novembre 2021 07:50
Si moltiplicano manie di breve durata che portano alcune valutazioni azionarie su livelli da bolla speculativa. Si allunga l’elenco dei dati sul surriscaldamento dell’economia che non sembrano giustificare politiche monetarie e fiscali accomodanti. Le catene di approvvigionamento sono inefficienti ed insufficienti e prefigurano il ritorno a una geopolitica da guerra fredda. Alla luce di tutti questi fattori, come investire sui mercati azionari in vista del 2022?
“Gran parte dell’economia globale sta crescendo ad un ritmo sostenuto ma in un contesto di inflazione più elevata e più problematica di quella che abbiamo sperimentato per decenni. Questo non rappresenta sicuramente il nostro scenario principale, tuttavia tale dinamica sta creando le condizioni per un rischio di un errore sul fronte delle politiche monetarie o fiscali”, spiega Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer—Equities di Neuberger Berman.
Il manager ritiene che, dopo anni di tassi bassi, inflazione contenuta ed enorme sostegno monetario, si intravedano i presupposti per un mutamento fondamentale. In quest’ottica, secondo Amato, è comunque possibile aprirsi un varco attraverso tutte queste incertezze. “I titoli value e quelli income possano fornire agli investitori azionari un cuscinetto contro questi rischi, offrendo al contempo un’interessante opportunità nello scenario di una prosecuzione dell’espansione reflazionistica”, specifica il manager di Neuberger Berman.
Amato è dell’idea che l’inflazione, pur andando incontro a un rallentamento rispetto ai ritmi attuali, sia destinata a rimanere su livelli più alti di quelli a cui ci eravamo abituati. Di conseguenza si attende un aumento dei rendimenti obbligazionari che, a parità di altre condizioni, metterebbe sotto pressione i multipli di valutazione dei titoli azionari. “Una tendenza che dovrebbe esercitare meno impatti sui titoli value. Innanzitutto, il loro multiplo medio è inferiore a quello medio del mercato dal momento che, in genere, riflette l’ipotesi, da parte degli investitori, di una prolungata depressione della loro redditività.
“Ciò rende questi titoli più esposti positivamente al rafforzamento dell’economia: l’aumento della redditività che ne deriva determina spesso una rivalutazione e consente loro di sovraperformare il mercato”, argomenta il manager. Amato ammette di essere attratto da alcune aree geografiche che presentano prezzi interessanti, quali l’Europa e il Giappone, contraddistinte da economie più cicliche e basate sull’export. Per questo, secondo il manager, risultano ben posizionate per trarre vantaggio dalla dinamica reflazionistica globale.
Il secondo tema azionario indicato da Amato riguarda i titoli income, un sottoinsieme di quello value, nel quale i servizi finanziari e le utility sono due settori in cui questi due segmenti si sovrappongono. “Come nel caso dei titoli value, il decennio di sottoperformance dei titoli income attribuisce alle aziende che distribuiscono stabilmente dividendi un cuscinetto, sotto il profilo della valutazione, contro una correzione del mercato. Riteniamo che, nel corso dei prossimi mesi, sia più probabile che rimangano sostenuti i dividendi che non i multipli, a nostro parere eccessivi, e che possano esserci le condizioni per una crescita dei dividendi, specialmente nel caso in cui si verificasse un’inversione del trend di bassa inflazione e riduzione dei tassi a cui abbiamo assistito negli ultimi 30 o 40 anni”, conclude il President and Chief Investment Officer—Equities di Neuberger Berman.
UN’INFLAZIONE PIÙ ELEVATA E PROBLEMATICA
“Gran parte dell’economia globale sta crescendo ad un ritmo sostenuto ma in un contesto di inflazione più elevata e più problematica di quella che abbiamo sperimentato per decenni. Questo non rappresenta sicuramente il nostro scenario principale, tuttavia tale dinamica sta creando le condizioni per un rischio di un errore sul fronte delle politiche monetarie o fiscali”, spiega Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer—Equities di Neuberger Berman.
TITOLI VALUE, UN CUSCINETTO CONTRO I RISCHI
Il manager ritiene che, dopo anni di tassi bassi, inflazione contenuta ed enorme sostegno monetario, si intravedano i presupposti per un mutamento fondamentale. In quest’ottica, secondo Amato, è comunque possibile aprirsi un varco attraverso tutte queste incertezze. “I titoli value e quelli income possano fornire agli investitori azionari un cuscinetto contro questi rischi, offrendo al contempo un’interessante opportunità nello scenario di una prosecuzione dell’espansione reflazionistica”, specifica il manager di Neuberger Berman.
UN AUMENTO DEI RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI
Amato è dell’idea che l’inflazione, pur andando incontro a un rallentamento rispetto ai ritmi attuali, sia destinata a rimanere su livelli più alti di quelli a cui ci eravamo abituati. Di conseguenza si attende un aumento dei rendimenti obbligazionari che, a parità di altre condizioni, metterebbe sotto pressione i multipli di valutazione dei titoli azionari. “Una tendenza che dovrebbe esercitare meno impatti sui titoli value. Innanzitutto, il loro multiplo medio è inferiore a quello medio del mercato dal momento che, in genere, riflette l’ipotesi, da parte degli investitori, di una prolungata depressione della loro redditività.
FOCUS SU EUROPA E GIAPPONE
“Ciò rende questi titoli più esposti positivamente al rafforzamento dell’economia: l’aumento della redditività che ne deriva determina spesso una rivalutazione e consente loro di sovraperformare il mercato”, argomenta il manager. Amato ammette di essere attratto da alcune aree geografiche che presentano prezzi interessanti, quali l’Europa e il Giappone, contraddistinte da economie più cicliche e basate sull’export. Per questo, secondo il manager, risultano ben posizionate per trarre vantaggio dalla dinamica reflazionistica globale.
TITOLI INCOME, LA FORZA DEI DIVIDENDI
Il secondo tema azionario indicato da Amato riguarda i titoli income, un sottoinsieme di quello value, nel quale i servizi finanziari e le utility sono due settori in cui questi due segmenti si sovrappongono. “Come nel caso dei titoli value, il decennio di sottoperformance dei titoli income attribuisce alle aziende che distribuiscono stabilmente dividendi un cuscinetto, sotto il profilo della valutazione, contro una correzione del mercato. Riteniamo che, nel corso dei prossimi mesi, sia più probabile che rimangano sostenuti i dividendi che non i multipli, a nostro parere eccessivi, e che possano esserci le condizioni per una crescita dei dividendi, specialmente nel caso in cui si verificasse un’inversione del trend di bassa inflazione e riduzione dei tassi a cui abbiamo assistito negli ultimi 30 o 40 anni”, conclude il President and Chief Investment Officer—Equities di Neuberger Berman.